Progettare un'azienda agricola biologica che funziona vuol dire cercare di ridurre il più possibile gli input esterni.

 

Questo il tema su cui si è concentrato l'evento "Progettazione e realizzazione dell'azienda agricola biologica del futuro" che si è tenuto venerdì 8 settembre 2023 presso il Sanatech, il salone professionale interamente dedicato alla produzione biologica e naturale. È intervenuto Alessio Capezzuoli, autore del libro "Orticoltura biologica da reddito".

 

Un'occasione per ripensare l'azienda agricola del futuro, a partire dagli investimenti possibili e dagli strumenti a disposizione, in un'epoca di cambiamenti climatici e aumento dei prezzi dei concimi e dei mezzi tecnici.

 

L'incontro è stato quindi dedicato principalmente alla riduzione degli input esterni sia per quanto riguarda la concimazione, che l'irrigazione e la difesa e le possibili alternative per un'azienda agricola biologica in fase di progettazione e realizzazione.

 

Come aumentare la sostanza organica del suolo

Il primo fattore da considerare per un'azienda biologica è la sostanza organica e quindi il grado di fertilità del terreno. La sostanza organica va aumentata il più possibile o mantenuta quando già ce n'è abbastanza, al fine di garantire una casa sana e accogliente per le radici delle piante e i microrganismi benefici.

 

A tal proposito, tra le tecniche più utili che si possono mettere in pratica all'interno di un'azienda agricola, si possono considerare il sovescio e l'autoproduzione di compost o, ancora meglio, di vermicompost.

 

Per il sovescio si usano generalmente dei miscugli di piante erbacee che, una volta sviluppatesi, in primavera vengono trinciate e i loro residui reintegrati nel suolo.

 

Oltre alla trinciatura ci sono anche altre possibilità, che spesso permettono di ottenere maggiori vantaggi. Per esempio, con un roller crimper, cioè un attrezzo provvisto di un rullo che devitalizza meccanicamente le colture di copertura, le piante vengono alettate e rimangono vive e distese sul terreno.

 

A differenza della trinciatura in cui dopo 2-3 settimane i residui colturali vengono interamente decomposti dai microrganismi e disidratati dal sole e dopo un mese e mezzo il terreno ritorna nudo, alettando le piante il terreno resta coperto fino alla fine dell'estate. Un terreno di questo tipo è sempre riparato dal sole e c'è meno evapotraspirazione di acqua, un'importante soluzione in vista di una sempre maggiore diminuzione delle precipitazioni.

 

Il vermicompost è un ammendante organico ricco di elementi nutritivi che si ottiene allevando lombrichi in una matrice organica, come per esempio il letame. È una pratica abbastanza semplice che permette di ottenere un prodotto davvero eccezionale.

 

Per autoprodurlo in azienda si deve partire dall'inoculazione dei lombrichi in un sottile strato di matrice organica steso per terra e man mano che questo viene consumato, si provvede ad aggiungere altri strati, permettendo ai lombrichi di spostarsi sempre verso l'alto per nutrirsi. Quando la lettiera raggiunge una certa altezza, lo strato più superficiale che è quello che contiene la maggior parte dei lombrichi, deve essere separato dal restante che, al contrario, è raccolto e lavorato per diventare il prodotto da commercializzare. Le lettiere sono generalmente larghe 4-6 metri e lunghe dai 20 ai 200 metri.

Leggi anche Il vermicompostaggio: che cos'è e come funziona

Tecniche per controllare l'eccessiva insolazione e ottimizzare la risorsa idrica

Tra i problemi da gestire all'interno di un'azienda agricola c'è quello delle alte temperature e dell'eccesso di insolazione. A queste condizioni, le piante in estate possono smettere di crescere per un periodo, senza morire.

 

In questi casi può essere d'aiuto un impianto di irrigazione soprachioma che riesce a tenere la temperatura sotto controllo, abbassandola, e rinfresca le piante. Questa strategia da sola, però, può non bastare.

 

Ed è qui che entrano in gioco le consociazioni. Si tratta di coltivare contemporaneamente più piante di specie diverse sullo stesso appezzamento di terreno. Questa pratica colturale, oltre ad avere una serie di vantaggi ambientali e agronomici, nel caso dell'eccessiva insolazione aiuta a fare ombra.

 

Durante l'incontro del Sanatech sono stati presentati esempi di consociazione utili per l'ombreggiamento come pomodoro e fagiolino oppure pomodoro, mais da polenta e canapone. Ma le consociazioni possono essere fatte anche con piante arboree. Impostando un frutteto con un sesto di impianto abbastanza largo (file distanti 8-10 metri) si può coltivare un orto estivo all'interno dei filari.

 

"Le consociazioni aumentano la biodiversità e diminuiscono anche l'incidenza di malattie in campo. Con un sesto di impianto largo si produce di meno ma si ha una percentuale inferiore di malattie e quindi meno input. Inoltre, su un solo ettaro posso avere diverse varietà scalari con le quali ottengo produzioni costanti e fidelizzo i clienti. Oggi, con il prezzo dei mezzi tecnici in aumento non è più così conveniente come una volta coltivare tante piante insieme", ha spiegato Alessio Capezzuoli.

 

Infrastrutture ecologiche per il controllo degli insetti

Per ridurre i mezzi tecnici di difesa diventano fondamentali nella aziende agricole bio tutte quelle strutture ecologiche che permettono di richiamare insetti utili. Per esempio, sono utilissime le siepi, che possono essere già presenti oppure coltivate con delle piante specifiche che richiamano insetti utili specifici.

 

La stessa cosa può essere fatta in serra con l'utilizzo delle banker plant, delle piante rifugio dove uno o più insetti utili possono alimentarsi e moltiplicarsi e così garantire la loro presenza durante l'attacco alle piante coltivate da parte di un insetto dannoso. 

 

Una novità per i novizi: gli orti in cassoni

In seguito alla pandemia, è stato osservato un maggior ritorno nelle campagne e all'agricoltura anche di chi è meno esperto. La tecnica degli orti in cassoni può aiutare chi ha poca esperienza a cominciare a coltivare in maniera più facile e meno pesante, anche in zone dove il terreno non lo permette.

 

Consiste nella creazione di aiuole rialzate in legno che possono essere alte anche fino all'altezza della cintura di chi coltiva (80 centimetri - 1 metro). Coltivare in questo modo diventa molto più comodo, c'è un miglior drenaggio dell'acqua e meno problematiche di marciumi e malattie e c'è un maggior controllo delle erbe infestanti. Inoltre, strutture di questo tipo possono assumere anche un valore ornamentale o utilità sociali e didattiche.

 

Così ha concluso il suo intervento Capezzuoli: "Questa tecnica funziona benissimo. Con un orto di 1000 metri in cassoni si riescono a guadagnare anche 400-500 euro a settimana. Ovviamente se si vogliono coltivare 10 ettari di ortaggi in questo modo, non è il metodo giusto. Gli orti in cassoni servono a chi vuole coltivare in piccolo, per esempio gli agriturismi".