Il provvedimento punta a una maggiore tutela dei prodotti made in Italy, delle indicazioni geografiche, e dei cittadini, mettendo al centro "il riconoscimento del valore prioritario della identità dei cibi, uno degli elementi fondativi alla base della dieta mediterranea, patrimonio dell'umanità". Aumenta gli strumenti normativi contro gli illeciti agroalimentari, le frodi, le contraffazioni e le cosiddette agropiraterie. Inoltre intende portare a una modernizzazione del sistema repressivo nel settore della produzione e distribuzione alimentare.
Si compone di quattordici articoli in cui si riconoscono due obiettivi fondamentali: tutela della salute pubblica e integrità dei prodotti alimentari. Da questi capisaldi deriva la necessità di tutelare le imprese e assicurare massima protezione alla filiera alimentare per garantire le eccellenze nazionali. Tra le novità più rilevanti l'introduzione del reato di agropirateria e della nuova fattispecie denominata 'disastro sanitario'. Accanto alla repressione la riforma introduce anche norme di carattere sociale, come per esempio la beneficenza dei prodotti sequestrati (bevande e alimenti) che, sia pure non commerciabili, non risultino dannosi per la salute pubblica.
"Il falso made in Italy - ha osservato Teresa Bellanova - costa al nostro paese 100 miliardi di euro all'anno, contro i circa 42 di export dei prodotti autentici. Un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri produttori, mina la salute dei consumatori, ingannandoli, e rischia di incrinare la reputazione del paese. Con questo testo, che prende le mosse da una proposta della commissione Caselli, si garantisce l'effettiva tutela dei prodotti alimentari, si rielabora il sistema delle sanzioni, e si amplia la sfera delle tutele. Fin dal mio insediamento al ministero ho sostenuto la necessità di rafforzare ulteriormente il sistema di controlli, che già oggi ci pone tra i migliori al mondo" soprattutto "per sconfiggere la concorrenza sleale che avvelena le filiere e produce distorsioni inaccettabili di mercato".
Per quel che riguarda la sicurezza alimentare, nella normativa vigente il perno della tutela era costituito da ipotesi contravvenzionali. Adesso invece sono previsti illeciti di natura delittuosa. Il trattamento sanzionatorio era complessivamente tenue e le fattispecie poco adatte a far fronte alla realtà economica e soprattutto all'avanzata criminale. Viene arricchito il catalogo delle condotte riguardante la frode e diventano più severe le sanzioni. Sono molte le modifiche al Codice penale, nella parte dedicata ai reati in materia di tutela dell'incolumità e della salute pubblica.
In particolare, viene inclusa la condotta di avvelenamento di acque o alimenti: ogni tipologia di acque, non solo quelle destinate al consumo. Si include la contaminazione, oltre alla corruzione, di acque, alimenti e medicinali tra le condotte illecite; viene aumentata la pena e si estende la sanzione anche a chi, in fase di produzione dei beni, li rende pericolosi violando le disposizioni relative alla loro sicurezza. Si parifica la sanzione per alimenti e bevande e per i medicinali. Viene punita ogni condotta, nell'ambito di un'attività di impresa, che riguarda la 'distribuzione commerciale' dei beni, frutto dei reati di 'adulterazione'. Si punisce l'omesso ritiro o l'omesso richiamo, se già in circolazione, dei beni adulterati da parte dell'operatore di commercio, una volta che questi abbia appreso della loro pericolosità. Viene sanzionata ogni informazione commerciale infedele su beni destinati al consumo da cui possa derivare un pericolo per la salute pubblica.
S'introduce una fattispecie del tutto nuova, denominata 'disastro sanitario', che consiste nel provocare con colpa, la lesione grave o gravissima o la morte di tre o più persone, con, in aggiunta, il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi ai danni di altre persone. C’è uno specifico capo relativo ai delitti contro il patrimonio agroalimentare: vengono aumentate le pene per la contraffazione delle denominazioni protette e indicazioni geografiche dei prodotti alimentari, e si prevede il reato di agropirateria. Sono introdotte anche alcune aggravanti, per esempio, per i fatti commessi mediante falsi documenti di trasporto o false dichiarazioni all'organismo di vigilanza; per false presentazioni di un alimento come biologico. Modifiche anche in tema di confische. Si amplia il catalogo dei reati per i quali è già prevista la confisca per sproporzione. Per la frode in commercio e il commercio di alimenti con segni mendaci viene ammessa l'intercettazione.
Vengono ampliati i casi di incidente probatorio e s'introduce la possibilità di destinare i prodotti alimentari confiscati a scopo di beneficenza (il giudice potrà disporre l'assegnazione dei prodotti confiscati ad enti territoriali o ad altri enti pubblici, associazioni o consorzi, affinché successivamente alla rimozione di marchi e segni distintivi di identificazione sia possibile la distribuzione gratuita delle derrate alle persone bisognose). Si modifica la disciplina della responsabilità degli enti ampliando l'entità delle sanzioni, estendendo i reati presupposti e differenziando l'onere per i soggetti coinvolti in ragione della loro dimensione. Viene introdotta una fattispecie delittuosa nuova per reprimere le condotte riguardanti alimenti inadatti al consumo umano (deteriorati o contaminati), svolte nell'ambito di un'attività di impresa, ma che non comporti un pericolo per la salute pubblica.
Si disciplinano alcuni illeciti amministrativi, come la commercializzazione di prodotti privati, anche in parte, mescolati a sostanze di qualità inferiore o comunque aventi una composizione non conforme alle norme vigenti. Viene estesa la possibilità di svolgere operazioni sotto copertura per l'accertamento degli illeciti. In materia di tracciabilità obbligatoria degli alimenti, l'illecito amministrativo viene sostituito con un illecito penale.
"Con il volume d'affari annuale del business delle agromafie è importante la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900 - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - le agromafie non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocano l'imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti. L'innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell'agroalimentare che per questo va perseguita anche attraverso un'articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti".