La disponibilità di risorse idriche per l'agricoltura sarà nei prossimi anni al Sud uno degli elementi decisivi per lo sviluppo delle imprese. E mentre nel decreto Semplificazioni, approvato dal Consiglio dei ministri, è stato inserito, tra i progetti prioritari del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello presentato dalla Regione Campania che prevede la captazione delle acque a scopo irriguo e potabile dall'invaso formato dalla diga sul fiume Tammaro a Campolattaro nel Sannio, Confagricoltura Puglia rilancia la necessità di puntare al riutilizzo di acque reflue depurate e affinate nel comparto irriguo.
 

Campolattaro, un progetto da 480 milioni

"Il progetto impegnerà fondi per 480 milioni e la sua rapida realizzazione segnerà un importante passo in avanti per l'ampliamento delle reti irrigue". Così Vito Busillo, presidente dell'Unione regionale della Campania dell'Associazione consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue, commenta l'inserimento del progetto di captazione delle acque a scopo irriguo e potabile del bacino di Campolattaro in provincia di Benevento.

Il territorio della Valle Telesina - in provincia di Benevento - passerà da circa 4mila a 15mila ettari di territorio irrigabile e in più il Consorzio di bonifica del Sannio Alifano disporrà di acqua in caduta in tale quantità da poter rinunciare agli attuali impianti di sollevamento che hanno costi energetici importanti. I lavori di sbarramento del fiume Tammaro iniziarono ormai 44 anni fa, sulla scorta della legge 219/81 che finanziò gli interventi post terremoto dell'Irpinia - altro evento eccezionale - che colpì duramente anche il territorio sannita il 23 novembre del 1980. E l'opera fino ad oggi è rimasta inutilizzata.

"È un segnale importante quello che viene dal Governo con il via libera all'importante progetto di Campolattaro, che ha anche una fondamentale valenza per gli acquedotti idropotabili - sottolinea Busillo, che è vicepresidente nazionale di Anbi - ma occorre a questo punto rilanciare a livello nazionale e regionale anche tutta la preziosa attività di salvaguardia dei territori effettuata dai consorzi di bonifica che occorrerà nel tempo finanziare per la salvaguardia idrogeologica e la difesa idraulica, e non solo, delle zone agricole".
 

Confagricoltura Puglia, riutilizzo acque depurate per essere indipendenti

"Per evitare la dipendenza idrica della Puglia è necessario puntare al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, ma per farlo la Regione deve investire in strutture idriche", è quanto ha detto il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro durante il webinar sulle "Tecniche di irrigazione in olivicoltura a minor impatto ambientale" organizzato da Confagricoltura Puglia e da Confagricoltura Foggia nell'ambito del progetto "Sostenibilità e innovazione: iniziative di informazione per la filiera olivicola pugliese - Sì olivo".

Durante il webinar si sono svolte le relazioni di Roberto Rana, professore associato presso il dipartimento di Economia dell'Università di Foggia, e di Alessandro Vivaldi, ricercatore presso il dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali dell'Università di Bari. I relatori hanno illustrato alcuni esempi di gestione irrigua di precisione in olivicoltura e presentato le principali tecniche di gestione delle acque reflue urbane affinate.

Per ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura - è stato evidenziato - è importante la conoscenza da parte delle aziende del consumo di acqua. In particolare, per quanto riguarda la produzione di olio di oliva gli studi rilevano che un minore o maggiore valore dell'indice di consumo dipende principalmente dalla tipologia di sistema produttivo utilizzato (intensivo, semintensivo o tradizionale) e dalla gestione delle acque di vegetazione.

Tra le soluzioni che possono essere adottate per limitare l'utilizzo di risorse idriche vi è l'introduzione di nuove tecnologie come quelle dell'agricoltura digitale oppure il riutilizzo delle acque reflue.