Il diserbo del vigneto è stato per lungo tempo un'attività routinaria che si basava in gran parte sull'utilizzo di glifosate e altri erbicidi di sintesi. Negli ultimi anni tuttavia gli agricoltori hanno dovuto affrontare la comparsa di malerbe resistenti a cui si è aggiunta una avversione dell'opinione pubblica prima e del legislatore poi verso gli erbicidi di sintesi e in particolar modo verso il glifosate.

Si è resa quindi necessaria la ricerca di metodi alternativi per il controllo della flora spontanea. In questo quadro si inserisce l'accordo stretto tra Novamont e il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. In alcuni vigneti della denominazione saranno infatti testati teli pacciamanti in Mater-Bi e formulazioni erbicide a base di acido pelargonico.
 

Diserbo, obiettivo sostenibilità

Il Mater-Bi è una sostanza di origine naturale che si degrada nel tempo ad opera degli agenti atmosferici e dei microrganismi presenti nel suolo. Si presenta dunque come un comune telo pacciamante che però a fine stagione non deve essere rimosso dal campo ma 'scompare' da solo.

Una soluzione già in uso in altri settori, come l'orticoltura, ma restano da valutare le implicazioni dell'utilizzo di questi teli in viticoltura, ad esempio per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario, nonché la praticità e il costo. Se è vero che la viticoltura, specialmente in certe aree, è un'attività redditizia è anche vero che il diserbo chimico ha sempre assicurato un'elevata efficacia a costi bassi.

Anche l'utilizzo di formulati a base di acido pelargonico sarà vagliato dai tecnici del consorzio e di Novamont. Questo erbicida di origine biologica, della famiglia degli acidi monocarbossilici, viene ottenuto da oli vegetali e ha un effetto disseccante di contatto.

Esperienze in altri contesti hanno dimostrato l'efficacia del prodotto che tuttavia deve superare due ostacoli per trovare ampio utilizzo in viticoltura. Da un lato il costo elevato e dall'altro la necessità di eseguire più trattamenti per controllare le malerbe più tenaci che, in assenza di un prodotto sistemico, tendono a 'ricacciare', obbligando l'agricoltore a nuovi interventi in capo.

Si attendono dunque i risultati della sperimentazione che se soddisfacenti potranno rappresentare il punto di partenza per un nuovo approccio alla gestione della flora spontanea non solo nell'area del Prosecco, ma in tutti gli areali vocati alla viticoltura, in regime di difesa integrata come biologica.