Ieri a Napoli conferenza stampa della Regione Campania sul "Programma Obbligatorio di Eradicazione delle Malattie Infettive delle Specie Bovina e Bufalina in Regione Campania", alla presenza dei rappresentanti di tutte le istituzioni, per spiegare meglio i punti più controversi del Piano sulla provincia di Caserta e l'area cluster del Basso Volturno, dopo le proteste degli allevatori e per smentire notizie ritenute infondate sulla validità dei test diagnostici per brucellosi e tubercolosi e sull'utilizzo del vaccino contro la brucellosi su capi bufalini adulti.

 

Le personalità presenti in conferenza stampa

Presenti alla conferenza stampa, insieme all'assessore all'Agricoltura, Nicola Caputo, Pierdavide Lecchini, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute; Maria Passari, direttore generale per le Politiche Agricole della Regione Campania; Antonio Limone, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno; Paolo Sarnelli, responsabile dell'Unità Operativa Dirigenziale della Regione Campania Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria; Piero Frazzi, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna Bruno Ubertini; Maria Pacciarini, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Tubercolosi.


Presenti anche Nicola D'Alterio, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise; Manuela Tittarelli, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi; Ferdinando Russo, direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale di Caserta; Giuseppe Iovane, professore di Malattie Infettive degli Animali Domestici dell'Università degli Studi di Napoli Federico II; Giuseppe Campanile, professore di Zootecnica Speciale dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

 

L'intervento di Caputo

L'assessore Caputo ha esordito ricordando: "Regione Campania attende il via libera di Bruxelles per vaccinare le mandrie bufaline con Rb51". Con un appello alla calma Caputo ha ricordato i principi ispiratori della sua azione: "massima trasparenza, rigore nell'applicazione del Piano e vicinanza agli allevatori, che stanno vivendo un periodo di grande difficoltà" .


"Resta aperto il dialogo con tutti gli attori per rendere sempre più performante il Piano nella fase attuativa, incoraggiando incontri continui tra operatori Asl e allevatori al fine di favorire una univoca applicazione e comprensione di tutti punti" ha sottolineato l'assessore che ha aggiunto: "Le parole d'ordine che guidano la nostra azione sono efficienza, trasparenza e condivisione. Abbassiamo i toni, dunque, e mettiamoci tutti al lavoro".

 

Sarnelli illustra il Programma

L'intervento di Antonio Sarnelli, responsabile dell'Unità Operativa Dirigenziale della Regione Campania Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria, ha ripercorso a grandi linee il Programma di Eradicazione, come già illustrato da AgroNotizie. Sarnelli ha tenuto a sottolineare come l'applicazione di severe norme di biosicurezza sia la condizione posta per ripopolare gli allevamenti. Sulle carenze di controlli ufficiali, che in un recente passato avevano determinato il mancato rispetto delle periodiche visite in allevamento per la conferma della qualifica di stalla indenne o per l'adozione di misure per la lotta alle malattie infettive, Sarnelli ha affermato: "Sono state risolte con il rafforzamento della presenza dei veterinari e il potenziamento della struttura dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno".

 

Sarnelli ha ribadito che la vaccinazione è obbligatoria a Caserta ma solo in area cluster d'infezione e volontaria nei comuni dell'area buffer. La tempistica per il rilascio dei certificati di stalla sarà portata a 5 giorni e saranno implementati controlli sulla fauna selvatica, ritenuta vettore di tubercolosi e brucellosi. Sarnelli ha ricordato anche che ai fini della corretta identificazione dei capi durante la profilassi di Stato, oltre alla marca auricolare e al bolo ruminale, le mandrie bufaline sono ormai dotate di genotipizzazione dei capi. Così che "Test genetico più test malattia prima della movimentazione ci consente in molte aree di spostare in sicurezza gli animali: resta ovviamente escluso il caso di una uscita dei bufali dall'area cluster".


Sarnelli ha confermato che i veterinari aziendali possono in autocontrollo testare tutte le matrici tranne il sangue, che resta appannaggio dei controlli ufficiali per la profilassi di Stato. Il Piano continua a prevedere lo stamping out "per le aziende dove l'allevatore si dimostra non in grado di gestire la malattia - ha affermato Sarnelli. Sulla distanza dal focolaio di almeno 500 metri per poter ripopolare un allevamento risanato, Sarnelli ha escluso un'applicazione rigida della norma: "verranno valutate le condizioni dei singoli casi e dei singoli allevamenti dai nostri centri di referenza".

 

La movimentazione degli animali in uscita dall'area cluster d'infezione resta in ogni caso inibita, salvo che per l'avvio al macello dei capi da abbattere, mentre è possibile l'ingresso per ripopolare gli allevamenti, ma a condizione che abbiano subìto lo stamping out o un abbattimento dei capi dal 50% della mandria in su.

 

Resta il fermo per i contoterzisti, che non possono entrare in aziende con certificato di stalla indenne, se non con macchine e trattori debitamente disinfettati e certificati sanificati dopo un precedente utilizzo.

 

Per Sarnelli resta "Essenziale il ripristino dei canali per lo smaltimento delle acque meteoriche che attualmente in area cluster sono vettore di brucellosi in caso di allagamento". Su tale necessità si è anche soffermato il direttore generale dell'Asl di Caserta, Ferdinando Russo: "Il risanamento delle condizioni orografiche ambientali, strutturali e giuridiche dell'area cluster, posta nei comuni di Cancello ed Arnone, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa, è essenziale per risolvere il problema delle infezioni. Esiste una relazione del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno sul dilavamento delle acque meteoriche  - ha detto ancora Russo - secondo la quale l'area in questione a seguito di piogge intense e persistenti diventa una vasca, con allagamenti che propagano l'infezione da monte verso valle".

 

Non a caso la Regione Campania si appresta a finanziare al Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno lavori per oltre 9,1 milioni di euro in questa area. È previsto un "Intervento straordinario di rimozione e risagomatura dei canali e costruzione di una o più vasche di fitodepurazione lungo il tracciato dei canali" per circa  2,5 milioni di euro e un "Intervento straordinario di riefficientamento degli impianti di prosciugamento meccanico per il recupero della capacità di sollevamento degli impianti di idrovori", costo stimato in oltre 6,6 milioni di euro.

 

Limone, capi infetti fermati in allevamento dal Tar

Sui ricorsi degli allevatori al Tar e al Consiglio di Stato contro gli abbattimenti - giusto ieri, 3 maggio 2022, due nuove ordinanze del Consiglio di Stato hanno sospeso gli abbattimenti in altri due allevamenti - è intervenuto Antonio Limone, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno di Portici. "Al momento, negli allevamenti con sospensiva degli abbattimenti ci sono 1.774 capi per brucellosi e 1.165 capi per tubercolosi, bloccati dai ricorsi in area cluster. Lasciare in vita questi capi rappresenta una importante fonte di diffusione delle malattie. Il successo del Piano dipenderà dall'obiettivo comune che dobbiamo raggiungere insieme agli allevatori, uniti dallo stesso intento, perché il principale interesse che ci accomuna è, e deve essere, eliminare le malattie dalle stalle".

 

Limone ha tenuto a sottolineare che la posizione del Consiglio di Stato riguardo alla richiesta di verificazione all'Istituto Superiore di Sanità è incoerente, perché "L'Istituto Superiore non ha fatto altro che confermare la bontà del nostro lavoro".


"Falsi i numeri pubblicati sugli abbattimenti negli ultimi anni pari a 140mila capi - ha ancora affermato Limone -, si pensi che dal 2011 ad oggi sono stati abbattuti 21.964 capi positivi alla tubercolosi e 67.843 capi positivi a brucellosi, non solo, è falso che sarebbero stati abbattuti capi sani, perché i test sono validi e affidabili. Esame batteriologico post mortem? Un falso problema". Ovviamente risulta l'abbattimento anche di capi negativi limitatamente ai casi di stamping out.

 

"Eradicare la malattia è decisivo e si eradica abbattendo i capi sieropositivi - ha aggiunto Limone - Non possiamo mandare le brucelle in giro per il mondo, difendiamo il comparto. Sulla tubercolosi posso dire che grazie all'esame Gamma interferon - molto preciso - dal 2019 al 2021 abbiamo portato la prevalenza aziendale della malattia sul territorio di Caserta dal 13,80% al 5,95%. Sulla brucellosi, invece, il discorso è più complesso".

 

Test sierologici validati per brucellosi e tubercolosi

Sulla brucellosi è intervenuta Manuela Tittarelli responsabile del Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e Molise di Teramo: "Per quanto riguarda la brucellosi, fino al 2021 i bufali erano assimilati ai bovini dalle norme comunitarie, ma non è più così con l'entrata in vigore lo scorso anno del Regolamento Ue 689/2020, nel quale la nozione di bovino è stata integrata con il genere Bubalus: pertanto i test per la brucella, originariamente validati solo su bovini, sono stati validati anche sulla bufala".

 

"Inoltre, sempre il regolamento 689/2020 allegato 5 - ha aggiunto la Tittarelli - indica per la diagnosi i metodi sierologici indiretti e non i metodi diretti, questo perché i primi sono più sensibili e specifici. In particolare la Sieroagglutinazione rapida (Sar) ha una sensibilità e specificità al 98%, mentre la Fissazione del complemento (Fdc) arriva al 96% e il livello di concordanza in alcuni casi ha raggiunto il 99,9%, come nel caso dell'utilizzo in parallelo della Fdc e della Sar. Questo significa che questi test - anche utilizzati singolarmente - hanno una probabilità di generare falsi positivi molto bassa".

 

"Al contrario - ha aggiunto Tittarelli - la Pcr, considerata prova diretta, non ha questa sensibilità e specificità e su 100 animali positivi pone la possibilità di non identificarne 60". Fdc e Sar sono stati scelti perché test più economici e perché attraverso la titolazione di specifici anticorpi, sono in grado di svelare il contatto con l'antigene. "Inoltre non può esserci un rapporto di uno a uno tra test sierologico e isolamento del batterio, perché la brucella è un batterio intracellulare che si annida nei macrofagi, pertanto può sfuggire all'esame diretto" ha infine affermato la responsabile del Centro di Referenza Nazionale delle Brucellosi.

 

Gli esami post mortem su animali abbattuti volti all'isolamento del batterio, secondo quanto affermato dal professor Giuseppe Iovane, docente di Malattie Infettive degli Animali Domestici all'Università degli Studi di Napoli Federico II "Non sono esami di conferma della positività, bensì solo esami tesi a tipizzare la brucella presente nell'individuo risultato positivo".


Il professor Iovane, inoltre, è intervenuto sul vaccino vivo per la brucellosi Rb51 che è stato ormai validato su bufalo d'acqua - ma con un dosaggio triplo rispetto al bovino - e che non può essere iniettato su capi adulti benché sani: "perché fa positivizzare capi e si riscontrano facilmente brucelle nel latte che consente l'espulsione del vaccino". Motivo per il quale si perviene alla vaccinazione dei soli capi sani tra i 6 e 9 mesi di età.

 

Sulla validità del test Gamma interferon è intervenuta Maria Pacciarini, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Tubercolosi dell'Istituto Zooprofilattico dell'Emilia Romagna. "Il test era stato riconosciuto dalla normativa fin dal 2002 e l'Efsa nel 2012 ne ha promosso la designazione quale test ufficiale e lo è diventato nel 2016, e ci sono pubblicazioni scientifiche che hanno consentito di validarne efficacia anche su Bubalus bubalis".

 

Le misure del Psr

Maria Passari, direttore generale delle Politiche Agricole ha ricordato brevemente le misure economiche agganciate al Programma di Eradicazione delle Malattie Infettive e inserite nel Programma di Sviluppo Rurale, già ripresa da AgroNotizie per la parte degli interventi strutturali e i cui bandi sono di prossima pubblicazione. Complessivamente il pacchetto, incluse le misure a capo e superficie, vale circa 100 milioni di euro.

 

Le conclusioni di Lecchini e di Caputo

"Ci preoccupiamo che non ci siano situazioni di diffusione o di focolai della malattia - ha detto Pierdavide Lecchini, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute - utilizzando piani nazionali di controllo per contenere e affrontare la diffusione. Abbiamo l'obbligo di applicare le misure previste dalla Comunità europea in materia di profilassi. Misure non discrezionali ma riconosciute ufficialmente nei due riferimenti quadro che dobbiamo far applicare. Non ci sono altre possibilità previste dalle norme, oltre quelle indicate nel Piano".

 

"In merito al cluster di Caserta, - ha aggiunto Lecchini - a partire dal 2021 siamo stati particolarmente proattivi proprio per cercare di risolvere i problemi sul territorio. Il Piano Straordinario, redatto con tutti gli attori, è mirato ed elenca misure tecnicamente e scientificamente comprovate. Questa è la strada da seguire, oltre all'azione di monitoraggio per valutare tutti i dati e migliorare una situazione che ci mette in difficoltà anche con i nostri partner europei".

 

"Oggi l'intera filiera istituzionale ha fatto chiarezza su tutti gli aspetti controversi del Piano - ha concluso l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo - con l'unico scopo di tutelare la salute dei cittadini e cercare di risolvere questo grave problema che attanaglia gli allevatori".