Un seme protetto è sinonimo di sicurezza alimentare per il consumatore. I risultati di una sperimentazione quadriennale hanno dimostrato il trasferimento di Fusarium dal seme all'interno della pianta di frumento, con una elevata produzione di Don (deossinivalenolo) che in parte si trasferisce alla granella. Questo comporta che la gestione delle micotossine debba poggiare le basi su buone pratiche agricole che integrino aspetti agronomici, scelta delle varietà, difesa fungicida e, ancora più a monte nella filiera cerealicola, l'impiego di concianti efficaci.

Il problema è complesso; un approccio interdisciplinare in cui i vari attori della filiera collaborino con la ricerca è fondamentale.

Un esempio di approccio integrato è stato presentato nel corso della giornata di studio 'Lo sviluppo di Fusarium-tossine nel frumento a partire dal seme', promosso da Syngenta e svoltosi a Bologna l'8 maggio 2008.

La valutazione dello sviluppo di Fusarium-tossine nel frumento a partire dal seme e l'utilizzo di fludioxonil come strumento di gestione è l'obiettivo del progetto 'Concia e Fusarium-tossine'. Bologna ha ospitato la presentazione in anteprima in Italia dei risultati dell'attività di un team di 35 ricercatori ed esperti provenienti da 10 paesi e che hanno condiviso i propri contributi nel simposio europeo svoltosi in aprile presso il Centro per la ricerca nella protezione delle colture di Syngenta a Stein (Svizzera). 

 

Un primo progetto interdisciplinare si era concluso nel 2004 analizzando le fonti di rischio e la gestione delle micotossine nel frumento. Syngenta Crop Protection sta percorrendo una seconda tappa di questo percorso di ricerca sponsorizzando e coordinando un gruppo di lavoro composto da Antonio Moretti dell'Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa-Cnr) di Bari, Marc Seng del laboratorio Biotransfer, Simon Edwards della Harper Adams University e Andreas von Tiedemann della Georg-August University of Göttingen.

Micotossine, ampia esposizione in Europa

L'aumento della domanda di cibo, mangimi e carburanti si è rivelata come strutturale. Nel 2030 la popolazione mondiale ammonterà a 8 miliardi: una crescita di un terzo che equivarrà però ad un aumento del 50% della richiesta mondiale di calorie. In questo contesto diventa prioritaria un'analisi approfondita delle soluzioni possibili al problema delle micotossine: secondo il report 2006 dell'Unione Europea su 'Health & consumer protection' costituiscono una delle principali classi di contaminanti dei cibi. Si stima che oltre il 25% del cibo e dei mangimi ne sia colpito (Fonte: Fao).

La filiera del grano è soggetta a possibili contaminazioni in vari stadi: dalla pre-semina, fino alla trasformazione. Il contributo di tutti gli attori del sistema si rivela quindi fondamentale per il contenimento delle Fusarium-tossine entro i limiti ben definiti dalla normativa comunitaria per i diversi cereali e loro derivati.

 

L'approccio dell'industria: il caso Barilla

'In Barilla', segnala Marco Silvestri, Ricerca agronomica e molitoria di Barilla 'si utilizzano 1,3 milioni di tonnellate/anno di grano duro (sui 4 milioni prodotti in media in Italia)'. La qualità della materia prima è un aspetto composito in continua evoluzione che deve essere presa in considerazione da diversi puntti di vista - agronomico, merceologico, molitorio e tecnologico - e si rispecchia direttamente nella qualità della pasta e nella determinazione delle sue caratteristiche: aspetto, valore di cottura, salubrità. Per questo motivo, Barilla ha negli anni costruito il 'Sistema grano duro di qualità'. Tale approccio esclusivo integra la raccolta di informazioni (di mercato, di prodotto, di campo) con attività di breeding, in collaborazione con la Società Produttori Sementi di Bologna, di gestione della sicurezza alimentare, di pianificazione. In particolare la pianificazione si basa su contratti di coltivazione, accordi di filiera (ad esempio, il Sigrad e 'Grano Duro Alta Qualità Emilia-Romagna) adottando anche disciplinari specifici di produzione e conservazione.

La sicurezza alimentare è un aspetto di primaria importanza. A questo proposito è stato sviluppato il progetto di ricerca Sinsiaf (2002-2005) che ha coinvolto diversi partner scientifici nazionali e di cui Barilla è stata il coordinatore. Tra i risultati di questo progetto, accanto alla pubblicazione dei proceeding delle ricerche effettuate, vi sono anche un procedimento ed un'apparecchiatura, in fase di brevettazione, per la determinazione rapida di deossinivalenolo in una matrice a base di cereali.

 

Buone pratiche agricole e gestione delle micotossine
'Negli anni 2000, qualità e sanità sono le caratteristiche fondamentali del prodotto', sottolinea Amedeo Reyneri del Dipartimento Agroselviter, Università di Torino. Per questo motivo, l'attenzione al problema della fusariosi della spiga è diventato prioritario. Attenzione, che si è concretizzata fra l'altro nel progetto Micocer (Regione Lombardia) che si avvia all'ultimo anno. Oltre 1.100 parcelle sono state oggetto di studio. Dall'esame dei lotti si rileva che è in fase di maturazione lattea che parte la contaminazione, una parte importante della quale deriva da periteci e sporodochi prodotti su residui colturali infetti che, in condizioni specifiche di temperatura e umidità, infettano la spiga.

Per la gestione delle micotossine la lotta integrata in campo si è dimostrata come l'unico strumento largamente disponibile. E' fondamentale intraprendere un 'percorso colturale', controllando la fusariosi con azioni dirette (difesa) ed indirette (prevenzione). Evitando la semina su sodo, in particolare su terreni con precessione di mais e sorgo, e l'impiego di varietà molto sensibili (ad esempio il Serio) si può registrare un primo contributo alla riduzione del rischio di contaminazione. Trattamenti fungicidi (in particolare quelli ad ampio spettro) consentono di ottenere i risultati migliori.

 

Linee guida per la gestione delle micotossine del frumento
Daniele Govi ha presentato il percorso di redazione delle linee guide della Regione Emilia Romagna, che trova le sue origini nel 2003, segnato dal problema della aflatossine del mais. Per i cereali autunno-vernini è stato costituito un gruppo di lavoro specifico che comprende numerosi attori della filiera, dai sementieri (ad esempio Ais) fino a Barilla e Italmopa.

Le linee guida saranno oggetto di un documento che raccoglierà entro l'estate le indicazioni sulle pratiche agronomiche dirette e indirette per il contenimento delle fusariosi. Le fasi più significative del documento prevedono l'avvicendamento colturale (evidenziando come efficace la rotazione con colture orticole e industriali, come soia e girasole), la gestione del terreno, la semina (specificando varietà ed epoche), trattamenti di difesa (dalla concia fino ai consigliati interventi fra spigatura e prime antelle visibili) e nutrizione.

 

L'articolo continua qui: gli interventi di Moretti (Ispa-Cnr), Campagna e Rubboli (Syngenta)

 

Nota 1: Regolamento (CE) n. 856/2005 della Commissione, del 6 giugno 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 466/2001 per quanto riguarda le Fusarium-tossine (Testo rilevante ai fini del SEE) - pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. L 143 del 07/06/2005 pag. 0003 - 0008