Dopo la corsa a centrare l’obiettivo di spesa al 31 dicembre 2018, il 2019 sarà un anno di esami per i Piani di sviluppo rurale delle regioni degli Stati membri dell’Ue ed anche per quelle del Mezzogiorno d’Italia.
Questo perché la Commissione europea, dopo aver verificato lo stato di attuazione dei programmi con la performance review, prevista dall’articolo 21 del Regolamento Ue 1303/2013, entro due mesi dal ricevimento delle rispettive Relazioni annuali di attuazione, nel 2019 adotterà una Decisione in base alla quale attribuirà la riserva di efficacia (performance reserve) alle priorità dei Psr che hanno conseguito i target intermedi al 31 dicembre 2018, previsti  dall’articolo 22 del Regolamento 1303/2013. Un premio in più da spendere in pratica, che per le regioni meno sviluppate del Mezzogiorno, ove mai fosse completamente attribuita, varrebbe circa 272,3 milioni di euro solo di Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e potrebbe generare complessivamente oltre 450,1 milioni di ulteriore spesa pubblica.

Laddove, invece, i target intermedi – intesi come obiettivi fisici da realizzare - non siano stati conseguiti in maniera soddisfacente sono possibili sanzioni; in particolare la Commissione potrà procedere alla sospensione dei pagamenti nel 2019 e a correzioni finanziarie in chiusura (articolo 22 paragrafi 4 e 5 del Regolamento 1303/2013).

Inoltre, in base a quanto previsto dall’Accordo di partenariato con un atto successivo, saranno definiti i principi fondamentali per la riassegnazione degli importi corrispondenti della riserva di efficacia non assegnata alle priorità dei Programmi che singolarmente non risultano aver conseguito i propri target intermedi alla verifica del 2019.

In attesa di conoscere dalla Commissione come siano andate le cose e a chi andrà la premialità del Feasr è possibile stimare, sulla base dell’impiego finanziario dei fondi per priorità, quale sia stata la qualità della spesa del Psr a fine 2018, grazie al “Report di avanzamento della spesa pubblica dei Psr 2014-2020”, pubblicato da Rete rurale nazionale sulla base dei dati resi disponibili da Agea Coordinamento. Questo sarà uno degli strumenti di valutazione della Commissione sull’attribuzione della riserva di performance.
 

Psr Basilicata

Il Psr Basilicata, che come tutte le regioni del Mezzogiorno ha raggiunto l’obiettivo dell’azzeramento della soglia di disimpegno automatico, presenta tre priorità in positivo per il raggiungimento del target finanziario di spesa per aggiudicarsi la riserva di efficacia.
La priorità 2 “potenziare la competitività agricola e la redditività delle aziende agricole” ha superato di gran lunga l’obiettivo di 8,3 milioni di euro in conto Feasr, con una saturazione del 181%, quasi il doppio. Altri obiettivi raggiunti: quello della priorità 5 “incentivare l'uso efficiente delle risorse, passaggio ad una economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima” e della 6: ”inclusione sociale, riduzione povertà e sviluppo economico zone rurali” per la quale si riesce a spendere più del doppio dell’obiettivo assegnato. Al di sotto dell’obiettivo di spesa da raggiungere ci sono invece le priorità 3 “promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare e gestione rischi settore agricolo” con il 78,35% e la priorità 4 “preservare, ripristinare e valorizzare ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e foreste” che si ferma al 66,85%.
 

Psr Calabria

Il Psr Calabria almeno sul piano finanziario non ha problemi: tutte le priorità hanno raggiunto i target di spesa per aggiudicarsi la riserva di efficacia, da un minimo del 152,57% per la 2, quella sulla competitività e redditività delle aziende agricole, ad un massimo di saturazione dell’obiettivo del 169,52% per la priorità 3 che comprende l’organizzazione delle filiere e la protezione dai rischi. In questo caso, a meno di sorprese, la Regione Calabria dovrebbe incassare tutte le premialità su tutte le priorità, per un totale di 66, 5 milioni di euro di spesa pubblica programmabile in più sul budget.
 

Psr Campania

Il Psr Campania, che pure ha macinato nell’ultimo anno record su record quanto a maggiore velocità della spesa pubblica, si trova con sole due priorità che hanno raggiunto e saturato abbondantemente al 31 dicembre 2018 i target di spesa: la 2 su competitività e redditività delle aziende agricole (130,69%) e la 3 sull’organizzazione delle filiere e la gestione dei rischi (142,17%).
E’ borderline la priorità 4 sulla tutela degli ecosistemi agroforestali: nonostante si siano comunque spesi quasi 139,3 milioni di euro, la saturazione dell’obiettivo si ferma al 92,47%. Diversa la situazione di saturazione dell’obiettivo per le priorità 5 sull’uso efficiente delle risorse (48,00%) e 6 sullo sviluppo rurale (72,29%), significativamente al di sotto degli obiettivi finanziari previsti.
 

Psr Puglia

Il Psr Puglia risente delle difficoltà incontrate sulle misure per primo insediamento in agricoltura e sugli investimenti: la priorità 2 non raggiunge l’obiettivo di spesa per la riserva di performance e la spesa effettuata è pari ad appena il 19,05% del target assegnato di quasi 102,3 milioni. In compenso la priorità 3 sull’aggregazione e organizzazione delle filiere riesce a superare se pur di poco il 100% dell’obiettivo.
Grande successo per la priorità 5 sull’uso efficiente delle risorse naturali, che ha speso quasi il doppio del target assegnato. Mentre la 4 che richiede di preservare gli agro ecosistemi è borderline con una spesa sostenuta al 98,70% del target assegnato. Va male infine la priorità 6 sullo sviluppo delle zone rurali, ferma al 54,63% di spesa sostenuta rispetto all’obiettivo prefissato.
 

Psr Sicilia

Il Psr Sicilia presenta una situazione piuttosto sbilanciata: mentre la priorità 2 su competitività e redditività delle aziende agricole spende il triplo dell’obiettivo per ottenere la riserva di performance, e la priorità 3 su organizzazione filiere e gestione rischi supera l’obiettivo di spesa assegnato di oltre il 113%, la 5 sull’uso efficiente delle risorse (15,68%) e la 6 sullo sviluppo rurale (12,17%) restano decisamente indietro, e ciò a onta di quanto pure raccontato e scritto di recente. Infatti, se è vero che c’è uno sbilanciamento in avanti della spesa nelle misure a investimento e di accompagnamento allo sviluppo delle aziende, risultano invece ancora ampie disponibilità di spesa programmata e non effettuata su biologico e indennità compensative. Tornando alle priorità è borderline sul raggiungimento del target di spesa per l’assegnazione della riserva di performance la numero 4 , che riguarda il ripristino e la tutela degli ecosistemi agroforestali (91,97%).
 

Psr Molise

In Molise, regione in transizione del Mezzogiorno, viene raggiunto finanziariamente un solo obiettivo, quello sulla priorità 2 su competitività e redditività delle aziende (109,31%), in zona borderline si colloca invece la priorità 4 per la valorizzazione e tutela degli ecosistemi dipendenti da agricoltura e foreste che satura l’obiettivo per il 98,75%. Mentre restano lontane dai target le priorità 5 sull’uso efficiente delle risorse (26,12%) e 6 sullo sviluppo rurale (55,10%).
Un discorso a parte merita la priorità 3 su organizzazione delle filiere e gestione dei rischi: obiettivo raggiunto solo per il 67,02% in termini di Feasr, vero, ma con una spesa pubblica complessiva sostenuta di 4,3 milioni di euro su 10,4 di programmato, per effetto in questo caso di un più basso tasso di compartecipazione del fondo europeo alla spesa. Gli obiettivi fisici potrebbero pertanto essere stati comunque raggiunti.
 

Psr Sardegna

Tra le regioni del Mezzogiorno in transizione che invece possono prendere tutta la premialità della riserva di performance c’è la Sardegna, che raggiunge abbondantemente gli obiettivi di spesa sulle tutte le priorità, e che a meno di sorprese dovrebbe vedersi assegnare ulteriori risorse sul budget originariamente assegnato per complessivi 78,8 milioni di euro in termini di spesa pubblica totale.

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