Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per favorire il mercato europeo di miele e per ricostruire la popolazione apicola. Uno dei punti principali è quello di fermare l'importazione di miele finto principalmente dalla Cina e presente nel 20% dei campioni prelevati alle frontiere europee. Nonostante l'alta produzione mellifera, l'Ue non è autosufficiente, e deve importare 200mila tonnellate di miele ogni anno. L'Italia è uno dei paesi leader nel settore.
 

Protezione per l'apicoltura europea

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa per esortare la Commissione europea e gli Stati membri a investire maggiormente nella protezione della salute delle api, nella lotta contro l'adulterazione del miele e nel sostegno agli apicoltori.

"L'Ue ha bisogno di una strategia a largo raggio e a lungo termine per migliorare la salute delle api e ricostruire la popolazione apicola" affermano gli eurodeputati.
 

Più sostegno agli apicoltori

Uno dei punti principali della risoluzione è quello di rafforzare il sostegno agli apicoltori e promuovere i prodotti apicoli. Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione europea di aumentare il bilancio dei programmi nazionali a favore dell'apicoltura del 50% e di istituire un regime di sostegno specifico per gli apicoltori nell'ambito della Politica agricola comune (Pac) per il periodo successivo al 2020.

Inoltre, viene chiesto di introdurre un indennizzo, a favore degli apicoltori, per la perdita delle colonie di api. Il Parlamento europeo ritiene anche che "gli Stati membri dovrebbero fare di più per informare il pubblico, in particolare i bambini, dei benefici del consumo di miele e degli usi terapeutici dei prodotti delle api".
 

Stop al finto miele

Un altro punto fondamentale è quello di fermare le importazioni di finto miele. A tal proposito, il relatore Norbert Erdos (popolare, ungherese) ha dichiarato che "dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il nostro miele e le nostre api; il 76% della produzione alimentare europea dipende dall'impollinazione e quindi le api sono indispensabili per la nostra sicurezza alimentare".

Il piano proposto dal Parlamento è volto anche ad aumentare la trasparenza per i consumatori, sostituendo l'attuale etichetta "Miscela di mieli Ue e non Ue", "fuorviante e quindi inaccettabile" - ha commentato il relatore - con una chiara indicazione dei paesi da cui provengono i mieli, comprese le percentuali di diversi tipi di miele utilizzati nel prodotto finale. I test effettuati dal Centro comune di ricerca della Commissione hanno dimostrato che il 20% dei campioni prelevati alle frontiere esterne dell'Ue o presso gli importatori non è conforme alle norme europee".

Erdos ha concluso affermando che "ora è giunto il momento che la Commissione europea e i Governi nazionali mettano in atto le nostre proposte affinché le nostre api e i nostri apicoltori possano tornare a prosperare".
 

L'Ue non è autosufficiente

L'Unione europea è il secondo produttore mondiale di miele dopo la Cina, con circa 600mila apicoltori che producono circa 200mila tonnellate di miele all'anno.
Ma solo il 4% degli apicoltori europei ha più di 150 arnie, "il numero considerato il minimo indispensabile per i produttori professionali" si legge nel documento ufficiale del Parlamento europeo.

L'Ue non è però autosufficiente dal momento che vengono importate circa 200mila tonnellate di miele ogni anno, principalmente da Cina, Ucraina, Argentina e Messico.
 

Italia al terzo posto

Secondo dati in possesso della Commissione europea, l'Italia risulta al terzo posto per numero di apicoltori (50mila) dopo Germania (116mila) e Polonia (62.575). Sempre secondo questi dati, in Italia, gli apicoltori con più di 150 arnie gestiscono il 60% di tutte le colonie di api.