Ok dalla Commissione Europea ai Piani Pac di Ungheria, Austria, Svezia, Croazia e Lussemburgo per il periodo 2023-2027. I Piani sono finanziati con un totale di circa 29 miliardi di euro tra fondi europei e nazionali. Con 8 miliardi di euro il Paese con più fondi è l'Ungheria, quello con meno fondi il Lussemburgo. I Piani Pac dei diversi Paesi hanno diversi punti in comune, come garantire un reddito equo agli agricoltori, la tutela dell'ambiente e della biodiversità, lo sviluppo delle aree rurali e la promozione dell'innovazione nel settore agricolo, valori che rispecchiano in pieno i dieci pilastri fondanti della nuova Pac.
I cinque Piani approvati nel dettaglio
Ungheria
L'Ungheria ha delle ottime condizioni per lo sviluppo agricolo, tanto che 5,3 milioni di ettari sono coltivati e gli agricoltori nel Paese sono 430mila. Circa il 60% delle aziende agricole ungheresi produce bestiame (pollame, maiali, ovini e bovini), mentre le colture principali sono frutta e verdura.
Tra i punti chiave del programma, finanziato tra fondi nazionali ed europei con 10 miliardi di euro, ci sono:
- aiuti per le piccole e medie imprese con un supplemento di 80 euro per ettaro per le superfici fino a 10 ettari di terreno, e di 40 euro a ettaro per quelle comprese tra 10 e 150 ettari,
- aiuti per aziende in tredici settori (tra cui colture proteiche, riso, barbabietola da zucchero, pecore e bovini), con un sostegno accoppiato al reddito che va da 28 euro per le pecore femmine a 728 euro per l'ettaro per la produzione di riso,
- miglioramento del bilancio idrico su oltre 3 milioni di ettari di terreni agricoli,
- incentivi per migliorare il benessere, l'igiene e l'alimentazione per il bestiame,
- imboschimento di 21mila ettari di terreno e una gestione sostenibile di 127mila ettari di foreste,
- supporto a 1.600 aziende agricole per la transizione digitale e modernizzazione di 7.700 aziende,
- cento strategie di sviluppo e 1.565 progetti per promuovere attività artigianali, ecoturismo, festival gastronomici e culturali, mercati locali, sviluppo di strade, abitazioni su piccola scala e servizi wi-fi,
- raddoppio dell'area di agricoltura biologica entro il 2027,
- appositi ecoschemi per gli agricoltori che attuano pratiche climatiche e ambientali oltre i requisiti minimi di legge (rotazione e diversificazione delle colture, conservazione di pascoli, aree non produttive e zone umide, eccetera),
- consulenza e scambio di conoscenze su temi ambientali e climatici per 736mila persone.
Austria
L'Austria possiede circa 110mila aziende agricole e un'agricoltura in "scala ridotta", dato che la maggior parte delle aziende agricole si trova su territorio montuoso o in aree difficili da coltivare. Inoltre, il 44% del territorio è occupato da foreste.
Tra i punti chiave del programma, finanziato tra fondi nazionali ed europei con 8,7 miliardi di euro, ci sono:
- 93 milioni di euro annuali per i pascoli alpini, ossia aree con piante foraggere, vegetazione erbacea e aree torbose che forniscono una base di produzione aggiuntiva per circa 26mila aziende agricole,
- 466 milioni di euro annuali di sostegno al reddito di base per circa 2,2 milioni di ettari di terreni,
- aumento fino al 30% della superficie agricola della quota di produzione biologica,
- 7% di terreni agricoli entro il 2030 con alberi da frutto, cespugli, siepi, fasce fiorite per la biodiversità,
- più benessere animale: sessanta giorni all'anno per il pascolo nelle zone alpine e più spazio nelle stalle,
- distribuzione più equa dei pagamenti diretti e schemi di qualità per supportare le filiere corte locali,
- investimenti nelle aree rurali: aumento della banda larga, creazione di 11mila nuovi posti di lavoro e supporto a 1.800 aziende,
- consulenza e formazione per 1,3 milioni di persone su temi come clima, ambiente e agricoltura,
- il 20% della superficie agricola beneficerà di ulteriori pratiche di conservazione della natura (l'Austria già spende il 60% del suo budget per lo sviluppo rurale in pratiche ambientali), mentre il 56% delle aree agricole verrà coltivato con metodi di protezione della qualità dell'acqua.
Svezia
La Svezia possiede 59mila aziende agricole e circa il 70% del Paese è ricoperto da foreste, motivo per cui meno del 10% del territorio è coltivato. Il Paese ha un buon settore caseario che, insieme alla carne bovina, rappresenta circa un terzo del valore produttivo del settore agricolo.
Tra i punti chiave del programma, finanziato tra fondi nazionali ed europei con 6 miliardi di euro, ci sono:
- sostegno per 2 miliardi di euro al reddito agricolo e aiuti specifici per i giovani agricoltori (che possono ricevere fino a 32mila euro per l'avvio della propria attività agricola),
- supporto al settore bovino, dell'apicoltura e a 14mila agricoltori per la produzione zootecnica,
- 806 milioni di euro per promuovere le pratiche agricole sostenibili nelle zone forestali e di montagna,
- 125 milioni di euro per migliorare il benessere degli animali come la cura degli zoccoli per i bovini, l'analisi del foraggio per le scrofe, la tosatura supplementare delle pecore e l'analisi dei parassiti,
- 1,3 miliardi di euro per obiettivi ambientali (sequestro del carbonio, mantenimento di distese erbose, rotazione delle colture) con l'obiettivo di mantenere 420mila ettari di terreni sostenibili ogni anno,
- obiettivo del 96% di Superficie Agricola Utilizzata (Sau) che rispetti le buone condizioni agricole e ambientali: sostegno per il mantenimento di zone umide e stagni e per evitare l'invasione di erbe infestanti nelle acque su 84mila ettari di terreno,
- incoraggiamento all'utilizzo di strumenti digitali, utilizzare l'esatta quantità di nutrienti necessari alle colture per circa 9mila agricoltori, onde evitare perdite di sostanze nutritive,
- il 14% (circa 430mila ettari) dei terreni agricoli riceverà sostegni per sviluppare l'agricoltura biologica,
- sostegno alle imprese e alle aree rurali tramite i quaranta gruppi operativi Leader, per sviluppare nuovi prodotti e servizi, per utilizzare i mercati locali in modo più efficiente e per sviluppare la banda larga,
- consulenza e formazione per 43mila persone sull'introduzione di nuove tecnologie e metodi di lavoro agricoli, con un focus su sostenibilità e biodiversità.
Croazia
L'agricoltura croata è caratterizzata principalmente da piccole imprese a conduzione familiare, il 70% delle quali copre meno di 5 ettari di terreno. Il 68% della Superficie Agricola Utilizzata in Croazia è terreno arabile, il restante 26% è coperto da pascoli e prati permanenti.
Tra i punti chiave del programma, finanziato tra fondi nazionali ed europei con 3,7 miliardi di euro, ci sono:
- investimenti in settecento aziende agricole e in 350 aziende di trasformazione per la costruzione di serre, nuove strutture, stoccaggi per letame, sistemi di irrigazione e per l'acquisto di attrezzature agricole,
- 20% della dotazione per i pagamenti diretti ai piccoli e medi agricoltori per i primi 30 ettari di terreno, per ridurre il divario di reddito tra piccole, medie e grandi aziende,
- il 65% di tutto il bestiame sarà coperto da pagamenti per il miglioramento del benessere animale: limitazione di antimicrobici per il 29% del bestiame, più spazio all'aperto e alimentazione di qualità,
- abbandono dell'allevamento in gabbia di galline ovaiole per gli allevatori che beneficeranno della Pac,
- aumento della superficie biologica agricola dall'attuale 6,5% al 12%,
- aiuti agli agricoltori per la preservazione di siepi e muretti a secco su 145 ettari e di frutteti e oliveti estensivi, rispettivamente su 93 ettari e 674 ettari,
- ecoschemi per gli agricoltori che attueranno pratiche climatiche e ambientali oltre i requisiti minimi previsti (rotazione delle colture, uso di concimi naturali, mantenimento del paesaggio e uso di colture che fissano l'azoto, come le leguminose),
- creazione di sentieri didattici, strutture ricreative, pannelli informativi e rifugi nelle foreste,
- incentivi a più di mille agricoltori con meno di quaranta anni, per aiutarli ad avviare le loro aziende agricole,
- sostegno per l'adozione di tecnologie agricole digitali per circa la metà delle aziende agricole croate,
- creazione di 34 gruppi operativi nell'ambito del Partenariato Europeo per l'Innovazione per riunire ricercatori, consulenti, agricoltori che coopereranno per affrontare le sfide ambientali e di vario tipo,
- consulenza e assistenza per oltre 240mila persone,
- investimento di 103 milioni di euro nell'ambito del programma europeo Leader nelle aree rurali per la creazione di 14mila nuovi posti di lavoro, 84 investimenti in infrastrutture e 76 in progetti extra agricoli.
Lussemburgo
Nonostante le sue piccole dimensioni, metà del territorio lussemburghese è occupato da terreni agricoli. Nel Paese ci sono 1.970 aziende agricole, metà delle quali di oltre 50 ettari, e il 6% dell'area agricola è soggetto ad agricoltura biologica (nel 2020 c'erano 114 aziende biologiche). I settori agricoli principali sono latte, carne vino e cereali.
Tra i punti chiave del programma, finanziato tra fondi nazionali ed europei con 465 milioni di euro, ci sono:
- sostegno per compensare le difficoltà degli agricoltori, dato che l'intera Superficie Agricola Utilizzata del Lussemburgo (132mila ettari) è soggetta a vincoli naturali e di altro tipo,
- sostegno al settore della carne bovina, dato che il reddito agricolo in questi settori è ancora più basso della media,
- pagamento ridistributivo di 30 euro per ettaro per i primi 30 ettari dell'azienda e di 70 euro per ettaro per le aree fra i 30 e i 70 ettari, per un sostegno più equilibrato per le piccole, medie e grandi imprese,
- investimenti per l'ammodernamento di fabbricati zootecnici con tecniche di riduzione di anidride carbonica e gas serra, pannelli fotovoltaici e produzione di biogas,
- 20% di superficie biologica entro il 2030,
- fondi aggiuntivi per gli agricoltori che si impegnano nel rispetto delle buone condizioni agronomiche e ambientali oltre i limiti previsti,
- finanziamenti per gli agricoltori disposti ad allevare il proprio bestiame in un sistema meno intensivo,
- riduzione della densità di bestiame di almeno il 15% entro i primi tre anni di Pac,
- sovvenzioni tra i 70 euro per ettaro e i mille euro per ettaro (a seconda delle sostanze attive e del tipo di coltura) agli agricoltori che vogliono abbandonare l'uso di agrofarmaci nelle loro aziende,
- miglioramento delle zone rurali (che hanno già una copertura a banda larga del 92%) con più inclusione sociale, accessibilità ai servizi di base, creazione di posti di lavoro e sviluppo di imprese,
- aiuti per 80mila euro ai giovani agricoltori che vogliono avviare un'impresa agricola. Aiuti che posso raggiungere i 100mila euro se il giovane agricoltore ha svolto una pratica agricola professionale di almeno sei mesi all'estero.
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