La tecnica agronomica messa a punto sotto la regia del professore Amedeo Reyneri ha potuto contare su un team multidisciplinare di partner, per ogni aspetto tecnico: Syngenta per la selezioni degli ibridi per la produzione della granella; Unimer per i fertilizzanti solidi; Cifo per la nutrizione localizzata alla semina, fertirrigazione e biostimolanti fogliari; Topcon per le tecniche di agricoltura di precisione; Adama per la fornitura di agrofarmaci; Maschio Gaspardo per le macchine e Deutz-Fahr per la trattrice; Netafim per lo sviluppo delle soluzioni di microirrigazione. Si sta parlando di una vera orchestra che suona all'unisono.
L'annata 2021 ha messo a dura prova i maidicoltori italiani e anche sugli ettari coltivati utilizzando il protocollo Combi Mais, che mette in primo piano la sostenibilità, ambientale ma anche economica, si sono avute difficoltà. "Quest'anno - ha detto Leonardo Bertolani, agronomo - abbiamo avuto 278 millimetri di pioggia contro i 519 del 2020". La siccità non è stata l'unico problema, c'è stata alternanza fra gelo e piogge, con tre giorni di aprile durante i quali si sono toccati i -5°C. La siccità ha colpito nel momento della fioritura e, ad agosto, le temperature sono state molto elevate. Sono state prodotte 16,80 tonnellate di granella a ettaro, con un profitto a ettaro che non è mai andato sotto i 1.200 euro a ettaro e che, a seconda della destinazione d'uso della granella, ha superato anche i 2mila euro/ettaro.
La sanità della granella è stata così elevata da essere adatta all'alimentazione per bambini, le aflatossine sono state tenute quindi sotto controllo. "È nelle annate peggiori che Combi Mais dimostra la sua efficacia nel rendere la coltura resiliente", ha detto Mario Vigo, presidente di Innovagri e titolare dell'Azienda Agricola Folli. Per il 2022 si sta già guardando avanti e si pensa di introdurre le cover crop per l'alternanza delle colture. "Combi Mais deve giocare d'anticipo. Sulle cover siamo in un ragionevole anticipo. Per il 2022 contiamo sulle cover crop e su leguminose", ha detto ancora il professore Reyneri.
Reyneri ha poi voluto sottolineare il ruolo che il mais può avere nel contesto delle politiche green che ha impostato l'Unione Europea. Contrariamente a quanto la maggior parte delle persone pensa, il mais è estremamente efficiente. "Il mais nazionale produce in media 12 tonnellate di granella a ettaro e 13 tonnellate di residui (tutoli, stocchi, ecc), ovvero 1,8 tonnellate di humus, sostanza organica stabile, ciò si traduce in 0,9 tonnellate di carbonio a ettaro, 3,2 tonnellate/CO2 equivalente sequestrate. Il protocollo Combi Mais cosa fa? Se guardiamo ai dati 2021, produce 18 tonnellate di granella a ettaro, lascia 19 tonnellate/ettaro di residui, blocca 2,6 tonnellate/ettaro di humus che equivalgono a 4,4 tonnellate di CO2 equivalente. Un ettaro di granella di mais assorbe sette volte la CO2 emessa per la coltivazione. Ciò ci dice che se sai produrre con efficienza tu hai un'azione ambientale importante".