Nella kermesse veronese dedicata al mondo dell'auto e ai suoi concessionari - l'Automotive Dealer Days 2023 di Veronafiere - ha trovato spazio anche una parentesi dedicata al mondo dei dealer agricoli: il Tractor Agricultural Observatory (Tao).

 

Sempre più incalzati da un modello di business "automotive style" i concessionari di macchine agricole si interrogano sul futuro della loro professione.

 

Andrea Borio, presidente Federacma (Federazione Italiana delle Associazioni Nazionali dei Commercianti Macchine e delle ACMA Territoriali), e Roberto Rinaldin, presidente Climmar (associazione che rappresenta i dealer agricoli a livello europeo), hanno scattato un'interessante istantanea del settore italiano evidenziandone criticità e prossime sfide.

 

Marco Fiaccadori, amministratore della concessionaria Fiaccadori Soluzioni, e Michela Lugli, coordinatrice della redazione di Agrimeccanica di AgroNotizie®, hanno presentato un segmento, quello dei mezzi asiatici, per anni demonizzato ma oggi non più cosi tanto marginale.

 

Infine, intervistate da Myriam Conti, responsabile comunicazione Federacma, Silvia Scabini, referente Unagreen, e Marika Mazzonetto, referente Unaservices, - entrambe realtà associate a Federacma - hanno risposto ad alcune domande in merito al sempre più stretto rapporto tra donne e agricoltura.

 

In Italia l'agricoltura è ... Anziana

E non ci riferiamo all'origine dell'agricoltura, ma al numero di mezzi agricoli ormai vetusti e per questo poco sicuri, presenti oggi in Italia. A lanciare il grido d'allarme è Federacma.

 

"Sono circa 2 milioni i trattori ormai vecchi e sprovvisti delle più basilari dotazioni di sicurezza. È un dato che non si può più ignorare: in un anno le morti bianche legate ai mezzi agricoli sono in media 120, più di qualsiasi altro settore, tutte dovute principalmente ad un parco macchine non adeguato" commenta Andrea Borio.

 

Andrea Borio, presidente di Federacma, sottolinea l'imporanza del rinnovo dei vecchi mezzi per la sicurezza degli agricoltori

Andrea Borio, presidente di Federacma, sottolinea l'importanza del rinnovo dei vecchi mezzi per la sicurezza degli agricoltori

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

La revisione di questi mezzi è ormai una chimera che puntualmente viene rievocata ma mai attuata - dal 2015 siamo in attesa di un decreto attuativo - e la loro rottamazione è ancora più irrealizzabile: manca un piano di fondi e incentivi seri e non a spot ma pianificati con criterio.

"Chi non sostituirebbe il proprio mezzo con uno nuovo e più funzionale se adeguatamente incentivato?" si interroga Borio.

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Il Pnrr prevede un fondo di 400 milioni di euro per la sostituzione delle macchine agricole con mezzi, tuttavia, solo elettrici o a metano. "Lodevole intento quello europeo, ma - per ora - la domanda supererebbe di gran lunga l'offerta di trattori conformi a questi requisiti" spiega Borio.

 

"Come Federacma vogliamo agevolare il lavoro degli agricoltori, supportando la sostituzione dei loro mezzi più vecchi. È ora che tutti gli attori coinvolti - leggasi Stato ndr. - dicano basta alle morti bianche in agricoltura" conclude Borio.

 

In Italia l'agricoltura è ... Dipendente

Nel nostro Bel Paese possiamo fare un curioso parallelismo tra il mercato delle macchine agricole e quel fenomeno agronomico che ogni buon agricoltore conosce: il consumo di lusso. L'apporto di eccessive quantità di concime rende le piante dipendenti da quest'ultimo che se non più distribuito sancisce la fine per la coltura.

 

Allo stesso modo, "l'agricoltura italiana è troppo spesso dipendente dalle sovvenzioni statali che sono gli unici motori dell'innovazione" commenta Rinaldin. "In Germania l'agricoltura 4.0 non è un incentivo, ma una pratica e chi la applica ottiene vantaggi agronomici ma anche economici".

 

Roberto Rinaldin, presidente Climmar, amplia la prospettiva e porta sul tavolo anche le esperienze dei dealer europei

Roberto Rinaldin, presidente Climmar, amplia la prospettiva e porta sul tavolo anche le esperienze dei dealer europei

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

In Germania prevalgono i "Big dealer" organizzati in grandi reti vendita con un complesso sistema di concessionari satelliti che controllano l'intero mercato dei mezzi agricoli. In Francia, dove lo spirito rivoluzionario lo si trova un po' ovunque, la presenza di un sindacato molto forte anche per i dealer agricoli, ha ottenuto importanti riconoscimenti lavorativi per il settore (salario minimo).

 

"I margini di guadagno sulle vendite dei trattori sono in calo e nuovi player (realtà legate all'automotive) guardano con interesse il nostro settore. Solo chi sarà in grado di cambiare adeguandosi al mercato odierno potrà sopravvivere" conclude Rinaldin lanciando un'ultima provocazione alla platea. "Nel nostro settore compare un nuovo robot ogni 45 giorni, in futuro, se non li venderemo noi lo farà qualcun altro al posto nostro".

 

In Italia l'agricoltura è... Legata al made in Italy

Marco Fiaccadori racconta la sua duplice esperienza come dealer e importatore e della sua scommessa (vinta) fatta nel lontano 2008 quando decise di credere in prodotti considerati da gran parte degli operatori del settore di serie b

 

"Nel 2006 siamo stati in Cina - racconta Fiaccadori - ma l'offerta di trattori non era adeguata alle richieste e alle esigenze del mercato italiano. Abbiamo continuato a guardarci in giro ed è nato un interesse per la Corea dove, durante un viaggio, abbiamo conosciuto Kioti".

 

Fiaccadori Soluzioni è oggi il distributore unico della coreana Kioti e dell'indiana Solis. Con una rete di oltre 150 rivenditori distribuiti in modo capillare sull'intero territorio nazionale cui fornisce formazione e assistenza, si sostituisce in tutto e per tutto al costruttore.

 

"Con gli anni queste macchine hanno avuto un'interessante evoluzione. Oggi l'offerta nazionale arriva a 90 e 130 cavalli ma presto verrà lanciato un modello da 140 cavalli" commenta Fiaccadori.

 

Marco Fiaccadori, amministratore di Fiaccadori Soluzioni, racconta la sua esperienza come rivenditore di brand asiaticiMarco Fiaccadori, amministratore di Fiaccadori Soluzioni, racconta la sua esperienza come rivenditore di brand asiatici

Marco Fiaccadori, amministratore di Fiaccadori Soluzioni, racconta la sua esperienza come rivenditore di brand asiatici

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"In Italia l'evoluzione verso un sistema composto da Big Dealer e Sub Dealer stenta a partire perché la struttura delle rete vendita mal si predispone ad una simile transizione" aggiunge Fiaccadori. "Diversificare la propria offerta prodotto potrebbe risultare una strategia vincente: oggi sulle medie e alte potenze vincono i grandi brand storici, ma sulle basse potenze le macchine asiatiche possono rappresentare un'opportunità di crescita per i concessionari".

 

Nato come concessionario, ora a Marco Fiaccadori piace definirsi importatore, ma attenzione le sue attività non si limitano al solo import di mezzi orientali. "L'importazione è solo il primo passo, svolgiamo l'importante ruolo di collegamento tra la casa madre e il mercato italiano, ci occupiamo delle omologazioni, della logistica interna e, non da ultimo, dell'assistenza ai clienti finali" spiega Fiaccadori.

 

In Italia l'agricoltura è ... Scettica

E se in Italia le macchine orientali stentano a prendere piede, in altri stati europei la conquista è già iniziata e i numeri - i pochi disponibili - lo confermano: aumentano le produzioni in Asia e cresce l'export verso l'Europa.

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"India, Cina e Turchia, sono i principali produttori di trattori al mondo. In India solo nel 2021 sono state prodotte oltre 1 milione di macchine (fonte: Agrievolution)" racconta Michela Lugli.

 

E se questo non fosse sufficiente a convincere della nuova centralità dei produttori asiatici, basta pensare che tra il 2017 e il 2022 India e Corea hanno registrato un'impennata delle esportazioni di trattori. "India e Corea con un aumento rispettivamente del +146% e del +159% dell'export (fonte: Nomisma, dati doganali) corrono molto veloce anche se, ad oggi, regsitrano ancora risultati intermini di valore nettamente più bassi rispetto ai grandi esportatori come Germania e Stati uniti," aggiunge Lugli.

 

Michela Lugli, coordinatrice della redazione di Agrimeccanica di AgroNotizie, porta l'attenzione sui dati di mercato

Michela Lugli, coordinatrice della redazione di Agrimeccanica di AgroNotizie, porta l'attenzione sui dati di mercato

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

L'Italia nel 2022 è rimasta una piccola isola felice - se così possiamo dire - la percentuale di trattori asiatici immatricolati sul totale si ferma a un contenutissimo 0,12%, valore che sale anche di 100 volte se si considerano l'immatricolato in Francia (10%), Polonia (10%) e Germania (11,7%).

 

Il trattore made in oriente convince il mercato europeo per le sue dotazioni semplici ed essenziali, l'efficienza nei consumi e una manutenzione ridotta.
"Tutte caratteristiche ideali per una fascia di agricoltori che ricerca macchine di bassa potenza e con un rapporto qualità prezzo competitivo, garantito da economie di scala e costi di manodopera ridotti" conclude Lugli.

In Italia l'agricoltura è ... Donna

Se a livello commerciale i trattori asiatici sono stati per anni disprezzati forse ingiustamente, senza dubbio ingiusto è stato - e in molti casi lo è ancora oggi - il trattamento riservato alle donne nel settore agricolo, specialmente nell'ambito della meccanica.

 

"Se guardiamo i dati a livello nazionale l'Italia sul fronte della paritàdi genere è ancora molto, troppo, indietro: le classifiche (Global Gender Gap Report 2021) ci collocano al 63esimo posto, subito dopo Uganda e Zambia, e in Europa siamo 25esimi su 35. Sono nata e cresciuta in un mondo maschile ma ora la mia professionalità e il mio ruolo sono riconosciuti, come è giusto che sia" commenta Marika Mazzonetto.

 

"Nel mio percorso è stato fondamentale il sostegno delle persone intorno a me. Il rapporto con colleghi e collaboratori mi ha dato la forza di andare avanti ogni giorno. Oggi posso dire che un'ambiente di lavoro sano e reciprocamente corretto è imprescindibile per la parità dei diritti uomo donna" aggiunge Silvia Scabini.

 

Al centro, Myriam Conti, responsabile comunicazione Federacma, intervista, da sinistra, Marika Mazzonetto e Silvia Scabini

Al centro, Myriam Conti, responsabile comunicazione Federacma, intervista, da sinistra, Marika Mazzonetto e Silvia Scabini

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

In passato prerogativa maschile, oggi la presenza di figure professionali femminili in agricoltura è un dato di fatto e, forse, un esempio per tutti quei settori dove la parità di genere è solo una parola.

 

"Per il futuro auspichiamo che la parità dei sessi divenga un tema davvero alla base di tutte le realtà aziendali, che ci siano uguali diritti per tutti senza distinzioni" conclude Scabini. "E che i doveri - prosegue Mazzonetto - siano suddivisi tra tutti, uomini e donne, senza pregiudizi di genere".

 

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