A illustrarli, nella conferenza stampa finale del summit, è il ministro dell’Agricoltura giapponese, Hiroshi Moriyama. Con lui sono presenti i ministri e i rappresentanti di Italia (con il ministro Maurizio Martina), Stati Uniti (col segretario del Dipartimento dell’Agricoltura Tom Vilsack), Unione europea (con il commissario Phil Hogan), Germania (col ministro federale Christian Schmidt), Canada (col ministro Lawrence MacAulay), Gran Bretagna (col ministro George Eustice), Francia (con l’ambasciatore in Giappone Thierry Dana), Fao (col vicedirettore generale Daniel J. Gustafson), Ocse (col direttore della Direzione Commercio e Agricoltura, Ken Ash).
“Abbiamo identificato tre nuove sfide - sintetizza Moriyama, dalla Final Declaration del G7 - Innanzitutto, la sfida legata alle attività della comunità rurale, al mantenimento delle regole per la gestione delle risorse idriche, la conservazione del paesaggio e prevenire fenomeni di resilienza e di deterioramento del suolo, tenendo presente del fenomeno dell’aumento dell’età media degli agricoltori nei Paesi più sviluppati”.
Altro punto in agenda è legato alla domanda crescente di un cibo sano, sicuro, migliorato anche sul piano delle caratteristiche nutrizionali. La produzione agricola mondiale è chiamata d’altronde ad aumentare del 60% entro il 2050, alla luce di una popolazione mondiale in aumento di oltre il 20% e proiettata a crescere fino a 9,2 miliardi di abitanti.
“Dovremo rendere l’agricoltura più attrattiva - prosegue il ministro nipponico - coinvolgendo quanto più possibile i giovani e le donne, una missione relativamente alla quale abbiamo pensato di organizzare il prossimo autunno a Tokyo un Forum internazionale per condividere le informazioni e impostare politiche che vadano in questa direzione”.
Il futuro dell’agricoltura passa anche attraverso le nuove tecnologie e il G7 istituirà un quadro di collaborazione per condividere informazioni tecniche relative agli aspetti veterinari e alla sfera dell’allevamento. Ricerca e sviluppo costituiranno in futuro la chiave per combattere contro le malattie di animali e piante, ma anche per contrastare i fenomeni di resistenza agli antibiotici, frutto di un uso non troppo prudente in passato dei medicinali.
Una risposta che si impone con urgenza e che richiede risposte condivise su più livelli: globale, nazionale e locale. I servizi veterinari saranno la chiave di volta per lo scambio di informazioni.
I Paesi del G7 esprimono inoltre preoccupazione sui cambiamenti climatici, che rappresentano un elemento di pressione per il futuro dell’agricoltura. Sulla questione è stato previsto un momento di aggiornamento concertato, durante l’evento Cop22, che si terrà il prossimo novembre.
Sarà fondamentale, inoltre, assicurare valore alla produzione agricola, all’interno della filiera, con particolare riferimento al reddito degli agricoltori. Anche l’accesso al credito, punto nodale per lo sviluppo e l’introduzione di elementi di innovazione utili a vincere la sfida della food safety e della food security, è un driver sul quale i ministri agricoli del G7 intendono scommettere. Tanto che in futuro sarà organizzato un Forum sugli investimenti in agricoltura e nel settore agroalimentare per individuare le best practice da attuare.