"Le nuove infezioni accertate confermano che continua la virata e l'avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera e ciò rende ancora più necessario che gli agricoltori abbiano sostegni concreti e la possibilità di diversificare le attività colturali per garantirsi un futuro imprenditoriale realistico, affidandosi ai dati scientifici. Si assiste ad una evoluzione continua del fronte della batteriosi attualmente spostato più ad Ovest rispetto ai precedenti aggiornamenti con 314 ulteriori olivi infetti in un anno di monitoraggio" commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Riguardo alle nuove regole per la delimitazione - 5 chilometri di zona di contenimento in area infetta e 5 chilometri di zona cuscinetto - introdotte dal nuovo regolamento comunitario, in base alle valutazioni del gruppo di lavoro scientifico costituito da Coldiretti Puglia, è stato proposto dall'organizzazione di "rivedere la demarcazione sulla base delle risultanze dell'ultimo monitoraggio effettuato. In particolare limitatamente alla provincia di Taranto sul fronte jonico dell'epidemia si potrebbe arretrare l'attuale limite delle zone cuscinetto e contenimento riportando quest'ultima a ridosso dei focolai più ad Ovest".
Secondo Coldiretti Puglia tale arretramento comporterebbe "numerosi vantaggi in termini di efficacia del prossimo monitoraggio, efficienza nell'uso delle risorse per la sorveglianza, minore impatto, ad esempio, su attività vivaistiche ricadenti in zone a tutti gli effetti non ancora interessate dalla comparsa di focolai d'infezione".
Occorre fare presto e aumentare l'efficacia dei monitoraggio, perché da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento - aggiunge Coldiretti Puglia, in base alla elaborazione di dati Sian - la produzione di olio ha subìto un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con il minimo storico di 3.979 tonnellate prodotte nella campagna 2019/2020 a Lecce, con una diminuzione dell'80%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto, oltre agli incalcolabili danni al paesaggio e al turismo in Puglia.
Il contagio della Xylella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale della Puglia.
"Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo - insiste il presidente Muraglia - perché la Xylella è come il Covid-19, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell'area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento".