Dopo la cattura di alcuni esemplari in Toscana alla fine di giugno, una nuova segnalazione è arrivata dalla parte orientale della Liguria, finora libera dal calabrone asiatico.
La segnalazione è arrivata da La Spezia, in località Limone, dove Ergys Brunga, un apicoltore della zona che partecipa alla rete di monitoraggio allestita e potenziata dall'associazione Toscana Miele, è riuscito a catturare un esemplare a mano, esemplare che è stato successivamente determinato e riconosciuto come Vespa velutina da Antonio Felicioli, dottore del dipartimento di scienze veterinarie dell'università di Pisa e referente regionale della rete StopVelutina.
L'ipotesi è che la vespa possa essere stata trasportata dalla Toscana in modo passivo, lungo la direttrice autostradale A12 Genova- Livorno, ma potrebbe essere arrivata anche da altre zone.
E intanto in Toscana sembra che il calabrone asiatico abbia nidificato, dato l'avvistamento e la cattura di altri esemplari per ora sempre nel comune di Pietrasanta, in provincia di Lucca, nello stesso apiario dove era stata fatta la prima segnalazione.
Ma l'espansione della Vespa velutina non accenna a fermarsi anche in altre parti d'Europa. Dopo le ultime segnalazioni in Gran Bretagna, dove ormai sembra aver nidificato, e in Svizzera e Belgio, nel giugno di quest'anno, i paesi 'invasi' dal calabrone asiatico sono otto, a partire dalla Francia e contando a seguire Italia, Germania, Portogallo e Spagna.
In Spagna, in particolare, l'espansione sta avanzando in maniera preoccupante. Dai primi nidi ritrovati nel 2012 nelle regioni dei Paesi Baschi e della Galizia, il calabrone si è diffuso in tutta la parte nord occidentale della penisola Iberica.
In Galizia, nel nord ovest della Spagna, in particolare nel giro di quattro anni si è passati da 2 a oltre 10mila nidi, e ormai la vespa nidifica in tutta la fascia costiera dai Pirenei al sud del Portogallo, oltre a zone isolate in Catalogna e nell'isola di Maiorca alle Baleari.
E proprio alle Baleari si è riunito a giugno la Velutina task force, il gruppo internazionale di ricercatori nato per contrastare la diffusione del calabrone asiatico in Europa.
Un incontro in cui sono stati presentati tra l'altro alcuni esempi di reti di monitoraggio, come quella danese, istituita e attivata preventivamente visto che al momento il calabrone non è presente nel paese, o la VespApp, un'applicazione spagnola che permette ai cittadini di effettuare le segnalazioni alla rete di monitoraggio nazionale.
Reti di monitoraggio che sono state potenziate anche in Italia, in particolare intorno alle zone di nuova segnalazione, come nel caso della Regione Emilia Romagna, che insieme alla Regione Veneto hanno deciso di finanziare la rete di monitoraggio Lover, coordinata dal Crea e allestita dopo il ritrovamento di esemplari a Rovigo nell'inverno scorso.