Un aumento della produzione intorno al 5% e una qualità decisamente buona, specialmente per i bianchi. Si annuncia buona la vendemmia in Emilia-Romagna, grazie anche alle riserve d’acqua accumulate in primavera e alle attuali forti escursioni termiche tra giorno e notte che costituiscono le condizioni ideali per una maturazione graduale e senza stress fisiologici delle uve: il presupposto migliore per avere vini fini e aromatici.

Si prevede un’annata tra le migliori per qualità dell’ultimo periodo. L’Emilia-Romagna è la seconda Regione produttrice di vino dopo il Veneto e i nostri vini sono campioni d’esportazione con una crescita nel 2012 del 15%, più del doppio del dato medio nazionale che è stato del 6,5%” ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni durante la sua visita all’Azienda Cavazza-Isolani a Monte San Pietro, in provincia di Bologna, dove il 5 settembre è iniziata la raccolta dell’uva per il Pignoletto.

Ammodernamento delle cantine, in arrivo 13 milioni
La crescita del comparto vitivinicolo emiliano-romagnolo è sostenuta anche da importanti risorse pubbliche. Per la qualificazione delle cantine sono appena stati assegnati a 31 aziende 4,3 milioni di euro, ma altre risorse sono in arrivo. Si tratta di 3,8 milioni, con un bando che si chiuderà l’11 ottobre destinato alle aree non sisma, e di 5 milioni che saranno invece riservati espressamente alle aziende dei territori colpiti dal terremoto (il relativo bando uscirà entro ottobre).
Complessivamente le risorse andate al comparto vitivinicolo grazie all’Ocm vino e al Programma regionale di sviluppo rurale dal 2007 a oggi hanno sfiorato i 200 milioni di euro.

La vendemmia in Emilia
Dopo le vendemmie precoci degli ultimi anni, la raccolta dell’uve quest’anno è iniziata più regolarmente, alla fine di agosto per i bianchi precoci, le basi spumanti e frizzanti, dal 3 al 10 settembre per Ortrugo, Pignoletto e Malvasia, mentre dal 20 settembre in poi partirà la raccolta delle uve per il Lambrusco, seguito a ottobre dagli altri rossi come Sangiovese e Cabernet. Buono lo stato sanitario delle uve.
E tra le novità in arrivo quest'anno vi sono proprio le nuove Doc e Docg Pignoletto che permetteranno di trasformare quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, in una denominazione strettamente legata a un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna.
Un rafforzato legame con il territorio di produzione anche per l’Igt Emilia, il cui nuovo disciplinare (già inviato a Bruxelles) prevede che anche la fase di spumantizzazione di questo Lambrusco debba avvenire esclusivamente nella zona di produzione delle uve, vale a dire nel territorio dell’Emilia-Romagna (esclusa la provincia di Rimini) e in quello delle province di Mantova e Cremona.