Da cento anni l'informazione economica e finanziaria è diventata lo strumento indispensabile non solo per i manager, ma anche per gli investitori, i banchieri, i consulenti, gli esperti, i giornalisti ed ovviamente gli studiosi, oltre che i politici. Quella relativa alla situazione delle imprese ha come base i dati di bilancio che raccolti, riclassificati, elaborati sono resi accessibili a tutti. Gli indici di natura economica, finanziaria e tecnica che fotografano la capacità di creare ricchezza, lo stato di salute delle imprese e l'andamento economico sono di enorme utilità ed oggetto di ampia diffusione.
Oggi l'informazione economica ha peso e rilevanza e crescente, come intuì Carlo Marx che affermava che l'informazione è potere. Il settore primario purtroppo in Italia, contrariamente a quanto accade in Europa ed altrove, non dispone di informazioni economiche sulle aziende agricole.
L'agricoltore non ha l'obbligo della contabilità, solo le imprese di capitale sono tenute a farlo; la cultura di impresa è ancora assai modesta; mancano nel nostro paese i servizi di consulenza alla gestione, presenti in tutti i paesi avanzati, che elaborano periodicamente i loro bilanci quale supporto alle scelte di prodotto e di processo.
L'Inea, attraverso la catena contabile RICA-EU, raccoglie i dati tecnici ed economici di un campione di aziende rappresentativo ed elabora alcuni indici fra cui i costi delle principali commodities, che sono disponibili sul suo sito istituzionale. Non hanno come base la contabilità, ed il turnover annuale del campione delle aziende è abbastanza alto.
Il Crpa, istituzione regionale emiliana nel settore zootecnico, diffonde dati sui costi di produzione di alcuni dei principali prodotti.
L'offerta quindi di informazioni sugli indici di efficienza e sullo stato delle aziende, con aggregazioni per comparti per classe di ampiezza è quasi inesistente. Questa mancanza rende assai difficile qualsiasi tipo di diagnosi di carattere oggettivo ed ovviamente sulla scelta dei rimedi.
I politici, che solo con la conoscenza esatta e completa delle situazioni di partenza, sono in grado di mettere a punto i provvedimenti che consentano alle imprese di crescere e di migliorare, sono disorientati ed impotenti.
Le maggiori vittime di questa carenza sono però gli agricoltori i quali, senza precisi termini di riferimento, quali i radar per i naviganti, si trovano immersi nella nebbia con poche probabilità di fare scelte razionali per accrescere il potere di acquisto e soprattutto i redditi.
E' un circolo vizioso che aggrava ulteriormente una già difficile situazione. Nel frattempo il tramonto del protezionismo agricolo, la liberalizzazione degli scambi internazionali, il progresso inarrestabile dei trasporti, aprono la strada ad un crescente numero di agricoltori ed aumentano la concorrenza.
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Fonte: AEI - Associazione Economisti d'Impresa
Autore: Associazione Economisti d'Impresa