Le regioni fanno a gara a chi si presenterà al Vinitaly con il maggior numero di cantine e di etichette.

Intanto anche nelle grandi superfici di vendita migliora il livello medio dei vini commercializzati e c'è la conferma che l'85% degli italiani beve vino, pur con alcune differenze per fasce di età.

Dalla "guerra dei dazi" ulteriori opportunità per il nostro export, ma non tutti i settori potrebbero trarne vantaggio.

Nuovi traguardi nell'export ortofrutticolo, che però si realizza quasi del tutto verso i paesi europei, Germania in testa. Indice di una fragilità commerciale da risolvere.

C'è tensione sul mercato del latte, con le industrie che premono verso il ribasso. Intanto c'è chi pensa a riportare le quote latte al cospetto della magistratura per risolvere le incongruenze rimaste irrisolte.

In casa si potrà fare un mini orto in simbiosi con il proprio acquario. La concimazione è assicurata dai pesci. Il metodo ha già un nome: "acquaponica".

Questi che abbiamo elencato sono solo alcuni dei temi dei quali si sono occupati i giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Vini e campanilismo

Con l'avvicinarsi del Vintaly, che aprirà i battenti a Verona dal 15 al 18 aprile, è inevitabile che l'attenzione dei media resti focalizzata sull'argomento "vino".
Così “Libero” del 6 aprile si occupa del mercato dei vini tipici, dove si assiste ad un aumento delle vendite e dei prezzi, mentre “Il Giorno” del 7 aprile già offre qualche anticipazione sui contenuti della manifestazione, che ancor prima dell'apertura si presenta con numeri da record in quanto a presenze espositive.

Ed è curiosa la "gara" fra le regioni che presenteranno il maggior numero di etichette. “Il Piccolo” ci tiene a ricordare che dal Friuli Venezia Giulia arriveranno a Verona 107 eccellenze dei vigneti locali.
Non è da meno la Puglia, che dalle aree del Gargano e del Salento porterà in fiera la testimonianza di 155 diverse cantine, come si apprende dal “Quotidiano di Puglia” dell'8 aprile.
Numeri ancora più alti quelli della Campania. Da questa regione, scrive il “Corriere del Mezzogiorno” del 9 aprile, arriveranno a Verona circa 200 aziende, la metà delle quali provenienti dall'Irpinia.
Il Gazzettino” ci tiene a sottolineare che anche le produzioni enologiche del Nord-Est avranno una presenza di tutto rispetto nel recinto fieristico veronese.
L'Abruzzo non vuole essere da meno e "Il Centro" del 12 aprile elenca gli appuntamenti che ruoteranno attorno alle 101 cantine che si presenteranno a Verona.
 

Il vino e il mercato

Dalle competizioni di "campanile" si passa all'esame degli andamenti di mercato. Lo fa “Repubblica” del 9 aprile prendendo in esame l'andamento delle vendite di vino nelle grandi superfici commerciali, dove c'è un progressivo spostamento verso le produzioni di qualità.

Italia Oggi” dell'11 aprile prende lo spunto da un recente report di Nomisma per evidenziare che l'85% degli italiani consuma vino, ma con alcune differenziazioni per età, con le persone più avanti negli anni che preferiscono i vini fermi, mentre i "millennials" sono più orientati verso i vini frizzanti.

Fra i segmenti più in espansione incontriamo il vino biologico, al quale guardano con attenzione anche le grandi cantine. Lo si apprende da "Repubblica" del 12 aprile, che evidenzia la forte crescita nell'export, dieci volte superiore a quella del vino non certificato, stando al report di Nomisma sul settore enologico.
 

Il vino all'estero

Dal mercato interno a quello internazionale, con “Repubblica” del 9 aprile che solleva timori per la possibilità di perdere il primato che i nostri vini hanno conquistato sui mercati statunitensi e invoca una strategia che eviti questo rischio.

C'è poi il mercato cinese, dove i nostri vini stanno conquistando nuove posizioni, con incrementi nelle vendite di circa il 35%. Se ne parla su “Italia Oggi” dell'11 aprile.
Sulle esportazioni verso Pechino un ruolo significativo potrebbe essere svolto dagli "influencer" e dai loro blog.
Lo afferma "Il Sole 24 Ore" del 12 aprile prendendo in esame il sempre maggiore peso che ha questo tipo di comunicazione nel pilotare il comportamento dei consumatori.
 

Export e guerra dei dazi

L'interesse per il mercato cinese non si ferma al vino, ma si allarga agli agrumi, come scrive “Il Sole 24 Ore” del 7 aprile, una crescita spinta dalle tensioni sui mercati per l'innalzamento delle barriere doganali e che contribuisce a portare all'Italia un "extra-export" del valore di un miliardo di euro.

C'è tuttavia un rovescio della medaglia del quale parla il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, dalle pagine diel “Corriere della Sera”, per le possibili ripercussioni sulle esportazioni delle industrie alimentari.
Timori condivisi da “Repubblica”, che il 9 aprile avverte come la “guerra dei dazi” possa comportare per l'Italia perdite per circa 50 miliardi sul fronte dell'export.
 

I record dell'ortofrutta

Chi al momento sembra non avere preoccupazioni su fronte dell'export è la nostra ortofrutta, che continua a macinare risultati record.
Lo conferma “Italia Oggi” dell'11 aprile commentando i dati del 2017, che per la prima volta superano il traguardo dei 5 miliardi di euro, portando il settore al secondo posto per valore dell'export rispetto a tutto il segmento agroalimentare.

Ottimi risultati dei quali si parla anche su “Il Sole 24 Ore”, per ricordare però che il 90% di queste esportazioni è limitato al mercato europeo e che la sola Germania ne assorbe il 50%.

Brillano poi i risultati di alcune produzioni, come nel caso dei carciofi, che con 400mila tonnellate hanno consentito all'Italia di doppiare la Spagna, come sottolinea l'articolo pubblicato il 9 aprile da “Repubblica”.


Il latte in Tribunale

Restiamo in tema di mercati parlando del latte, dove si registrano alcune tensioni sull'andamento dei prezzi.
Mentre le quotazioni del latte spot sono in leggero recupero, come si apprende da una breve nota riportata il 10 aprile da “Il Sole 24 Ore", “L'Eco di Bergamo” del 6 aprile denuncia la richiesta delle industrie lattiere di annullare gli accordi sul prezzo del latte, per poi procedere a una sua riduzione.

Non è diversa la situazione in Piemonte, dove “La Stampa” dell'11 aprile conferma la volontà delle industrie lattiero casearie di attuare una riduzione del prezzo riconosciuto agli allevatori di bovine da latte.

Nello stesso giorno, quasi a sorpresa, il “Giornale di Vicenza” torna sull'annosa questione delle quote latte.
L'ex-senatore Luigi Gaetti dichiara infatti dalle colonne di questo quotidiano l'intenzione di ricorrere nuovamente alla magistratura per fare chiarezza sulle numerose incongruenze ancora non risolte.
 

A rischio i soldi dei Psr

In attesa che sulla vicenda quote latte venga detta la parola fine, cosa che forse non accadrà mai, abbiamo almeno la conclusione dell'iter legislativo sull'etichettatura dei prodotti alimentari.
Italia Oggi” del 6 aprile, conferma infatti che è definitivo l'obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione. Il giorno seguente anche “Il Resto del Carlino” si preoccupa di darne conferma.

La Stampa” in edicola l'8 aprile fa il punto nelle diverse regioni sull'andamento dei sostegni previsti dai piani di sviluppo rurale. E si scopre che molte regioni sono in ritardo, mentre si avvicina la scadenza di fine anno. A rischio ci sono 434 milioni di euro.

Attenti poi ad osservare le norme sul regime di condizionalità per accedere ai fondi della Pac. Se ne parla il 12 aprile su "Italia Oggi" , dove si ricorda che il mancato rispetto comporta una riduzione degli aiuti, come specificato nel decreto pubblicato a inizio anno in Gazzetta Ufficiale.
 

L'orto acquaponico

Chiudiamo questa carrellata di notizie con un cenno su quelle più "curiose", fra le quali si può annoverare l'iniziativa di una cooperativa del bolognese, che ha deciso di dare in affitto le galline.
Chi aderirà all'offerta avrebbe garantito, scrive “Il Resto del Carlino” dell'8 aprile, il suo uovo quotidiano.

Curioso anche l'articolo proposto da “Io Donna”, supplemento del Corriere della Sera del 7 aprile, dove si accenna a vari sistemi per realizzare un orto domestico. Fra questi c'è il sistema "acquaponico".
Si tratta di una mini serra che accoppiata ad un acquario consentirebbe di realizzare un piccolo orto domestico dove piante e pesci sono in sinergia fra loro.

Merita poi una riflessione l'articolo proposto il 9 aprile sulle pagine de “Il Foglio”. Vi si commentano con spirito critico i limiti e le opportunità delle coltivazioni biologiche.

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