Il tour ha avuto come obiettivo quello di far conoscere da vicino come sono strutturate e organizzate le filiere cooperative di due primari comparti produttivi quali il vino e l’ortofrutta.
La cooperazione agroalimentare, che senza esitazioni potrebbe essere definita la parte più organizzata ed efficiente dell’agricoltura italiana, è un modello che ruota intorno alla figura del socio-produttore, che è titolare della propria azienda agricola e allo stesso tempo “co-proprietario” della cooperativa alla quale aderisce.
In Italia operano oltre 850.000 produttori-cooperatori che controllano un terzo della produzione agricola del Paese. Le cooperative, a loro volta, rappresentano circa un quarto del nostro alimentare e hanno la peculiarità di lavorare quasi esclusivamente la materia prima conferita dai produttori.
In comparti come il vino e l’ortofrutta, le cooperative trasformano per l’88% il solo prodotto conferito dai soci. È la più solida garanzia di un modello produttivo autenticamente “made in Italy”, che non delocalizza, proprio in virtù del legame costitutivo tra soci-produttori e cooperativa.
Il press tour si è svolto tra Cesena, Faenza e Forlì e ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Fedagri Giorgio Mercuri, del direttore Pier Luigi Romiti e del presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri Davide Vernocchi.
Orogel, filiera italiana a 360 gradi
Il tour è quindi proseguito alla scoperta di Caviro, facendo tappa prima a Forlì, presso lo stabilimento in cui si esegue la lavorazione, l’imbottigliamento e la commercializzazione di vini da tavola, vini doc, vini confezionati e bevande a base di vino, e successivamente a Faenza, dove avviene la distillazione dei sottoprodotti della vinificazione e la produzione di mosti concentrati e rettificati, succhi d'uva, tartrato di calcio e compost.
Caviro, come ha fatto notare il presidente Carlo Dalmonte “è una delle più grandi aziende vitivinicole europee”, con 12.000 viticoltori e 34 cantine socie in sette regioni italiane, il cui fatturato supera i 280 milioni di euro.
La terza ed ultima tappa del “viaggio nella cooperazione” Fedagri è stata presso gli stabilimenti Agrintesa di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, dove si lavorano mele, pere e susine e quindi in quello di Faenza, che è invece specializzato nel trattamento dei kiwi. Padroni di casa sono stati il presidente Raffaele Drei e il direttore Cristian Moretti che hanno guidato i giornalisti nella visita.
Agrintesa, nel mondo del kiwi
Agrintesa è una società cooperativa agricola, nella quale operano circa 5000 soci, con 5 strutture per la lavorazione ed il conferimento dei prodotti e 6 stabilimenti per la lavorazione dell’uva, con un fatturato complessivo che sfiora i 280 milioni di euro. Agrintesa dispone anche di 16 punti vendita al dettaglio, situati prevalentemente a ridosso degli stabilimenti.
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Fonte: Fedagri - Confcooperative