Per arrivare a questo traguardo ci vuole impegno, passione e grande attenzione a fare bene tutto, dalla vigna alla bottiglia. Perché in un calice di vino c’è molto più di quello che si vede: il rispetto per il territorio, la qualità degli ingredienti, la cura di chi ci ha lavorato.
“I consumatori sono sempre più attenti al rispetto dell’ambiente e al tema della sostenibilità, di crescente importanza nella scelta dei prodotti – ha dichiarato Domenico Zonin, produttore e presidente dell’Unione italiana vini al convegno “Il vino italiano sostenibile si certifica con Magis” condotto da Anna Scafuri, Rai -. Il mondo del vino italiano è pronto, serve ora un messaggio chiaro di sostenibilità sulle etichette italiane".
Da oggi, con Magis, questo impegno verso l’ambiente e la sostenibilità è riconosciuto e riconoscibile in etichetta.
Dopo anni di lavoro e perfezionamento, quattordici aziende vitivinicole italiane ricevono oggi la certificazione Magis e altre 5 delle oltre 140 aderenti la riceveranno a breve: i loro vini certificati potranno così utilizzare il marchio Magis sulle bottiglie, perché prodotti nel pieno rispetto di un protocollo tra i più avanzati al mondo, che prevede la gestione del vigneto secondo innovative tecniche di agricoltura di precisione e dove ogni intervento è sapientemente misurato, controllato e tracciato, all’insegna di una produzione responsabile e trasparente verificata da un ente di certificazione indipendente.
Simei, platea gremita per la presentazione di Magis
“Comunicare la qualità di un vino oggi non basta più – dice Roberto Rabachino, presidente Associazione stampa agroalimentare italiana e ambasciatore e referente internazionale della Federazione italiana sommelier albergatori e ristoratori alla consegna delle certificazioni - e anche la degustazione deve andare oltre, per diventare un momento ancora più piacevole e liberatorio che testimoni ai consumatori il valore di chi con grande senso di responsabilità produce certi vini".
Magis certifica un “modo di fare” fondato su alcuni principi differenzianti: il rispetto per la terra e per il cliente consumatore; il “fare sempre meglio” come vocazione e modello etico di riferimento; una profonda e dettagliata conoscenza del processo produttivo e della materia prima.
Per chi acquisterà una bottiglia di questi vini, quindi, Magis si tradurrà in una garanzia di sostenibilità, trasparenza e credibilità, grazie anche al coinvolgimento a monte di un Comitato tecnico-scientifico composto da importanti Università, centri di ricerca, associazioni e aziende private e presieduto da Attilio Scienza, Università degli Studi di Milano.
“L’agricoltura di precisione è principio fondante di Magis – afferma Scienza - e cioè fare solo quel che serve, dove e quando serve, migliorando la sostenibilità della vitivinicoltura e la salubrità del vino. Che non significa “biologico” ma “fare” e produrre con un rispettoso ed equilibrato senso della misura, frutto dell’esperienza e della collaborazione tra produttori, tecnici e ricercatori".
Il protocollo Magis, infatti, fornisce una vera e propria guida pratica per la gestione sostenibile del vigneto, in linea con i disciplinari di produzione integrata regionali e delle normative europee e nazionali, ed è in costante divenire; viene, infatti, aggiornato dal Comitato tecnico-scientifico con le novità via via fornite dalla ricerca e dall'esperienza delle migliori aziende e dei migliori enologi italiani.
“La nostra corale adesione a Magis – dice Emilio Defilippi, produttore e vicepresidente di Associazione enologi enotecnici italiani, partner di Magis - nasce dal fatto che questo modo di fare vino si è dimostrato in grado di ridurre ogni operazione al minimo indispensabile, mantenendo inalterata la qualità e l’unicità di ogni singolo vino. E’ un “supervisore” affidabile, competente e con il senso della misura, che rassicura sulla qualità e sul valore del vino".
Perché un bicchiere di vino possa essere davvero degustato a occhi chiusi.
Le prime certificazioni Magis
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Fonte: Magis