Una corsa al laureato quella che ha visto protagonisti i primi cinque laureati del nuovo corso di laurea magistrale in Agricultural Engineering erogato dal Politecnico di Milano. Hanno discusso la tesi lo scorso mercoledì 10 aprile e già sono operativi all'interno di alcune realtà del panorama della meccanica agricola.
Il corso, attivato nell'anno scolastico 2021-2022 in lingua inglese, si prefigge di formare figure specialistiche per la gestione dell'innovazione tecnologica dei sistemi agroindustriali, proponendo una visione multidisciplinare e sistemica. Si tratta di un percorso di formazione tra i pochi presenti in Europa e il primo in Italia.
Il professor Gianni Ferretti presenta il corso di laurea magistrale in Agricultural Engineering
La grande fame di ingegneri con competenze agronomiche
Il corso di laurea magistrale in Agricultural Engineering risponde al crescente bisogno formativo espresso dalle aziende di figure professionali con competenze trasversali in ambito agronomico e ingegneristico, in grado di gestire aspetti complessi della produzione agricola e agro-industriale.
"Le esigenze da cui nasce il corso sono quelle dell'Agricoltura 4.0 - spiega il professore Luca Bascetta, docente di Robotica e Automazione e coordinatore del corso di laurea. Un'agricoltura in cui la tecnologia è sempre più presente e imprescindibile. All'agronomo come all'agricoltore è oggi richiesto di essere in grado di scegliere gli strumenti tecnologici appropriati, capire che impatto possono avere sulla qualità della produzione, sulla qualità del lavoro e integrarli all'interno dell'azienda".
L'agricoltura 4.0 ha fatto emergere la necessità di nuove competenze da mettere in gioco in ambito agricolo (Ai generated, DALL·E 3)
(Fonte foto: AgroNotizie)
L'esempio più evidente è rappresentato dall'importanza delle competenze riguardo la gestione dei dati agronomici, la cui elaborazione sta alla base del principio di agricoltura di precisione. "Con il diffondersi dell'agricoltura 4.0 è emersa la necessità per un agronomo di essere aggiornato sulla parte di data analytics, cosa non banale in quanto richiede delle competenze di matematica avanzata che non sono presenti nel background di chi si è formato in ambito agrario" - commenta Bascetta.
Altrettanto rilevanti sono le necessità che si riscontrano nel mondo della meccanizzazione agricola, ambito in cui sussiste una grande fame di ingegneri in grado di destreggiarsi nel contesto di applicazione delle macchine che progettano.
"Se in precedenza la progettazione di un trattore necessitava competenze di tipo meccanico, oggi tali competenze non bastano più - afferma Bascetta, che aggiunge: "La grande maggioranza di ciò che c'è nel trattore è elettronica e software e comincia ad acquisire rilevanza anche l'applicazione dell'intelligenza artificiale. Pertanto le aziende costruttrici di macchine agricole sono alla ricerca di una figura intermedia, in grado di concepire quello che viene fatto non solo nel dettaglio della progettazione del singolo elemento, ma come un sistema di tante componenti che interagiscono in maniera complessa, in una visione sistemistica".
Il percorso di laurea per diventare Ingegneri dell'Agricoltura
Il corso prevede 4 semestri di formazione e un tirocinio di tesi ed è aperto non solo a studenti che hanno conseguito una laurea triennale in ingegneria o in scienze agrarie, ma anche a chi è in possesso di una laurea in ambito scientifico. Il primo semestre è dedicato all'allineamento della preparazione con la proposta di percorsi paralleli per fornire competenze ingegneristiche ed agronomiche agli studenti provenienti da studi differenti.
La laurea magistrale in Agricultural Engineering offre una visione ad ampio spettro sull'agricoltura (Ai generated, DALL·E 3)
(Fonte foto: AgroNotizie)
Gettando un occhio al piano di studi è evidente che il corso propone una visione ampia che spazia dall'agronomia e zootecnia alla meccanizzazione ed automazione, dalla biochimica e microbiologia all'analisi dei dati agronomici.
"Uno dei punti di forza di questa magistrale è il fatto che riesce a fornire una visione ad ampio spettro su tutta l'agricoltura, che ovviamente è una materia immensa, offrendo però dei punti focali per ogni aspetto e scendendo nel pratico della materia" - commenta Lorenzo Peronaci, uno dei cinque laureati lo scorso 10 Aprile.
Bilanciare teoria e pratica
La sede è il Polo territoriale di Cremona del Politecnico di Milano, dove corsi teorici ed attività pratiche si coniugano, in linea con la vocazione agricola del territorio cremonese.
"Questa nuova proposta formativa è nata dal confronto con le aziende grazie anche alla presenza a Cremona dell'Osservatorio Smart Agrifood che ha fatto da ponte con il tessuto economico locale", commenta Bascetta. Abbiamo attivato diverse collaborazioni e progetti con molte realtà sia italiane che estere organizzando con loro seminari, workshop, tirocini, corsi immersivi e visite aziendali che ci hanno permesso di trovare il giusto bilanciamento tra la parte teorica e quella applicativa. Con tali realtà sono stati avviati anche diversi progetti di ricerca da portare avanti nel nostro neonato laboratorio Rosetea".
Polo territoriale di Cremona del Politecnico di Milano, sede del corso di laurea in Agricultural Engineering
(Fonte foto: Poitecnico di Milano)
Le attività di collaborazione con le aziende sono state significative. Secondo Luca Succi, uno dei primi cinque neolaureati "le varie visite in azienda e alle fiere di settore che abbiamo fatto - alcune organizzate dai professori stessi, altre in autonomia - mi hanno permesso di toccare con mano ciò che studiavamo a lezione. Oltre a nutrire il mio interesse per l'ingegneria applicata all'agricoltura, sono state molto utili nel fornire un modello applicativo dell'innovazione tecnologica in agricoltura".
Assunti già prima di laurearsi
La cerimonia del 10 aprile ha visto consegnare il titolo a cinque studenti. Quattro di questi hanno svolto una tesi in azienda, dalla quale sono stati subito assunti, addirittura prima di laurearsi ufficialmente. "Nonostante ad un docente dispiaccia vedere quasi tutti gli studenti andare a fare una tesi in azienda - commenta Bascetta - l'assunzione rappresenta una conferma che la preparazione che hanno avuto è stata apprezzata".
Al termine della magistrale in Agricultural Engineering si è di fatto ingegneri, a prescindere dal percorso di provenienza. "In fase iniziale il nostro timore riguardava l'eventuale difficoltà di allineamento sulle competenze ingegneristiche per gli studenti provenienti da un altro percorso di studi. Abbiamo constatato che era un timore infondato. Non solo tutti sono riusciti ad allinearsi, anche grazie ad una grande motivazione, ma ciascuno è riuscito a mettere a frutto anche il bagaglio di competenze personali che aveva dagli studi precedenti. Si è visto nei lavori di tesi dei primi laureati: cinque lavori su tematiche molto diverse tra di loro con denominatore comune l'applicazione dell'innovazione tecnologica in agricoltura".
La voce agli studenti
Abbiamo chiesto ai due neolauerati Luca Succi e Lorenzo Peronaci, un breve commento sul corso e su cosa fanno oggi, appena qualche giorno dopo il conseguimento della laurea.
I primi cinque Ingegneri dell'Agricoltura accanto alla commissione di laurea durante la cerimonia del 10 aprile 2024
(Fonte foto: Politecnico di Milano)
Lorenzo Peronaci
Essendo un percorso di nuova formazione e dalla grande ambizione, ci è capitato come studenti, di segnalare piccole criticità. Il corpo docenti ci ha sempre ascoltato, dando valore ai nostri feedback che sono stati la base per modifiche migliorative al corso - afferma Peronaci, che aggiunge - a settembre 2023 mi sono trasferito a Padova per svolgere la tesi presso Antonio Carraro sulla valutazione dell'utilizzo di olio biodegradabile nelle trasmissioni ibride idromeccaniche CVT. Prima di finire il tirocinio ho firmato una lettera di impegno reciproco che ha portato ad una rapida assunzione. Ad oggi mi occupo di testing nel reparto ricerca e sviluppo dell'azienda".
Luca Succi
Durante il corso, essendo il primo anno di inaugurazione, a lezione non eravamo in tanti. Si è naturalmente instaurato un rapporto molto diretto e personale, sia tra noi studenti che con i professori. Se avevo un problema o un dubbio da chiedere al professore non mi facevo problemi. In termini didattici mi sono sentito molto seguito - afferma Succi, che aggiunge - Dopo qualche indecisione se svolgere il tirocinio in università o in azienda, ho deciso di fare la tesi in Cobo sul sistema VLN per l'automazione della guida in vigneto. Alla fine del tirocinio la collaborazione ha preso la forma di un'assunzione, ad oggi vivo a Reggio Emilia e lavoro nella divisione Advanced Engineering".
Sviluppi futuri
Tra gli aggiornamenti del corso per il nuovo anno c'è un nuovo manifesto degli studi che prevede l'attivazione di due ulteriori percorsi di allineamento specifici, per un totale di quattro. "Abbiamo riscontrato maggiori criticità sull'uniformità della formazione tra le diverse ingegnerie, molte e diverse tra loro. Quindi abbiamo riformato il manifesto degli studi. Da settembre sarà garantita una formazione sulla parte di controlli automatici anche agli studenti provenienti da un diverso percorso di laurea - conclude il professor Bascetta.
La meccanizzazione agricola richiede figure intermedie in grado di avere una visione sistemica sull'agricoltura
(Fonte foto: Politecnico di Milano)
La nuova laurea magistrale in Agricultural Engineering del Politecnico di Milano, e gli altri neonati percorsi paralleli, tra cui segnaliamo il Politecnico di Torino e l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, riusciranno a porre rimedio alla grande fame di ingegneri di cui soffre il comparto agricolo?