Meglio essere ottimisti.

In un mondo spesso aspramente negativo (e in agricoltura si salvi chi può) preferiamo cercare argomenti edificanti. L'amica veterinaria Manuela Sorgia, qualche tempo fa, mi ha portato in visita a una serie di impianti zootecnici dove anche un profano poteva avvertire, in positivo, una notevole differenza "odorosa".

 

Una differenza ottenuta soprattutto per la riduzione delle emissioni ammoniacali; il tutto senza coperture delle vasche di stoccaggio dei liquami. L'ammoniaca è come noto un inquinante dell'aria (dove peraltro contribuisce alla formazione di polveri sottili - PM 10 e PM 2,5) oltre che dell'acqua e del suolo (dove contribuisce all'acidificazione e all'eutrofizzazione).

 

Nel nostro Paese le normative equiparano oramai gli impianti zootecnici a quelli industriali, con aggravi notevolissimi per le aziende (in particolare per le piccole e medie, sempre più abbarbicate in una strenua resistenza). Le direttive europee impongono la riduzione progressiva delle emissioni attraverso le cosiddette Bat (Best Available Technologies): fra queste sono oggi da considerare con attenzione le additivazioni dei liquami con preparati microbiologici, enzimatici e bio-assorbenti.

 

Negli allevamenti che mi ha mostrato la brava Manuela venivano utilizzate tecnologie italiane che portano a riduzioni cospicue delle emissioni ammoniacali. Le additivazioni per la riduzione delle emissioni ammoniacali sono state oggetto anche di una risoluzione a firma di Ludovica Carla Ferrari dell'Assemblea Regionale dell'Emilia Romagna, finalizzata ad un maggior impegno ed incentivazione verso queste pratiche di sostenibilità.

 

Ci sono, talvolta, dei segnali che ci portano all'ottimismo. E noi li prendiamo al volo: perché non ci possiamo permettere di essere pessimisti.