Non riesco a comprendere come certi argomenti riescano tanto a riscaldare gli animi. Forse è un certo tipo di stampa poco informata, forse è la necessità politica di accendere di continuo delle risse (non solo verbali, pare).

 

La scorsa settimana alcuni lettori mi han fatto barba e capelli per aver dichiarato che "la carne sintetica non la mangerò mai". Forse l'animalismo rende un poco animali, nel senso che l'aggressività non riesce a venir controllata a dovere.

Mi sento allora di dover argomentare il mio precedente giudizio, forse troppo tranchant, con qualche considerazione scientifica e legale.

 

Parto dal legale visto che la carne sintetica non è stata ancora approvata dal Codex Alimentarius, l'insieme di regole e normative ad uso globale raccolte da una Commissione formata dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura. Tantomeno, checché ne dica quella stampa leggerina sopramenzionata, vi è stata alcuna regolamentazione da parte dell'Unione Europea.

 

Per la parte scientifica, si saprà che le cellule staminali sono cellule madri indifferenziate, in grado di creare a propria volta miliardi di altre cellule di tutti i tipi. Tali cellule non crescono dal nulla ma per farle crescere bisogna fornirgli degli amminoacidi (tali processi avvengono all'interno di bioreattori).

Gli amminoacidi (che sono i "mattoni" che formano le proteine, ovvero la carne) potranno allora derivare da una fonte vegetale o più facilmente e logicamente da un animale (diremmo principalmente insetti).

 

Oms e Fao hanno per ora evidenziato i rischi della carne sintetica per la salute umana (Report Food Safety Aspects of Cell Based Food - 5 aprile 2023). Tali rischi potrebbero provenire, come è stato postulato da qualcuno, dal materiale genetico delle cellule staminali (per esempio ingenerando neoplasie - una cosa senz'altro tutta da dimostrare).

Noi più semplicemente crediamo che le proteine assemblate da fonti incerte (con amminoacidi non adeguati) potrebbero poi rivelarsi poco compatibili con il nostro intestino, causando problemi di varia natura: a cominciare dalla scarsa digeribilità.

 

La massiccia diffusione fra la popolazione negli ultimi decenni di intolleranze ed allergie alimentari dovrebbe farci ragionare. Ricordiamoci che la scienza deve sempre anticipare e sopravanzare il marketing, se no son dolori (de panza).

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