Il Ministero per le Politiche Agricole ha reso noto il "Decreto di pubblicazione degli elenchi dei progetti estratti e del riparto dei fondi della Legge 178/2020" protocollato l'8 novembre 2022. Il riparto dei fondi stanziati con la Legge di Bilancio per il 2021 - che saranno erogati dal 2022 al 2027 - è di 440 milioni di euro.
I progetti riguardano l'adeguamento delle reti irrigue come proposti dai consorzi di bonifica e irrigazione italiani e registrati sulla banca dati Dania gestita dal Crea. Ma nella graduatoria dei "progetti esecutivi estratti che dichiarano requisiti rispondenti ai criteri di ammissibilità" ne figurano ben 312, per un valore complessivo di 3 miliardi e quasi 129 milioni di euro.
I 440 milioni di euro saranno in ogni caso ripartiti fra tre macroaree: al Nord andranno 211 milioni e oltre 488mila euro (il 48,07% delle risorse), alle regioni del Centro saranno finanziati progetti per poco più di 47 milioni di euro (il 10,69% del totale), mentre al Sud finiranno 181 milioni e oltre 471mila euro (il 41,24% dei fondi stanziati). Soldi che, in ogni caso, copriranno solo parzialmente i progetti esecutivi ammissibili a finanziamento.
Non solo, ci sono altri 61 progetti, del valore complessivo di 571,2 milioni di euro e senza attribuzione di punteggio e che, secondo il Decreto "dichiarano requisiti rispondenti ai criteri di ammissibilità che saranno selezionati solo se al termine della verifica dei progetti esecutivi ammissibili risultino risorse disponibili a valere sui fondi della Legge n. 178/2020". Il problema è che i soldi già non bastano per i soli progetti esecutivi per i quali i requisiti ci sono e che sono qualificati con punteggio, almeno stando alla lettera del Decreto.
Per questi ultimi si tratta comunque ancora di una fase interlocutoria della procedura: entro 10 giorni dalla pubblicazione del Decreto, infatti, gli enti potranno produrre ricorso motivato per una eventuale non corretta attribuzione dei punteggi.
Dal Decreto si ricava che il riparto dei fondi - 440 milioni - in molti casi finanzierà solo parte delle opere proposte e per quelle di valore superiore a 20 milioni il Ministero chiederà "la garanzia della copertura economica dell'importo in eccedenza all'Ente proponente".
Quella sopra riportata è la tabella del Decreto che illustra il riparto delle risorse per singole regioni. A fare il pieno di fondi sono Veneto e Friuli Venezia Giulia, con 35,2 milioni a testa. Sono le regioni si più gettonate, ma con livelli di soddisfazione completamente diversi rispetto alle pari risorse loro attribuite.
Per esempio, il Veneto: a fronte di 35,2 milioni di risorse stanziate, ha i primi 3 progetti, tutti a pari punteggio, che valgono da soli 55 milioni e 750mila euro, mentre nel complesso ci sono 31 progetti, tutti esecutiva e in possesso dei requisiti di finanziabilità per un valore complessivo di ben 341,3 milioni.
In Friuli, invece, situazione capovolta: a fronte sempre di 35,2 milioni di euro stanziati, ci sono solo 5 progetti, per il valore complessivo di 35 milioni e 360mila euro. Solo la Valle d'Aosta riesce a fare di meglio: dispone di un solo progetto, valore 7 milioni e 270mila euro, ma ha a disposizione ben 8,8 milioni di euro.
Scendendo a Sud, la Sicilia ha presentato ben 23 progetti ritenuti ammissibili, del valore complessivo di oltre 195,1 milioni di euro e vede assegnarsi poco meno di 31 milioni di euro, ma il valore dei primi 3 progetti è già di oltre 24,2 milioni di euro.
Sempre al Sud, ma sbarcando sul continente, la Calabria ha posto la candidatura di ben 34 progetti esecutivi idonei ad essere finanziati, per un valore complessivo di oltre 474,5 milioni, ma entro il 2027 le saranno ripartiti solo 22,6 milioni, spiccioli se si considera che solo i primi 4 progetti valgono oltre 20,8 milioni di euro.
Altra regione con un ingente parco progetti è la Campania: i consorzi di bonifica ne hanno presentati 23 tra quelli considerati esecutivi, per un valore complessivo di quasi 285,4 milioni di euro, ma a fronte di un riparto di poco meno di 28,5 milioni; e solo i primi 4 progetti valgono 30,4 milioni di euro.
Larga parte di questi progetti non è finanziato dal Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e si tratta per lo più di opere di miglioramento, ampliamento o manutenzione straordinaria dell'esistente, quindi di comprovata necessità, e che dovranno trovare altre fonti di finanziamento per non rimanere sulla carta.
È da ricordare però che ci sono anche altri fondi per il completamento di questi progetti irrigui, oltre a quelli appostati sul Pnrr: dalle risorse attingibili dalle regioni sui Programmi di Sviluppo Rurale regionali (Fondo Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale) e sui Piani Operativi Regionali (Fondo Europeo Sviluppo Regionale) a quelle appostate sul Fondo Nazionale di Sviluppo e Coesione, largamente dedicato alle regioni del Mezzogiorno.