Cambiamenti climatici, aumento della popolazione, scarsità di manodopera, inquinamento, difesa sostenibile delle colture. Le sfide che l’agricoltura ha davanti sono di tale portata che nessuna azienda può farcela da sola. Ne sono consapevoli in Kubota, che nel 2019 ha lanciato il suo Innovation Center a Nieuw-Vennep, a pochi chilometri da Amsterdam (Olanda), dove il Gruppo giapponese ha come obiettivo quello di accelerare l’innovazione adottando un approccio di Open innovation.


Durante il World Agri-Tech Innovation Summit abbiamo incontrato Peter van der Vlugt, general manager del Kubota Innovation Center Europe (KICE), che negli ultimi anni ha collaborato con università, startup, acceleratori ed enti di ricerca per sviluppare tecnologie utili al Gruppo, ma non solo.

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Come Innovation Center siamo sicuramente interessati ad investire in tecnologie che possono migliorare i nostri prodotti, ma guardiamo anche a settori non direttamente collegati ai nostri attuali business lungo tutta la filiera agroalimentare”, ci racconta van der Vlugt, che è stato chairman dell’AEF (Agricultural Industry Electronics Foundation) e ha lavorato per 24 anni per rendere sempre più innovativi i prodotti di Kverneland (azienda norvegese oggi parte del gruppo Kubota). 


Startup, risorse da valorizzare

Un esempio dell’approccio di Open innovation è Tevel, startup israeliana che si occupa di raccolta dei frutti grazie all’impiego di droni. I velivoli senza pilota, collegati ad una piattaforma semovente, sono dotati di telecamere e di algoritmi in grado di riconoscere la presenza di frutti (lavorano sul melo) all’interno della chioma degli alberi e di asportarli grazie a degli aspiratori.

 

La scarsità di manodopera è un serio problema in frutticoltura”, ci spiega Daria Batukhtina, strategic business development manager di Kubota. “In frutticoltura si potrebbe andare verso un modello di raccolto misto, in cui gli operai si occupano di raccogliere le mele nella fascia bassa della chioma, mentre i droni si occuperanno dei frutti disposti negli strati superiori”.

 

 

Se l’investimento in Tevel risale al 2022, nel giugno 2020 Kubota ha investito in un’altra startup per la raccolta automatica della frutta, Abundant Robotics, questa volta con sede negli Stati Uniti.

 

Come ci spiega van der Vlugt, il concetto di Open Innovation porta le aziende ad aprirsi verso l’esterno per intercettare ciò che di innovativo ed interessante accade nel mondo delle startup o delle università. Posto che nessuno può sapere da dove arriveranno le innovazioni del futuro, essere disposti ad ascoltare e a collaborare con soggetti terzi aumenta le possibilità di adottare innovazioni vincenti.

 

Il triangolo d’oro: aziende-startup-università

Con questo presupposto l’Innovation Center di Kubota in Europa ha stretto una partnership con StartLife, il più importante acceleratore di startup Agri-FoodTech in Olanda. Acceleratore che ha la propria sede all’interno dell’Università di Wageningen ed è partecipato dall’università stessa, considerata la più importante al mondo per quanto riguarda la ricerca nel settore dell’agricoltura. E proprio per creare, anche fisicamente, delle sinergie, il KICE nel 2021 ha traslocato proprio all’interno del campus di Wageningen.

 

Come sottolineato da van der Vlugt, le università possono essere una fonte inesauribile di innovazione, ma occorre che le idee e le tecnologie sviluppate all'interno degli Atenei siano fatte crescere e accompagnate in un percorso di accelerazione che trasformi la ricerca in un prodotto utile agli agricoltori. Il rischio concreto è infatti che il lavoro dei ricercatori rimanga chiuso in qualche cassetto.

 

Da sinistra a destra: Peter van der Vlugt, General Manager del Kubota Innovation Center Europe, Caroline Bijkerk, Global Partnerships Manager di StartLife, Jan Meiling, amministratore delegato di StartLife

Da sinistra a destra: Peter van der Vlugt, General Manager del Kubota Innovation Center Europe, Caroline Bijkerk, Global Partnerships Manager di StartLife, Jan Meiling, amministratore delegato di StartLife

(Fonte foto: Kubota)

 

Non solo meccanica, serve un approccio di filiera

Se i raccoglitori robotici in qualche modo si avvicinano al business di Kubota, ci sono molte altre startup che invece sono più lontane. Un esempio è TrapView, realtà slovena che ha messo a punto delle trappole smart per il monitoraggio da remoto degli insetti in frutteto.

 

All’interno della trappola è presente una camera che fotografa gli insetti rimasti incollati sulla pellicola e grazie a dei software di riconoscimento delle immagini è in grado di riconoscere la specie di appartenenza, fornendo report aggiornati agli agricoltori e ai tecnici.

 

Come Kubota non investiamo mai da soli in una startup, ma lo facciamo con dei partner scelti di volta in volta”, sottolinea van der Vlugt, che nel caso specifico ha investito con Oltre Ventures (fondo italiano) e Pymwymic. TrapView oggi è presente anche in Italia e le sue soluzioni sono commercializzate da Syngenta sotto il brand CropWise, che offre soluzioni digitali agli agricoltori.

 

Con TrapView è possibile monitorare da remoto la presenza di insetti nei frutteti

 

Kubota è partner anche di THRIVE, il programma di accelerazione per startup AgriFoodTech legato al fondo d’investimento californiano SVG Ventures (il più importante a livello globale), e a dicembre 2021 ha investito in Bloomfield Robotics, una startup statunitense incubata da THRIVE che utilizza la tecnologia di analisi delle immagini e l’IA per valutare la crescita delle piante e rilevare i parassiti nelle coltivazioni di uva, mirtilli e altri frutti.

 

Ad inizio 2023 Kubota ha investito anche in Chouette, una startup francese che usa l'AI per analizzare le immagini raccolte da droni e dai sensori sui trattori ed è in grado di riconoscere i sintomi delle malattie e analizzare il vigore delle viti. E ancora. A fine 2022 Kubota ha investito in Clarifruit, una startup israeliana che ha sviluppato una soluzione per il controllo qualità nel post-raccolta.

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Mai smettere di innovare

Tutte le grandi aziende investono nelle funzioni di Ricerca e Sviluppo interne, che rimangono il pilastro dell’innovazione. È da qui che provengono gran parte dei nuovi prodotti o delle migliorie che poi arrivano al consumatore finale.

 

Ma non per questo ci si può limitare a lavorare al proprio interno. Kubota, come la maggior parte delle altre aziende dell'agromeccanica o dell’agrochimica, dei fertilizzanti e del sementiero, sta lavorando con partner terzi al fine di raccogliere le opportunità offerte dal mercato, che la sola funzione di R&D non sarebbe in grado di generare.

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