Impossibile così il ripetersi di "incidenti" di percorso, come avvenuto in passato con l'impiego di razze non contemplate dai disciplinari di produzione di alcuni blasonati prosciutti a marchio Dop.
All'origine di quegli episodi la necessità di utilizzare linee genetiche per rispondere alle mutate richieste del mercato.
Scelte che però non trovavano accoglienza nei disciplinari di produzione di importanti prosciutti a marchio Dop.
Il decreto
Ora, con un recente decreto in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, che reca la firma della ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova, viene tolta ogni possibile incertezza su quali siano i tipi genetici che sarà possibile utilizzare.E per essere sicuri che non si commettano errori, il materiale genetico sarà verificato facendo ricorso al controllo del Dna degli animali riproduttori.
"Con questo decreto - ha dichiarato Teresa Bellanova - dotiamo i Consorzi di tutela interessati e il sistema dei controlli ufficiali degli strumenti più idonei per garantire uniformità delle verifiche, trasparenza della filiera e prodotti di assoluta qualità ai consumatori".
Il ruolo di Anas e Crea
Scorrendo il testo del decreto, che consta di soli sei articoli, si scopre che i principali protagonisti di questa trasformazione sono Anas e Crea-ZA.La prima, l'Associazione nazionale allevatori suini, è l'ente selezionatore riconosciuto dal Mipaaf al quale è affidato il compito di attuare i programmi genetici delle razze del Libro genealogico e come tale rappresenta il soggetto che meglio conosce le finalità degli schemi di selezione delle razze indicate come riferimento dai disciplinari di produzione.
Il Crea, acronimo di Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, con i suoi centri di ricerca in zootecnia, è in grado di valutare sotto il profilo scientifico la congruità degli obiettivi di selezione e incrocio adottati nella produzione di tipi genetici diversi rispetto a quelli stabiliti dal Libro genealogico italiano per il suino pesante.
Una lista per i riproduttori
Per inserire nei programmi di produzione dei salumi a marchio di origine tipi genetici diversi dalle razze del Libro genealogico per il suino pesante si dovrà allora presentare richiesta all'Anas.Questa, dopo le necessarie verifiche, esprimerà il proprio parere, che se positivo sarà poi trasmesso al Crea per i successivi controlli e solo dopo aver avuto conferma sulla compatibilità del tipo genetico proposto, questo sarà inserito nella "Lista degli altri tipi genetici", che sarà infine resa pubblica dallo stesso Mipaaf.
Tracciabilità garantita
Per avere completa tracciabilità sul materiale genetico utilizzato nella filiera dei salumi a marchio, gli Enti selezionatori o ibridatori depositeranno nella Banca dati riproduttori del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) le sequenze genomiche identificative di ogni maschio riproduttore di un tipo genetico che ha superato gli esami descritti.Per maggiore sicurezza è anche previsto che il Mipaaf possa richiedere ulteriori prove sperimentali sui tipi genetici accettati. Una sorta di riesame a ulteriore garanzia per la filiera.
Nessun errore
Ora non resta che aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, ma già i disciplinari del prosciutto di Parma e San Daniele sembrano in sintonia con queste indicazioni, laddove indicano come "ammessi gli animali, in purezza o derivati, delle razze tradizionali di base Large White e Landrace, così come migliorate dal Libro genealogico italiano."Per poi continuare specificando che: "sono inoltre ammessi gli animali di altre razze, meticci ed ibridi, purché provengano da schemi di selezione o incrocio attuati con finalità non incompatibili con quelle del Libro genealogico italiano per la produzione del suino pesante."
Ma ora, grazie alle verifiche sul Dna dei riproduttori utilizzati, non ci sarà spazio per errori o interpretazioni soggettive.