Quanto aiuta la tecnologia in agricoltura? Molto, anzi, tantissimo. È impensabile per i produttori eseguire le lavorazioni senza l'ausilio di una meccanizzazione spinta - e sempre più digitale - che consente di ottenere produzioni di qualità con risparmio di tempo, energia e risorse economiche. L'applicazione delle innovazioni tecnologiche consente di produrre costantemente di più con meno, rendendo il processo agricolo più efficiente dal campo alla tavola dei consumatori.
Questa agricoltura "hi-tech" viene chiamata anche 4.0 e rende il settore primario più sostenibile, uno degli obiettivi principali contenuti nella nuova Politica Agricola Comune (Pac). Se l'innovazione fornisce un supporto prezioso ai produttori, non di meno le tecniche colturali servono per potenziare i raccolti: la rotazione delle colture migliora e preserva la fertilità dei terreni, le tecniche di controllo biologico delle avversità delle colture contribuiscono alla sostenibilità delle coltivazioni e possono essere supportate da tecnologie di smart farming, ad esempio i Farm Management Information System, ovvero applicazioni cloud che consentono di mappare correttamente i cicli colturali, e strumentazioni dotate di sensoristica per la image recognition per il rilevamento di parassiti o la pianificazione della distribuzione di semiochimici.
Nel panorama generale, si inseriscono declinazioni specifiche per le singole filiere, come nel caso della viticoltura.
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Prendendo in esame l'agricoltura ad alta tecnologia, gli imprenditori agricoli hanno a disposizione trattori intelligenti che attraverso sensori e con il controllo di dispositivi satellitari consentono una agricoltura di precisione, ovvero meno spreco e lavorazioni mirate a seconda delle esigenze delle essenze coltivate. Anche i droni sono diventati uno strumento prezioso per il monitoraggio delle piante e anche per la distribuzione mirata dei prodotti fitosanitari.
Questo mix di supporti è sostenuto e auspicato dall'Unione Europea, che persegue tre obiettivi attraverso la Pac: assicurare una produzione alimentare efficiente, garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali e agire per il clima contribuendo allo sviluppo territoriale equilibrato.
L'utilizzo di nuove tecnologie deve coinvolgere l'intera filiera agroindustriale e deve tradursi, quindi, in qualità e sostenibilità delle produzioni agricole.
Secondo un Rapporto dell'Osservatorio Smart AgriFood (condotto da Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia) sono più di trecento le applicazioni già presenti in Italia delle tecnologie di agricoltura 4.0, l'80% delle quali è destinato alla fase di coltivazione. Alcuni esempi? Il settore dell'idroponica e dell'acquaponica, ad esempio, consente la coltivazione anche in ambienti inospitali dove la quantità di acqua irrigua impiegata è di gran lunga inferiore ad una coltura a pieno campo. Le stesse macchine agricole montano sistemi integrati di controllo, dalla telemetria a monitor che consentono una più efficace comunicazione tra un mezzo e l'altro, oltre a semplificare il lavoro dell'operatore che, tuttavia, deve avere una adeguata formazione per gestire i diversi parametri tecnologici. Tra i più importanti c'è la rilevazione satellitare che permette l'analisi e la raccolta di dati colturali assicurando un efficientamento degli interventi fitosanitari.
Non mancano gli esempi di imprese che puntano alla sostenibilità ambientale e sociale, come nel caso della Organizzazione di Produttori Ioppì Agricola, specializzata nella produzione di orticole in serra, meloni, angurie, uva da tavola. La realtà riutilizza la plastica, impiega insetti utili e prodotti di derivazione naturale contro i parassiti e mette a dimora piante con portinnesti resistenti. Inoltre impiega scarti di produzione per ottenere un biocomposto utile per creare un packaging sostenibile.
Guarda la videointervista a Roberta Tardera, responsabile Marketing e assistente Commerciale della Op Ioppì.
Puoi trovare tutti i video della playlist "ParteciPAC22" in questa pagina
AgriTech, il catalogo delle innovazioni in campo
A testimonianza dello stretto legame fra tecnologia e obiettivi della Pac, la Rete Rurale Nazionale ha predisposto il "Catalogo delle innovazioni" che "nasce dalla considerazione che le idee scaturiscono dall'osservazione critica, dalla riorganizzazione creativa delle risorse e delle tecnologie esistenti, dalla ricerca di nuove modalità di processo e di nuovi modi di relazionarsi, nonché dal desiderio di migliorare quanto già esistente". Ad oggi infatti nella pagina "InnovaInAzione" sono presenti le imprese agricole i cui progetti di innovazione sono stati validati nell'ambito dei Psr 2007-2013 (misura 124) e Psr 2014-2020 (misura 16).
I Gruppi Operativi nati in questo contesto sono stati protagonisti del concorso Rurinnova, rivolto alla valorizzazione del Pei Agri, Partenariato Europeo per l'Innovazione in Agricoltura, che ha premiato i progetti avviati nelle categorie "Agricoltura e impatto ambientale", "Risorse naturali e biodiversità" e "Cambiamenti climatici". Molti i soggetti che hanno messo in campo soluzioni per l'agricoltura digitale, i Dss, la distribuzione a rateo variabile di mezzi tecnici, Iot, sistemi di remote sensing; l'elenco completo è in questa pagina.
All'award si è distinto, su oltre settecento progetti realizzati in tutta Italia, il progetto campano Psr-Grease, finanziato dalla Regione Campania nell'ambito della misura 16.1.2. del Psr 2014-2020 e portato avanti dalla partnership tra l'Università degli Studi di Napoli Federico II, ente capofila, con i Dipartimenti di Agraria, Farmacia, Biologia; l'Università della Campania Luigi Vanvitelli, con il Distabif; il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con l'Isafom e l'Azienda agricola Feudi di San Gregorio con il supporto del team di Rural Hack per le attività di divulgazione e dissemination.
Grease individua, in un contesto di cambiamento climatico, modelli di gestione del vitigno Greco facilitando il raggiungimento di un equilibrio vegeto produttivo tale da garantire l'aumento della redditività aziendale e della sostenibilità ambientale.
Nell'ambito del concorso Rurinnova sono stati inoltre premiati, per la categoria "Risorse naturali e biodiversità", il progetto Bce - "Banca del Colostro Equino: il cavallo Murgese", finanziato dalla sottomisura 16.2 del Psr Puglia 2014-2022 e che punta alla tutela e alla valorizzare della razza autoctona del cavallo Murgese realizzando, inoltre, la prima banca del colostro in Europa; e infine, il progetto "Corilus - Corilicoltura Lucana Sostenibile" della Regione Basilicata che ambisce ad un aumento della sostenibilità produttiva delle nocciole e in seconda battuta delle uova con sistema di agroforestazione.
Per approfondire le tematiche trattate nell'articolo, è disponibile la videoregistrazione del webinar "Agricoltura di precisione e sostenibilità" tenuto da Gabriele Mongardi, education & CSR specialist di Image Line®, e dal consulente agronomico Federico Pasqualini.
Agricoltura di precisione e sostenibilità
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