Lo diceva Giorgio Gaber nell'indimenticabile brano "Destra sinistra", dove una bella minestrina era di destra e il minestrone sempre di sinistra, il culatello di destra e la mortadella di sinistra, la cioccolata svizzera di destra e la Nutella di sinistra.

Oggi la situazione è quantomai confusa e si rinnova il dilemma Gaberiano: cosa è di destra e cosa di sinistra? Dilemma che ci perplime quando parliamo di carne sintetica; in Italia, oramai, una questione ideologica.


La polemica sulla carne sintetica appare ulteriormente speciosa se si considera che:

  • nessuno la ha mai assaggiata;
  • nessuno ne conosce l'impatto ambientale, ovvero quello che ci vuole per fabbricarla;
  • nessuno ne conosce gli impatti sociali ed economici.

 

Personalmente la prospettiva di esser nutrito di mangimi e bevande prodotte da grandi gruppi multinazionali (quelli che hanno sede di comodo proprio nella verde Irlanda - ops… direbbe Red Ronnie) non mi aletta e con tutto l'amore e il rispetto che nutro per il mondo animale continuo a preferire un filettino, anche uno al mese e pagato caro, magari di un animale che ha goduto di una buona vita in mezzo a verdi pascoli.

 

Il distopico futuro Orwelliano che qualcuno ci vuol proporre proprio non mi convince. Mi convince invece il principio di precauzione: meglio vietare, meglio capire di cosa si tratta prima di subire il big business di Big Food (sorry, questa è una affermazione di sinistra).


In definitiva e al di là delle ideologie lasciatemi dire, personalmente, con grande serenità e in maniera non filogovernativa: la carne sintetica e la farina di insetti mangiatevele voi.