Anche a livello di infrastrutture immateriali, le regioni del Nord presentano un'alta e crescente diffusione di reti digitali, con l'Emilia Romagna sul podio con circa il 90% delle famiglie che accedono a internet, a fronte di una media nazionale dell'84%, che al Sud scende al 78%; quanto all'utilizzo di internet da parte delle imprese il quadro appare meno netto: nel Nord-Ovest circa il 50% delle imprese usa internet nelle attività operative e commerciali, mentre nel Nord-Est l'incidenza scende al 46%, a fronte di una media nazionale del 48%.
È quanto emerso dalla quarta edizione di "Grow!", l'action tank di Agrinsieme che riunisce Cia-agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari.
Le note dolenti, come evidenzia uno studio elaborato ad hoc da Nomisma per Agrinsieme e illustrato dal responsabile dell'area agricoltura e industria alimentare della società di ricerca Denis Pantini, arrivano confrontando i numeri del Nord Italia con quelli dei principali competitor europei, verso i quali pesa un divario a sfavore del nostro paese. La dotazione media di infrastrutture materiali, infatti, pari a 797 chilometri ogni mille chilometri quadrati nel Nord-Ovest e a 774 chilometri ogni mille chilometri quadrati nel Nord-Est, risulta inferiore alle aree del Regno Unito (2.483 chilometri/mille chilometri quadrati), della Francia (2.266 chilometri/mille chilometri quadrati) e della Germania (1.028 chilometri/mille chilometri quadrati); anche nelle infrastrutture immateriali emerge un distacco rispetto ai competitor Ue: nelle regioni del Nord Italia la digitalizzazione delle famiglie è pari all'87% nel Nord-Ovest e all'88% nel Nord-Est, percentuali superiori alla media italiana dell'84%, ma inferiori a quelle di Germania e Regno Unito.
Secondo Agrinsieme, tali ritardi infrastrutturali con i paesi Ue continuano a pesare in maniera significativa sulla competitività del paese e del nostro agroalimentare; il sistema infrastrutturale, infatti, è indispensabile per una maggiore efficienza della movimentazione delle merci, ma anche e soprattutto per il raggiungimento di mercati più lontani e promettenti. In questo contesto il Nord Italia, nonostante presenti un quadro grossomodo positivo rispetto al resto del paese, ha performance inferiori a quelle dei principali competitor comunitari. Ed è proprio l'agroalimentare a risentire più di altri settori di un simile gap di reti fisiche e digitali, che si traduce in mercati domestici inefficienti, con una minima integrazione spaziale e temporale, in una bassa trasmissione del prezzo e, infine, in una limitata competitività sui mercati internazionali, tutti fattori che vanno a impattare sui redditi degli agricoltori e sulle opportunità di investimento privato.
"Basti pensare che mentre nel 2008 il differenziale nel solo export agricolo tra l'Italia e la Spagna era pari al 92%, dieci anni dopo la forbice si è allargata fino al 168%, con l'export degli spagnoli a superare i 20 miliardi di euro contro i nostri 7 miliardi. E rispetto al top exporter europeo, i Paesi Bassi con oltre 30 miliardi di esportazioni agricole, il differenziale che scontiamo è passato dal 200% nel 2008 al 302% nel 2018. Vale la pena di ricordare, infine, che nel Settentrione si concentra circa il 60-70% dell'export agricolo e alimentare nazionale, per un valore complessivo che nel 2018 è stato di circa 30 miliardi di euro", dichiara Agrinsieme.
Sul ruolo delle infrastrutture per l'agricoltura del Nord si sono confrontati a Bologna la ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, i presidenti delle Commissioni Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi e della Camera dei deputati Filippo Gallinella, gli assessori all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Simona Caselli e del Piemonte Marco Protopapa e Carlo Sabetta di Assotelecomunicazioni-Asstel. Sono inoltre intervenuti il coordinatore nazionale di Agrinsieme Franco Verrascina e i copresidenti del coordinamento Dino Scanavino, Massimiliano Giansanti e Giorgio Mercuri.
Premettendo che occorre ridurre le differenze tra il Nord e il Sud del paese e il gap con il resto d'Europa, la ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali ha ricordato come le infrastrutture per il digitale, per il trasporto e per il risparmio idrico giochino un ruolo fondamentale per favorire la competitività del settore agricolo ed agroindustriale del nostro paese, che anche in questo periodo di crisi continua ad offrire risposte positive sul fronte dell'occupazione e della capacità di essere presenti sui mercati.
"A questo proposito - ha affermato la ministra - dobbiamo costruire una squadra che lavori per raggiungere obiettivi comuni. Perché in Italia il problema maggiore non deriva dagli stanziamenti per le opere pubbliche, ma dalla loro fattibilità. Ci sono 120 miliardi di euro per opere da realizzare entro il 2025. Compito della politica è sbloccare queste risorse affinché le imprese possano confrontarsi al meglio con i loro competitor".
"In quest'ottica - ha dichiarato Teresa Bellanova - il nostro ministero ha recentemente messo a punto la strategia nazionale per il risparmio idrico, con 500 milioni di euro disponibili per opere immediatamente cantierabili e realizzabili nel 2020". La ministra ha poi sottolineato che occorre spezzare l'isolamento e il progressivo abbandono delle aree interne del paese e a tale proposito la digitalizzazione può fornire un contributo fondamentale. Infine, Teresa Bellanova, affrontando il tema della nuova Pac e della sostenibilità, ha voluto rimarcare che "l'agricoltura non è la colpevole per il cambiamento climatico in atto, rappresenta invece la soluzione. Per questo i costi della sostenibilità non possono essere tutti a carico del settore primario, se si vuole veramente puntare sull'obiettivo della sostenibilità ambientale, bisogna dimostrarlo con risorse aggiuntive".
Anche l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli, ha evidenziato l'importanza delle infrastrutture e ha ricordato che la regione ha posto grande attenzione a questo tema, considerando prioritario sbloccare la situazione del nodo di Bologna, cruciale per il collegamento tra Nord e Sud.
"La nostra infrastrutturazione - ha aggiunto Simona Caselli - comprende poi ferrovie, porti ed aeroporti. Per quanto riguarda le merci, in particolare l'ortofrutta, molto diffusa nella regione, la strada vincente sarà rappresentata dalla portualità integrata con le ferrovie. A questo proposito, la Regione Emilia Romagna ha portato avanti un importante lavoro per lo sviluppo del porto di Ravenna ed ha realizzato un protocollo con le Ferrovie italiane per il miglioramento dell'intermodalità con investimenti per circa 25 milioni di euro. Parallelamente, poi si sta costruendo una rete di logistica integrata attraverso una piattaforma formata dai diversi ortomercati".
Per quanto concerne le infrastrutture immateriali, la maggior parte dei comuni del territorio regionale sono già collegati con la banda ultra larga ed entro il 2021 la connessione raggiungerà il 100% dei centri dell'Emilia Romagna. "Un contributo importante in questo settore - ha concluso Simona Caselli - deriva dal recente trasferimento a Bologna del Centro big data europeo, uno dei cinque più importanti al mondo".
Il ruolo strategico delle amministrazioni pubbliche è stato ricordato anche dall'assessore all'Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa, il quale ha richiamato l'esigenza di effettuare investimenti di lungo periodo che non si limitino a risolvere le emergenze del momento. In quest'ottica, secondo l'assessore la realizzazione della Tav potrà garantire risultati significativi, potenziando l'asse orizzontale Nord-Est, determinante per ottenere sinergie strategiche allo sviluppo delle imprese e del territorio in cui operano.
Franco Verrascina, coordinatore nazionale di Agrinsieme e presidente Copagri, ha rimarcato che "dallo studio di Nomisma si evince il gap tra il nostro paese e gli altri Stati europei, come Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Un gap esistente anche tra regioni del Nord e del Sud e perfino tra le stesse aree geografiche". "Stiamo quindi cercando di mettere a confronto le imprese che guardano al mercato globale con le istituzioni - ha aggiunto Verrascina - per far capire che le infrastrutture sono fondamentali per il settore". "Occorre trovare le risorse per investire sulle infrastrutture materiali (strade, ferrovie con l'alta velocità, porti, aeroporti), ma anche su quelle immateriali come blockchain ed e-commerce" ha concluso Verrascina. "Ci vuole il coraggio delle scelte per garantire un futuro al paese e ai nostri giovani".
Massimiliano Giansanti, copresidente di Agrinsieme e presidente Confagricoltura, ha ribadito l'esigenza delle infrastrutture digitali per aumentare la competitività degli imprenditori agricoli italiani ed affrontare con successo il mercato globale. Accanto a porti, aeroporti e strade, serve anche la "rete" con un grande piano per la digitalizzazione dell'agricoltura in grado di aumentare la semplificazione, ridurre la burocrazia e favorire un migliore accesso al mercato.
La necessità di creare fiducia nell'innovazione e condividere le potenzialità delle nuove reti è stata sottolineata da Carlo Sabetta, di Assotelecomunicazioni-Asstel, cha ha ricordato come la piattaforma 5G rappresenti oggi la principale infrastruttura immateriale. Sabetta ha poi spiegato che secondo un recente studio la realizzazione della cosiddetta rivoluzione digitale comporterà, nei prossimi anni, un ritorno positivo di circa 20 miliardi l'anno in termini di produttività e consentirà la riconversione di una forza lavoro pari a circa 1,5 milioni di persone.
"Quello delle infrastrutture è un tema fondamentale soprattutto per le agricolture che hanno volumi produttivi di elevata quantità e qualità, e che dialogano coi mercati di tutto il mondo, perché le eccellenze di questa area d'Italia sono il fiore all'occhiello dell'export agroalimentare" ha dichiarato Dino Scanavino, copresidente di Agrinsieme e presidente Cia-agricoltori italiani. "Una componente strategica di questo progetto - ha aggiunto Scanavino - è rappresentata dal miglioramento e dal potenziamento della viabilità nelle aree rurali, che richiede un intervento di sistema, a cui si abbina una adeguata infrastrutturazione idrica nelle campagne".
Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati Filippo Gallinella, ha ricordato l'importante passo avanti compiuto in Italia nel 2019 per le infrastrutture con appalti che hanno raggiunto i 13,3 miliardi di euro. "Una strada su cui intendiamo proseguire - ha aggiunto Gallinella - come dimostra l'azione del ministero dell'Innovazione che ha aperto un tavolo ed una piattaforma per consentire a tutti gli stakeholder di interagire su queste tematiche". L'innovazione e la digitalizzazione devono far parte di una riforma strutturale dello Stato che promuova più democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione.
Il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi ha invece richiamato l'esigenza di un impegno comune di fronte ai numerosi problemi del settore agricolo, un gigante con potenzialità enormi ma alle prese con grandi sfide, tra cui in particolare la riforma della Pac rivolta al New green deal ed i cambiamenti climatici. Mutamenti che vanno affrontati con adeguati investimenti. "Solo così - ha dichiarato Vallardi - potremo consentire ai nostri agricoltori di continuare a produrre e tutelare il made in Italy, minacciato dalla competizione di altri paesi, non solo europei, che realizzano prodotti con standard qualitativi decisamente inferiori ma messi in diretta competizione sul mercato con le nostre produzioni".
In conclusione dei lavori Giorgio Mercuri, copresidente Agrinsieme e presidente Alleanza cooperative agroalimentari, ha affermato che il mondo produttivo italiano sta facendo squadra per mettere al centro i problemi vissuti quotidianamente dagli agricoltori. In questo scenario la produzione ha deciso di fare filiera, non solo dal punto di vista della rappresentanza ma anche come capacità di proporsi al mercato, per dare forza ai prodotti italiani. Il nostro paese si vuole inserire nelle opportunità della commercializzazione a livello internazionale, ma deve fare i conti con alcune difficoltà tra cui quelle infrastrutturali. "Il sistema - ha concluso Mercuri - ci deve mettere nelle condizioni di essere competitivi nella gestione delle nostre stesse imprese e c'è la necessità di mettere in campo progetti importanti sia per strutture reali che per quella che oggi chiamiamo agricoltura 4.0 di cui abbiamo fortemente bisogno".
Leggi la scheda sull'agricoltura nel Settentrione