La svolta è arrivata dopo 11 anni, e dopo una serie, che sembrava interminabile, di limitazioni e penalizzazioni per un comparto rilevante dell'economia sarda a causa della peste suina africana: seppure solo in parte la Sardegna potrà tornare ad esportare suini e prodotti suinicoli oltre i propri confini regionali, grazie alla decisione di ieri - 15 dicembre 2022 - assunta dal Comitato Tecnico Veterinario dell'Unione Europea, che ha accolto la proposta della Commissione Ue negoziata con le autorità sanitarie italiane e la Regione Sardegna.


"La fine dell'embargo con la cancellazione del divieto assoluto di movimentazione dei capi e dei prodotti suinicoli dalla nostra regione, rappresenta una svolta fondamentale per il comparto zootecnico sardo, nonché il raggiungimento di un traguardo che l'Isola inseguiva da tempo", ha dichiarato ieri il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, che ha espresso soddisfazione per l'esito del voto di ieri a Bruxelles, con il quale il Comitato Tecnico rappresentato dagli Stati membri ha deciso all'unanimità a favore della proposta della Commissione Europea per la revisione delle restrizioni imposte alla Sardegna per il contrasto alla diffusione della peste suina africana, in vigore dal 2011.

 

"Per comprendere la portata di questo risultato e le possibili ricadute sul comparto zootecnico della suinicoltura è sufficiente considerare che in circa l'80% dei comuni dell'Isola sarà possibile riprendere a commercializzare gli animali vivi e le carni verso tutto il mondo. Nel 50% dei comuni questa possibilità sarà percorribile senza vincoli, mentre negli altri casi la movimentazione extraregionale sarà consentita secondo le deroghe previste dai regolamenti europei", dichiara il presidente. "Considerando i numeri dei capi censiti - ha sottolineato il presidente - l'84% della produzione suinicola sarda potrà riaffacciarsi sul mercato globale".

 

Le modifiche approvate a Bruxelles entreranno formalmente in vigore a gennaio, con l'aggiornamento del Regolamento comunitario"Nelle prossime settimane - ha detto ancora il presidente - definiremo con il Ministero della Salute le linee di indirizzo sulle deroghe alla movimentazione per le aree del territorio ancora soggette a restrizioni in virtù delle sieropositività registrate nei cinghiali e nei suini domestici nei dodici mesi precedenti".

 

Le aree che restano vincolate, oltre a poter usufruire di deroghe per la movimentazione degli animali e dei prodotti, saranno soggette a una rivalutazione periodica con una progressiva revisione dei vincoli, fino alla loro completa cancellazione su tutto il territorio regionale qualora il quadro epidemiologico dovesse rimanere invariato.

 

"Inoltre - ha aggiunto il presidente Solinas - nelle aree della così detta zona rossa, dove al momento permangono limitazioni alla movimentazione degli animali vivi, abbiamo già pronti 5 milioni di euro per gli indennizzi alle aziende".

 

La svolta è maturata con l'ultimo audit della Commissione europea, a novembre 2021. La Regione Sardegna aveva nel frattempo accolto alcune richieste di Bruxelles sin dall'inizio dell'anno, come abbiamo documentato in questo articolo del luglio scorso: "Siamo stati in grado di dare delle risposte concrete grazie alle quali siamo riusciti ad avviare un dialogo con la Commissione europea e il ministero della Salute su un livello mai visto in precedenza - ha ricordato ieri il presidente Solinas.

 

"Un risultato di tutti i sardi" ha concluso Solinas, "reso possibile grazie  a un impegno corale, che ha visto in prima linea non solo l'Unità di Progetto, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, il Corpo Forestale, Forestas, Laore e i servizi veterinari delle Asl, ma anche i sindaci, I cacciatori e le associazioni di categoria che, in questi anni, hanno dato un contributo fondamentale".

 

Coldiretti Sardegna, è il momento di sostenere il settore suinicolo

"Ringraziamo il presidente Francesco Pigliaru e l'assessore Luigi Arru per aver intrapreso questo percorso virtuoso e l'attuale presidente Christian Solinas per aver portato a termine il lavoro raggiungendo questo risultato storico per l'intera Sardegna" hanno affermato ieri il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e il direttore Luca Saba.

 

La Sardegna oggi si presenta - secondo le elaborazioni Coldiretti Sardegna sulla base degli elementi forniti della Banca Dati Nazionale dell'Anagrafe Zootecnica - con 164mila capi suini e 12.900 aziende, mentre 11 anni fa  - prima dell'embargo - sull'Isola erano presenti 180mila capi distribuiti in 15mila aziende circa.

 

In Italia sono presenti 8.629.455 capi e 118.169 allevamenti con una media di 73 capi ad azienda. In Sardegna invece la media capo ad azienda è di soli 13.

 

La Sardegna è la terza Regione per numero di allevamenti mentre scende al settimo posto per numero di capi. Al primo posto per numero di capi la Lombardia con oltre 4 milioni di suini che però ha poco più della metà degli allevamenti sardi: 6.800.

 

"Dati che dimostrano come in questi 11 anni anziché crescere e professionalizzarsi il settore si è polverizzato - ha spiegato Luca Saba -, testimoniato anche dal fatto che circa il 70% delle circa 13mila aziende che allevano suini hanno anche altre specie animali. Oggi finalmente si riparte avendo ad esempio quelle aziende che ci hanno sempre creduto anche nei momenti più difficili, e si sono professionalizzate. Sarà un percorso di crescita che dovrà essere accompagnato e sostenuto anche dall'intervento della Regione".

 

Allo stesso tempo "occorre sostenere chi oggi rimane ancora penalizzato e continua a subire le restrizioni - ha infine evidenziato Battista Cualbu -. È importante che la Regione stanzi un fondo di sostegno alle aziende che allevano in biosicurezza all'interno del perimetro dove permane l'embargo, lavorando contemporaneamente per una Sardegna completamente libera dalle restrizioni".