Questi alcuni dei focus su cui si è soffermato Livio Tedeschi, senior vice president BASF Crop Protection Europe, intervistato dal direttore responsabile di AgroNotizie Ivano Valmori, in occasione dell'evento organizzato da BASF.
Cosa si intende per "Grande cambiamento" in BASF?
"In Italia, da inizio settembre, abbiamo una nuova struttura per BASF in Europa. Si è cercato di lavorare su una logica prettamente di mercato rispondendo ad una specifica domanda: quali sono i modelli attuali di mercato in Europa sia dal punto di vista di struttura della distribuzione di prodotti per agricoltura, sia dal punto di vista degli agricoltori e della produzione agricola.
L'Italia è stata inserita nell'ambito della macroregione 'Sud Europa' che comprende penisola Iberica, Grecia, Turchia, Africa e Medio Oriente; una zona di grande frammentazione a livello di aziende agricole, di grande focus sulle colture orticole e frutticole e dove è collocata la stragrande maggioranza del mercato delle sementi e della genetica orticola (Spagna, Italia e Turchia). Serviva quindi un modo unico, comune e specifico per servire al meglio questa area, mettendo assieme tutti i paesi con simili esigenze e poter così supportare progetti di sviluppo comuni per questa area che ha colture ed esigenze molto simili. BASF come alleato nella scelta delle colture e delle soluzioni per la loro difesa con una particolare attenzione alla relazione con Gdo e consumatori che sono gli unici che possono influenzare enormemente le scelte (e i redditi) degli agricoltori.
Grazie a Nunhems abbiamo creato una stretta relazione con il consumatori per individuare quelle nuove varietà di pomodoro, cetriolo, porro, cipolla, melone, anguria che sono più gradite al consumatore (per colore, gusto, sapore) e favorirne lo sviluppo di varietà produttive per diffuse nelle aziende agricole".
L'Italia è inserita nell'ambito della macroregione 'Sud Europa'
Fonte foto: © Ivano Valmori - AgroNotizie
In Italia sono coltivate ben 290 specie vegetali che, complessivamente, non rappresentano come superficie nemmeno una piccola quota della sola coltura soia… con i costi di registrazione, supportare adeguatamente l'agricoltura italiana.
"Sì, in solo Nord America e Sud America la soia interessa più di 60 milioni di ettari mentre l'intera Sau italiana, compresi i prati e pascoli, supera di poco i 12 milioni di ettari per circa 290 diverse specie. Però sui mercati di nicchia (come possono essere alcune specialità italiane) non esiste la stessa concorrenza e aggressività che si ha in alcuni mercati di grandi colture. Sono mercati ampissimi ma molto popolati mentre in Italia ci sono meno soluzioni e meno attori pronti ad intervenire su un così ampio panorama colturale.
Inoltre in Italia abbiamo due evidenti vantaggi: la massima frammentazione del rischio su tante colture e tante aziende e la presenza di un mercato di elevato valore che punta molto alla qualità ed è disposta ad investire di più per ottenere ottimi risultati. Esistono poi molte specie in cui, oggi, la genetica non può essere vissuta come "alternativa" ai mezzi di difesa ma deve sempre integrarsi, a differenza di ciò che è accaduto, ad esempio, sul mais dove gli Ogm hanno spazzato via molte soluzioni di difesa.
Se poi ragioniamo con una visione 'globale' la somma delle superfici investite in una coltura molto specifica, come il peperone o lo zucchino, ma a livello mondiale, ognuna delle 290 specie coltivate anche in Italia raggiunge una massa critica tale da permettere adeguati investimenti".
Ha senso, oggi, la contrapposizione tra produzione integrata e produzione biologica?
"Sono sempre di più le aziende agricole nostre clienti che iniziano ad avere serie difficoltà a dimostrare la reale sostenibilità agronomica (rese, rendimento, pratiche di campo) ma essendo richieste specifiche del mercato, si asseconda sempre ciò che il consumatore vuole.
Abbiamo tante soluzioni per le aziende agricole biologiche (in primis i feromoni con le linee RAK) ma si sta promuovendo sempre di più un utilizzo integrato delle varie soluzioni. Esistono colture estensive che non potranno mai essere prodotte applicando il metodo biologico, così come ci sono molte colture di nicchia in cui l'impiego di alcuni mezzi tecnici sarebbe del tutto inappropriato. Non è una sfida tecnologica ma una vera e propria sfida culturale e di comunicazione… si tratta sempre di una questione di equilibrio".
Cosa ci si aspetta dall'introduzione del Revysol in Italia?
"Le prime introduzioni sono previste per i cereali ma in etichetta sono previste più di 20 colture. Le prime registrazioni in Italia sono previste per il 2020 anche perché il profilo ecotossicologico è talmente positivo che in tutti i paesi la registrazione è avvenuta con qualche mese di anticipo rispetto alle date pianificate ed abitali per altre sostanze".
E nel mondo del digitale?
"Le tre soluzioni Xarvio (leggi l'approfondimento dedicato) sono in fase di costante implementazione e stiamo dando la massima priorità alle grandi colture e ai grandi mercati in modo da definirne su ampia scala il modello di business da proporre.
Per ora si tratta di soluzioni free che forniamo ai nostri migliori clienti (in Italia l'applicativo Xarvio Scouting è già stato scaricato da alcune migliaia di operatori) ma in futuro prevediamo di definire sia gli accordi per la fornitura in licenza d'uso, sia gli accordi con altri competitor per come integrare le soluzioni Xarvio con i dati di altri mezzi tecnici e con altri applicativi.
Globalmente le installazioni già attive delle tre soluzioni Xarvio hanno superato il milione, con predominanza dei mercati Nord e Sud America.
BASF sta lavorando anche con Bosch per far sì che l'utilizzatore finale possa avere una sola piattaforma sia per gestire le informazioni di campo, sia per gestire la taratura e la funzionalità delle macchine per l'irrorazione, un nuovo progetto appena avviato.
Stiamo lavorando inoltre su altri due fronti: la creazione di un dizionario comune affinché tutte le piattaforme possano comunicare in modo diretto e la definizione di accordi che definiscano e normino la proprietà e la possibilità di utilizzo dei dati".