Così se da un lato, rispetto alle aziende ‘senior’, vediamo le aziende ‘junior’ gestire una Sau media di 38,2 ha, impiegare più addetti e fatturare circa il 15% in più, dall’altro i giovani aspiranti agricoltori, caratterizzati in genere da un elevato profilo culturale e portati alla sperimentazione e alla multifunzionalità, incontrano enormi difficoltà ad accedere a quel minimo di superficie coltivabile necessario per avviare un’azienda.
È fondamentalmente per trovare una soluzione a queste problematiche che Agia-Cia ha lanciato al nuovo ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo un appello affinché sia resa al più presto attuabile la norma (art. 66 D.L. 24 gennaio 2012), congelata da quasi un anno, sulla vendita dei terreni demaniali con diritto di prelazione per i giovani.
Sul tema la De Girolamo, alla sua prima uscita pubblica da titolare del Mipaaf, ha dichiarato che il "sostegno all'agricoltura e alle imprese del settore, prioritariamente a quelle giovanili, fa parte degli obiettivi da lei già prefissati e tra i quali presenzia ai primi posti una revisione di tutto il patrimonio demaniale dei terreni agricoli al fine di attualizzarne le stime".
Nella revisione delle stime mirata all’alienazione dei terreni demaniali, il neoministro ha intenzione di coinvolgere la Cassa depositi e prestiti, "per capire se c'è la possibilità di fare in agricoltura quello che è stato fatto rispetto al fondo degli enti locali".
Se non abbiamo male interpretato il disegno della De Girolamo, coinvolgendo la Cassa depositi e prestiti nelle operazioni di stima, valutazione e vendita dei terreni demaniali ed evitando le cartolarizzazioni che hanno già dato prova di inefficacia, si configurerebbe la possibilità di creare con le anticipazioni di cassa un fondo “destinato ai giovani imprenditori o alle imprese in crisi".
Rimane da vedere quali saranno le reazioni al progetto da parte dell’Agenzia del Demanio, che la De Girolamo ha dichiarato di “non voler escludere”, ma che di fatto potrebbe ritrovarsi scavalcata e chiamata a rispondere di aver sottostimato il patrimonio in questione.
Un momento del convegno (Foto © Alessandro Vespa)
Altro tema scottante sottoposto all’attenzione del ministro è stato quello dell’accesso al credito, che per le aziende agricole assume ormai quasi sempre i connotati procedurali di una ordalia medioevale. Nel caso delle imprese ‘giovani’, il problema si presenta in circa l’80% dei casi e per questo l’Agia chiede al governo di prevedere sostegni ‘ad hoc’ soprattutto in fase di start up aziendale.
“Bisogna scommettere sull’ingresso dei giovani in agricoltura”, ha affermato nel corso dell’assemblea il presidente dell’Agia, Luca Brunelli, ma è ormai evidente che si tratta di scommesse che le banche non hanno alcuna voglia e intenzione di fare.
"Le banche dovrebbero tornare a fare le banche e preoccuparsi di dare i soldi alle imprese italiane, ovviamente cominciando dall'agricoltura - ha dichiarato in merito il ministro -. Noi abbiamo Ismea che è uno degli istituti che già lo consente. Utilizziamo le risorse nel modo migliore, chiaramente dando più spazio alla generazione alla quale appartengo, massacrata dagli errori della vecchia politica".
Non è nostra intenzione entrare nel merito dell’età della politica alla quale il ministro è riconducibile, né tantomeno vogliamo chiederci per quale motivo un istituto di credito dovrebbe trovare "ovvio" partire dalle imprese agricole, qualora decida di riaprire i rubinetti del credito. Non possiamo però non evidenziare un elemento emerso durante l’intervento del presidente di Ismea, Arturo Semerari: in tema di credito fondiario, a quanto pare, il problema non sarebbe la carenza di risorse da destinare alle imprese giovani, quanto piuttosto il vincolo del ‘primo insediamento’, che potrebbe portare a un numero di esclusioni tale da non riuscire a spenderle tutte.
Ultimo tema su cui la De Girolamo ha voluto mettere in chiaro la propria posizione è stato quello della pressione fiscale e, in particolare dell’Imu. "Quella per l'eliminazione dell'Imu sugli immobili agricoli è una battaglia nella quale non farò sconti a nessuno – ha annunciato il ministro -. La prima tappa sarà la sospensione della rata di giugno ma l'obiettivo ultimo è l'eliminazione totale per gli immobili agricoli perché - ha concluso - non é possibile che vengano tassati gli strumenti per produrre il reddito dell'agricoltura come, appunto, la terra".