Già, perché diverse startup di e-commerce, anche se a fatica, stanno inseguendo il sogno di portare il modello Amazon in campagna. L'idea d'altronde non è campata in aria. Perché recarsi in un negozio 'vecchia maniera' per comprare un prodotto quando posso ordinarlo online, riceverlo a casa in poco tempo e spuntando i prezzi bassi garantiti dall'online?
Negli Usa l'e-commerce è realtà
A rivoluzionare il mercato sono in molti a provarci. Dagli Stati Uniti arrivano le esperienze più interessanti (e di successo). La piattaforma più utilizzata è sicuramente Farmer business network, che non solo vende mezzi tecnici agli agricoltori, ma offre anche soluzioni di digital farming. Le aziende agricole possono infatti gestire i propri appezzamenti tramite la piattaforma di Fbn e quando devono fare un acquisto lo possono concludere direttamente online.Fbn raccoglie i dati inseriti da oltre 10mila agricoltori Usa per fornire consigli su tipologie di sementi, agrofarmaci e fertilizzanti da usare. Poniamo il caso di un maiscoltore dell'Ohio che inseriti i dati della propria azienda scopra che l'ibrido più performante nella sua situazione sia quello prodotto da una certa ditta. Con un click lo può acquistare.
Il modello vincente di Farmer business network è il fatto che la piattaforma è indipendente (per iscriversi occorre pagare una quota). I dati inseriti rimangono dell'agricoltore, ma vengono aggregati e resi anonimi per essere analizzati e fornire informazioni agli altri membri della community. E anche sui prodotti la piattaforma non fa distinzioni tra fornitori, vende tutto quello che il mercato offre.
In Europa agricoltori meno entusiasti
Se negli Usa Farmer business network e altri portali (come HarvestPort e AgVend) stanno avendo un discreto successo, sono molte le aziende che provano a ricalcarne le orme. Dall'Argentina arriva Agrofy, che punta al mercato dell'America Latina. Mentre in Cina Maihuolang ha chiuso un round di investimento da 150 milioni di dollari nel 2017.Anche nel vecchio continente sono spuntate diverse piattaforme. In Francia ad esempio è nato Agriconomie. In Estonia invece c'è E-agronom. Mentre in Germania ha fatto parlare di sé AgSupply, che è riuscita a mettere a segno un round di investimento dall'ammontare non divulgato con la statunitense AgriTech Capital.
La società ha sede a Münster ed è stata fondata nel 2018 da Eric Schuessler (cto) e da Sebastian Schauff (ceo), ex business developer presso Kramp, il più importante gruppo europeo per la vendita di ricambi per trattori e attrezzature agricole.
Le difficoltà del mercato europeo
Se gli agricoltori statunitensi sono maggiormente propensi a fare acquisti online e a utilizzare le nuove tecnologie in generale, per quelli europei non vale lo stesso. "Ho avuto clienti che mi hanno chiesto se potevo inviargli un catalogo cartaceo, mentre altri volevano inoltrare ordini via fax", ha confessato Schauff, sottolineando la distanza spesso abissale tra le potenzialità offerte dalla tecnologia e le abitudini degli agricoltori.Oltre al contatto diretto ciò che manca all'agricoltore è la possibilità di confrontarsi con i tecnici che lavorano nelle rivendite o nei consorzi. Un gap che AgSupply ha cercato di colmare offrendo una sorta di assistenza tecnica online. Se a questo si aggiungono prodotti di qualità, a basso prezzo e consegnati prontamente, forse l'e-commerce ha buone chance anche in Europa.
E in Italia? I freni che impediscono lo sviluppo di questo business, oltre che culturali, sono di tipo legale. In Italia per acquistare agrofarmaci ad uso professionale è necessario essere in possesso del patentino, che si consegue solo dopo aver seguito un corso. Per una piattaforma digitale diventa dunque difficile accertare che l'agricoltore sia in possesso di tale documento.
Inoltre chi vende un agrofarmaco deve dotarsi del certificato di abilitazione alla vendita, di un magazzino ad hoc e consegnare all'agricoltore la scheda di sicurezza, etichette e altre comunicazioni. Come se non bastasse nell'ultima versione del Pan, come spiegato durante questo evento organizzato da Image Line, il legislatore di fatto vieta questa modalità di vendita. Insomma, l'e-commerce di mezzi tecnici si inserisce in un contesto che non prospetta guadagni facili, ma che presto o tardi vedrà nascere un nuovo operatore in grado di rivoluzionare tutta la supply chain.