Il protocollo di Kyoto, trattato internazionale per la riduzione della CO2atmosferica, riconosce esplicitamente il ruolo positivo delle foreste e dei prodotti legnosi nel ciclo del carbonio. Si stima infatti che gli ecosistemi forestali esistenti contribuiscano a ridurre del 25% le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
In Italia un ruolo importante nell’abbattimento di questi gas è giocato dalla coltura del pioppo, che si sta rilanciando in tutta Europa anche grazie al recente progetto europeo Euroface, coordinato dall’Università della Tuscia e dal Cnr.
Simulando le condizioni ambientali che si prevedono per l’anno 2050, gli studiosi hanno stimato un aumento di circa il 20-25% della capacità produttiva di biomassa e di sequestro del carbonio da parte delle piantagioni forestali a rapido accrescimento come, appunto, il pioppo. Una coltura che presenta sempre un bilancio positivo tra carbonio assorbito dalle piante (circa 5,7 tonnellate per ettaro in un anno) e carbonio emesso nel corso degli interventi colturali di gestione.
Per questo il pioppo sta assumendo una sempre maggiore importanza, anche in considerazione del suo utilizzo a fini energetici: costituisce infatti la principale specie usata nelle piantagioni da bioenergia (la cosiddetta SRF – Short Rotation Forestry) sia per il suoi vantaggi colturali (rapidità di crescita, facilità di propagazione e di miglioramento genetico, facilità di espianto), sia per quanto riguarda le ottime caratteristiche della gestione e del prodotto finito.
Il pioppo sarà protagonista anche a Vegetalia AgroEnergie, il Salone delle fonti rinnovabili in programma a Cremona dal 19 al 21 marzo, con un convegno organizzato dalla Commissione Nazionale Pioppo che darà una panoramica completa sulla pioppicoltura e le sue prospettive in campo energetico e ambientali, grazie agli interventi dei maggiori esperti del settore a livello internazionale.
(Fonte dei dati: Cnr – Consiglio nazionale delle ricerche)
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Fonte: Cremona Fiere