'L'inizio del 21° secolo sarà segnato non solo dalla tecnologia multimediale e dalle autostrade mediatiche, ma soprattutto dalla domanda elementare: come potremo nutrire nove miliardi di persone?'

E' Lester R. Brown, Fondatore del Worldwatch Institute & Presidente del Earth Policy Institute, a porsi questa domanda. I segnali della gravità del problema sono chiari. Dalla diminuzione degli stock di materie prime all'aumento del problema della fame in vari paesi (Messico, Egitto, ...): l'evoluzione globale spinge anche gli operatori della filiera agricola italiana ed europea a guardare oltre i confini dei propri campi.

Ci sono varie leve su cui si può agire per rispondere a questa domanda di alimenti. Una di queste è la difesa delle colture. Accanto ad una garanzia sull'uso sostenibile degli agrofarmaci, si rivela fondamentale la disponibilità per gli agricoltori delle sostanze attive e dei formulati necessari per proteggere le piante. Lo scenario europeo, dal punto di vista legislativo, pone però alcuni rischi.

 

Colture a rischio in caso di approvazione della revisione della revisione della Direttiva 91/414

Il Parlamento europeo sta discutendo la revisione della Dir. 91/414 che regola attualmente l'immissione in commercio dei principi attivi impiegati per la produzione degli agrofarmaci, introducendo criteri di esclusione (i cut-off criteria) che potrebbero limitare la disponibilità di agrofarmaci per il settore agricolo di circa il 40%.

'Il rischio maggiore è che si giunga a una contrazione dei prodotti disponibili, il tutto a scapito dell'intera produzione agricola europea. Una minore disponibilità di agrofarmaci - ha ribadito il presidente di Agrofarma, Luigi Radaelli, nel corso della presentazione dell'XI Rapporto Nomisma sull'agricoltura italiana - significherebbe una minore efficacia in termini di difesa dalle patologie e un conseguente calo di produttività. Evidentemente un calo della produzione agricola italiana favorirà l'importazione di prodotti da Paesi extra UE, dei cui standard di sicurezza, oltre che di qualità, non possiamo essere altrettanto certi'

Parole supportate dalle stime di Nomisma secondo le quali ad esempio, con l'applicazione del nuovo regolamento, il calo della produttività dei cereali si attesterebbe sul 20% entro il 2020. La modifica della Dir. 91/414, attualmente oggetto di discussione a Bruxelles, eliminerebbe dal mercato sostanze indispensabili per la difesa delle colture mediterranee, causando perdite di raccolto e l'aumento dei costi di tutta la produzione agricola. La proposta recentemente approvata dal Consiglio Europeo in prima lettura presenta l'introduzione di alcuni criteri di esclusione basati sulla classificazione di pericolo e quindi a prescindere dalla valutazione di ogni singola sostanza. Agrofarma propone quindi di valutare e classificare le sostanze attive sulla base del loro reale rischio; in questo modo si continuerebbe a garantire la sicurezza del consumatore e dell'ambiente, tutelando al tempo stesso la competitività dell'agricoltura italiana e UE.

 

Appuntamento al 13 gennaio 2009

Il processo relativo a questa revisione della normativa sugli agrofarmaci è basato sul cosiddetto 'pacchetto agrofarmaci' (pesticide package), che dovrebbe entrare in vigore dalla metà del 2010 e che è costituito da:

- una proposta di Regolamento elaborata dalla Commissione Europea e presentata al Parlamento ed al Consiglio Europeo, finalizzata alla modifica della Direttiva 91/414 (COM-2006-388)

- una Direttiva quadro sull'uso sostenibile degli agrofarmaci (on line, in versione Pdf), secondo la quale ogni Stato membro dovrà avviare dei piani formativi finalizzati al corretto utilizzo non solo degli agrofarmaci ma anche dei macchinari e delle attrezzature necessarie alla loro applicazione.

Il 13 gennaio 2009 avrà luogo un riesame 'pacchetto agrofarmaci' che vede come protagonisti il Parlamento Europeo (nello specifico la Commissione ambiente) ed il Consiglio Europeo. L'obiettivo consiste nell'elaborare gli emendamenti alla posizione comune (Common Position) precedentemente adottata, entro l'aprile 2009.

 

Gli scenari futuri per la difesa delle colture

Gli agrofarmaci, negli ultimi anni, sono stati caratterizzati da un importante sviluppo che ha portato alla sostituzione delle molecole di vecchia concezione con principi attivi di nuova generazione a ridotto impatto ambientale, basti pensare che l'utilizzo di agrofarmaci negli ultimi sedici anni si è ridotto del 35%. Con l'entrata in vigore del nuovo Regolamento (si noti che non si tratta di una Direttiva, quindi la norma sarà immediatemente applicabile in tutti i paesi dell'Unione), si apre uno scenario critico per i produttori agricoli europei. In particolare, a causa della possibile adozione dei cut-off criteria, per molte colture e per molte avversità si ridurrebbe drasticamente la disponibilità di sostanze attive impiegabili per la difesa.

L'utilizzo del principio basato sul pericolo supposto ai fini della valutazione dei principi attivi ammissibili significa che l'approvazione o l'esclusione di un p.a. sarebbero esclusivamente legate al pericolo intrinseco della sostanza attiva in quanto tale e non più al rischio reale che tale sostanza porrebbe al consumatore, all'ambiente ed all'operatore nelle condizioni realistiche di utilizzo come invece avviene oggi. Prendere in considerazione tali cut-off criteria vorrebbe dire, ad esempio, che anche la Vitamina A o D dovrebbero essere bandite poichè altamente dannose se assunte in quantità elevate. 

Un possibile scenario è stato presentato dal Dr. Mario Manaresi,  Regional Technical & Regulatory Affairs Manager di BASF Italia.

'La proposta della Commissione Europea, già fortemente restrittiva, è stata resa ancor più penalizzante per l'industria del settore, dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (Commissione guida ENVI) che ha proposto una serie di emendamenti che, se accolti, andrebbero a ridurre in maniera drastica il numero di sostanze attive a disposizione dell'agricoltura europea'.

'Abbiamo quindi effettuato la valutazione dell'impatto dei criteri di cut-off proposti con un'indagine riguardante 210 sostanze attive presenti sul mercato europeo

La proposta della Commissione Europea determinerebbe una riduzione di p.a. variabile fra un -9% ed un -25%. Qualora venissero applicati i criteri proposti dal Parlamento Europeo, tali percentuali scenderebbero ad un minimo di -67% fino ad una riduzione massima del -85%.

In specifico, quest'ultima proposta provocherebbe l'esclusione di vari insetticidi, fra cui tutti i piretroidi, i fosforganici, i carbammati e gran parte dei neonicotinoidi. Fra i fungicidi, sarebbero esclusi i triazoli, i ditiocarbammati e diverse strobilurine. Nell'ambito degli erbicidi sarebbero a rischio gli arilossifenopropionati e sarebbero escluse le dinitroanaline e le priridine.

Fra le colture più in pericolo, applicando i cut-off criteria secondo il parlamento Europeo (e considerando lo scenario peggiore, quindi con la massima percentuale di ipotesi di esclusione di sostanze attive), sarebbero annoverati il frumento (-59%), gli agrumi (-41%), la patata (-36%). In quest'ottica, risulterebbe particolarmente problematico il controllo di numerose avversità fra le quali le cocciniglie degli agrumi, la piralide del mais, oidio e ticchiolatura su melo, aleurodidi su pomodoro... e molte altre ancora.

 

Conclusioni e ulteriori approfondimenti

I risultati? 'Per le colture 'maggiori' la produttività verrebbe ridotta' evidenzia Manaresi 'con percentuali che vanno dal 10 al 50% mentre per le colture cosiddette minori, ma che rappresentano una realtà importante per l'Italia - i prodotti tipici - si corre il rischio di doverle abbandonare perché non più economicamente sostenibili'.

In generale una minore produttività si tradurrebbe in aumento dei costi per l'agricoltore e di conseguenza per il consumatore, nonché in una forte diminuzione di competitività dell'agricoltura europea.

Numerosi rapporti di Università e Istituzioni scientifiche europee hanno lanciato l'allarme: Wageningen University, PSD, Nomisma, Cranfield University, EuroCARE Bonn, ADAS, Institute for Agribusiness, FAO, Plantand Invertebrate Ecology Division (Rothamsted Research), la dichiarazione di Ljubljana, Humboldt University of Berlin, BfR...

Il COPA-COGECA, l'ente che riunisce tutte le associazioni di categoria europee, ha espresso viva preoccupazione richiedendo alla commissione europea un 'impact assessment' che consenta di valutare l'impatto della nuova normativa sull'agricoltura europea. Anche numerose associazioni di produttori sia nazionali che europee - OEITFL, freshfel Europe, A.R.E.F.L.H., Euroflour, Euromalt, Euromaisiers, UNistock…. - hanno espresso la loro viva preoccupazione e richiesto di valutare l'impatto di tale normativa prima dell'entrata in vigore. prima dell'entrata in vigore.

A parte la libera espressione delle proprie opinioni, ora l'agricoltura europea ha le 'mani legate'.

 

Spazio alle opinioni dei lettori su Agri-forum.it!

 

Link per approfondimento:

- I risultati dell'incontro dei membri della commissione Envi (Parlamento Europeo) del 5 novembre

- La nuova 'valutazione d'impatto' della PSD (Pesticides Safety Directorate è un'agenzia dell'Esecutivo per la salute e la sicurezza del Regno Unito)