Partendo dalle tradizioni secolari su cui si basano i miti del parmigiano reggiano, dell'aceto balsamico, della filiera del maiale, del lambrusco e proseguendo sul filo di un'innovazione che continua ad aprire nuovi orizzonti e in cui l'alta qualità si sposa con l'efficienza e la velocità del digitale grazie alla relazione con uno dei settori meccanici più evoluti d’Italia, sempre rispettando i principi del vivere e del mangiare bene.
La mostra
Curata da Luca Molinari e suddivisa in sei percorsi – Noi governiamo l’acqua, Noi lavoriamo la terra, Noi alleviamo gli animali, Noi produciamo futuro, Noi costruiamo comunità, Noi amiamo mangiar bene – la mostra coinvolge l’intera struttura del Palazzo dei Musei (le Gallerie centrali e laterali, fino al terzo piano) e ne rafforza la percezione non solo come luogo di raccolta del passato ma anche come un laboratorio continuo, in cui il passato interagisce con il presente e il futuro. Una sinergia rafforzata anche attraverso il rapporto con l’Officucina, un laboratorio su strada all'esterno del palazzo e curato da Food Innovation Program (il Master universitario sulla food innovation promosso da Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Institute for The Future di Palo Alto e Future Food Institute di Bologna), dove si produrranno ulteriori materiali da inserire nell’allestimento interno.
Lo spirito che guida la mostra è il simposio culturale: un incontro fra persone di epoche diverse, prodotti tipici e aziende - storiche e innovative – le bellezze e le sfide del territorio, le sue modificazioni. L’obiettivo? Offrire al visitatore uno speciale viaggio nel tempo che unisce e giustappone rimandi al passato delle tradizioni e sguardi precorritori sul futuro, raccontando una terra, delle comunità e dei processi produttivi che hanno nel dinamismo e nella ricerca dell’eccellenza la loro cifra identificativa. Gli ambienti e le sezioni della mostra, necessariamente suddivisi in aree tematiche per dar conto dei tanti mondi che vivono all’interno del territorio reggiano, sono popolati di oggetti antichi e avveniristici, di testimonianze private e ricordi collettivi, perché qui la Storia è stata sempre partecipata da tutti, ciascuno con il proprio talento, uniti nel produrre futuro innestandolo come coltivatori esperti nelle radici della propria identità.
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Fonte: Reggio Expo 2015