L'Istituto agrario di San Michele all'Adige dichiara guerra alla vespa del castagno, un insetto originario della Cina che sta creando diversi problemi in alcune aree castanicole della provincia, in particolare in Alta Valsugana e nella valle del Chiese.

Il gruppo di lavoro sulle foreste e verde urbano del Centro trasferimento tecnologico di San Michele, in collaborazione con l'Ufficio fitosanitario della Provincia di Trento competente dell'applicazione dei decreti di lotta obbligatoria e con l'Ufficio prevenzione, sicurezza e lavori forestali del Servizio foreste e fauna, sta organizzando una serie di seminari e incontri per preparare e informare il personale delle stazioni forestali su come riconoscere i sintomi in bosco e individuare rapidamente nuovi focolai ancora circoscritti e controllabili.

"Nel contempo l'Istituto sta seguendo i focolai già esistenti e si sta organizzando per la lotta biologica mediante l'introduzione di un parassitoide, attualmente l'unico sistema di contenimento possibile  - spiegano Giorgio Maresi e Cristina Salvatori -. In quest'ambito sono previsti degli incontri con i castanicoltori della Cooperativa castanicoltori Trentino Alto Adige e delle diverse associazioni locali, il primo dei quali si è svolto di recente a Trento, per proseguire il lavoro di formazione già intrapreso negli anni scorsi e che, proprio grazie all'azione dei diretti interessati, ha portato all'individuazione dei tre focolai finora identificati".

Già dal 2007 sono stati segnalati in Trentino alcuni focolai di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, la vespa galligena ormai presente in molte aree, tra cui Giappone, Usa e Corea. Questa specie invasiva è stata riscontrata in Italia nel 2002 e purtroppo si è velocemente diffusa in gran parte delle aree castanicole. L'insetto, che vive gran parte del suo ciclo nella gemma senza sintomi apparenti, provoca al momento della germogliazione vistose galle sulle nuove foglie e sui getti fiorali, causando perdite di accrescimento e di produzione di frutti.