Anche se il grano duro va verso una mietitura 2019 contrassegnata dalla scarsità di prodotto, i principali mercati all'ingrosso del Mezzogiorno d'Italia continuano ad avere un'intonazione ribassista, registrando in questa settimana un nuovo taglio dei prezzi che va da 2 a 4 euro alla tonnellata per il grano duro fino nazionale.

Prezzi fermi invece per quello estero. I ribassi scontano in anticipo, e in un'ottica di breve periodo, l'approssimarsi della nuova mietitura e quindi di una maggiore presenza di prodotto nazionale da qui ad una ventina di giorni per le zone pianeggianti e per quelle di bassa collina più favorite. E' questo il dato di sintesi che si ricava dai listini de mercati all'ingrosso di Bari, pervenuto il 21 maggio, e di Foggia, pubblicato ieri.
Intanto, Ismea registra stabilità sui mercati all'origine ancora rilevati, ma fa eccezione la piazza di Catania, dove i prezzi già bassi scendono ancora, segnando un valore massimo il 14 maggio di 211 euro la tonnellata. E proprio nel secondo bacino produttivo nazionale di grano duro l'amministrazione regionale tenta la carta della valorizzazione dei grani duri siciliani con un patto di filiera.


Sicilia, si punta ad una norma organica di filiera

Nello scorso fine settimana si è fatto sentire l'assessore all'agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera, intervenuto alla tre giorni sul grano duro siciliano di Palazzolo Acreide (Siracusa).

"Dopo le numerose iniziative in materia messe in campo dal governo Musumeci, fondamentali per l'economia della cerealicoltura siciliana, che vanno dallo sblocco di gran parte dei pagamenti Agea, ai controlli sulle importazioni nei porti siciliani, alla deroga alla ripetizione pluriennale del grano biologico, all'iscrizione di 20 cultivar locali al registro nazionale delle varietà da conservazione e all'individuazione per decreto degli agricoltori custodi, passando per l'approvazione del disciplinare per il marchio Qualità Sicura, garantito dalla Regione Siciliana, è giunto il momento di riunire attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera del grano siciliano" ha detto l'assessore Bandiera.
E prossimamente sarà proprio il centro del siracusano ad essere teatro di questo incontro al fine di "Giungere alla stesura di una norma organica, che metta insieme tutti gli anelli della filiera e che possa costituire volano e valore aggiunto per il rilancio del comparto cerealicolo siciliano" ha sottolineato l'assessore.

Intanto, ecco i prezzi che si stagliano all'orizzonte in questa penultima settimana di maggio.


Bari, prezzi all'ingrosso

Alla Borsa merci della Camera di commercio di Bari il 21 maggio, il grano duro fino nazionale di provenienza provincia di Bari e Lucania - peso specifico Kg 79 ogni 100 litri, proteine minime 13%, umidità massima 12%, bianconato 25% massima – si è attestato a 240,00 euro sui valori minimi e 243,00 euro sui massimi, registrando rispettivamente una flessione di 3 euro la tonnellata sul valore minimo e di 4 euro sul massimo registrati nella seduta del 14 maggio scorso.

Sempre a Bari, il 21 maggio si è registrata la stabilità dei prezzi sui grani duri di provenienza estera: il Canadese di prima qualità con almeno il 15% di proteine ha confermato i 245,00 euro alla tonnellata sui minimi e 248,00 euro sui massimi; stessa sorte per il pastificabile Francese, proteine 14,50%, nuovamente attestatosi a 243,00 - 245,00 euro alla tonnellata.
 

Foggia, prezzi all'ingrosso

A Foggia il grano duro fino nazionale all'ingrosso della mietitura 2018 ha messo a segno ieri, 22 maggio 2019, la quarantaduesima quotazione di stagione rilevata alla Borsa merci della Camera di commercio dall'Osservatorio prezzi, con valori in discesa sulle quotazioni del 15 maggio di 2 euro a tonnellata.

E il pastificabile sulla piazza dauna si è così attestato a 243,00 euro a tonnellata sui valori minimi e 248,00 di prezzo massimo alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio" per il cereale in buone condizioni e con un contenuto proteico minimo del 12,5%.

Si tratta di prezzi ancora elevati: dal 27 febbraio 2019 alla seduta del 27 marzo i prezzi del cereale pastificabile a Foggia si erano tenuti sui valori di 239-244.
Le ultime tre quote massime raggiunte dal grano duro fino nazionale a Foggia in questa campagna commerciale sono le seguenti: 247 euro tra il 23 ed il 30 gennaio, 250 euro nella seduta del 10 aprile e infine 253 euro dal 17 aprile all'8 maggio, seduta rispetto alla quale la perdita complessiva è di 5 euro/tonnellata.

Stabile invece il 22 maggio a Foggia il prezzo del biologico, che permane a 390 euro sui minimi e 395 sui massimi. Tali valori risultano così superiori di ben 15 euro ai 375-380, rimasti inviolati dal 5 dicembre 2018 fino alla seduta del 27 marzo 2019. Il prezzo del biologico a Foggia dal 4 luglio 2018, data della sua prima quotazione con 360-365 euro a tonnellata, ha messo a segno complessivamente sulla mietitura 2018 un rincaro medio di 30 euro a tonnellata.

In diminuzione di 2 euro a tonnellata il 22 maggio a Foggia c'è anche il prezzo del grano slavato sull'ultima seduta. Il prodotto slavato da 77-78 chilogrammi ogni 100 litri di volume cala così a 231 euro sui minimi e 236 sui massimi. Stessa scena anche nella categoria dei grani duri slavati con peso litrico inferiore a quello del grano duro fino. Il grano duro tra 75 e 76 chilogrammi ogni 100 litri di volume scende a 221-226 euro. Mentre il grano con meno di 75 chilogrammi per 100 litri di volume, si attesta a 211 euro sui minimi e i 216 euro sui massimi.
 

Matera, prezzi all'origine

A Matera i prezzi in campagna per il grano duro fino locale rilevati da Ismea, alle condizioni "franco azienda", si confermano stabili ed elevati: 244,00 sui minimi e 248,00 sui massimi confermati il 20 maggio 2019 e fermi ormai dal 18 marzo scorso: oltre due mesi.
 

Catania, prezzi all'origine

In Sicilia le ultime rilevazioni Ismea pubblicate dall'istituto sono del 14 maggio e risultano in calo di 2 euro a tonnellata su quelle già basse del 7 maggio 2019 e riguardano la piazza di Catania, dove il grano duro fino alle condizioni "franco azienda" è sceso a 206 euro alla tonnellata sui minimi, e 211 euro sui massimi. Una riduzione dell'1% sulle ultime rilevazioni.