Luoghi, tempi e modi diversi. L’Italia del vino divide i giovani dai meno giovani, anche in rapporto alle quantità: gli adulti-anziani consumano più vino dei giovani.
Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dall’indagine che Vinitaly ha realizzato su un campione di quasi 3.000 visitatori presenti in fiera nel 2012, che sono stati sottoposti a un esperto del settore: il professor Costantino Cipolla, ordinario di Sociologia all’Università di Bologna, curatore della guida de Le Soste e – rimanendo in tema enologica – curatore di un volume in uscita per FrancoAngeli editore, intitolato Il maestro di vino e rivolto a delineare le componenti di base di una nuova e poliedrica figura professionale, che si inserisce appunto nell’universo del vino.

Il perché della ricerca. L’indagine nasce sulla scorta del ruolo dell’evento fieristico dedicato al vino italiano per antonomasia. “Vinitaly – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è un osservatorio in grado di raccogliere ed elaborare informazioni esclusive e ad ampio raggio sul consumo di vino e sulle tendenze in atto, in modo da fornire indicazioni utili alle aziende del settore”.

I risultati. Quasi il 44% degli uomini consuma vino tutti i giorni, mentre poco più del 42% delle donne beve 3 volte alla settimana. Tra i 18 e i 25 anni il 45% degli uomini beve vino tre volte la settimana, mentre la maggior parte delle donne della stessa età (49,3%) solo una volta.
Per entrambe le categorie, il fine settimana è il momento in cui si concentrano i consumi (75% delle risposte), ma con le ragazze che si dedicano percentualmente di più al rito dell’aperitivo rispetto ai coetanei dell’altro sesso. Il 47,2% dei maschi, infatti, consuma più frequentemente vino in casa, mentre il 67,7% delle femmine nei ristoranti e nei locali pubblici.
Seguendo il filone della frequenza e del luogo prevalente di consumo, nella fascia di età 26-34 anni a parità di volte (tre alla settimana per il 50% in entrambi i sessi), per le donne la percentuale del fuori casa scende al 53,9% a favore del domestico che sale al 35,6%.
Il piacere di bere vino tra le mura di casa aumenta con l’età. Lo conferma il campione tra i 35 e il 44 anni, con gli uomini che salgono al 66,2% e le donne al 52,7%, con il consumo tre volte alla settimana ancora prevalente (43,1 e 44,8%), ma in discesa a favore della frequenza quotidiana. Le signore (34,6%) conservano comunque il gusto del fuori casa e del week end, in particolare a cena e nel dopo cena (rispettivamente 79,9 e 100%) e per l’aperitivo (69,8%).

Tra i 45 e i 54 anni la frequenza di consumo cambia, con la metà degli uomini (49,9%) che beve quotidianamente mentre, pur rimanendo prevalenti, le donne che consumano vino tre volte alla settimana (38,6%) si riducono a favore di quelle che bevono un bicchiere di vino tutti i giorni (35,5%). In questa fascia di età si accentua ulteriormente l’abitudine al consumo domestico, con percentuali rispettivamente del 73,1 e del 57,9%. La cena diventa il momento preferito per entrambe le categorie e nella stessa misura (76,3 e 76,8%).
Nella fascia 55-64 anni, la maggioranza delle donne beve tutti i giorni (56,4%), come pure quasi due terzi delle over65 (62,5%), prevalentemente a cena (70,4% per entrambe le fasce di età) e a casa (68,5 e 78,3%). Analogo l’andamento del consumo negli uomini della stessa età, con una frequenza che sale prima al 62,5% e poi raggiunge il 75,2%.

L’analisi del sociologo. “Le ricerche sul consumo di alcool sono state numerose negli ultimi anni – dice Costantino Cipolla, ordinario di sociologia all’Università di Bologna - ma questa, dedicata al vino e con un campione autoselezionato ed unico, si presenta con delle sue sicure originalità e molto utile per tutti gli operatori ed i ‘politici’ studiosi del settore”.
“Premesso che il consumo di vino risulta (dall’indagine) essersi ulteriormente ridotto a causa del nuovo codice della strada e dei connessi controlli sul tasso alcolico di chi guida una macchina o una moto – mette in chiaro Cipolla - le dimensioni di fondo che paiono emergere dalla ricerca sono riconducibili a due aspetti: una decisa svolta generazionale ed una marcata diversità di consumo tra maschi e femmine".
Se partiamo da quest’ultimo aspetto possiamo osservare come le donne bevano vino molto meno degli uomini (all’incirca la metà). Le loro scelte si orientano di più verso i bianchi fermi o mossi, mentre i maschi preferiscono comunque i rossi più o meno “grandi”.

"Di fronte ad un uso che ormai è sempre più collegato alla cena (circa il 70% dei casi) - prosegue Cipolla -, le femmine privilegiano nella scelta del vino il piacere o il gusto personale (oltre l’80%) e l’associazione al cibo, distanziandosi in questo, anche se non di molto, dai maschi più attenti invece al prezzo della bottiglia. Quest’ultimi consumano di più, prevalentemente a casa, vino di provenienza estera (soprattutto francese) dimostrandosi in questo più internazionali rispetto al mondo femminile.
Oltre l’80% degli uomini si reputa un discreto o buon bevitore, di fronte a meno del 70% delle donne, ciò conferma di quanto già sottolineato in precedenza per un’omologazione fra i generi che non pare affatto sul punto di compiersi e che forse non si realizzerà mai, pur di fronte a condizioni sociali analoghe, sia di lavoro che culturali, fra i generi.

Sul piano generazionale, i mutamenti in atto appaiono ancor più consistenti, soprattutto se consideriamo e compariamo le fasce di età sotto i trenta e sopra i sessanta anni.
Intanto, gli adulti-anziani consumano più vino dei giovani e ciò in maniera anche piuttosto consistente. La percezione soggettiva del consumo tende a  confermare quanto appena scritto. La fruizione del vino a cena è analoga nelle classi di età a confronto, ma molto più rada  fra i ragazzi, mentre a pranzo questi scompaiono per apparire, in modo del tutto diverso dalle generazioni più avanti in età, nel consumo connesso agli ormai famosi aperitivi (un pre-cena? Una cena più leggera e meno costosa?)”.


Giovani vs adulti e anziani. “Il punto di radicale rottura fra le generazioni si realizza, però, se analizziamo il tempo sociale ed il luogo del consumo di vino – puntualizza Cipolla - che fra i giovani è concentrato nel fine settimana e fuori casa, mentre nei più vecchi in casa e durante le settimana. Gli orientamenti del gusto restano per l’estero nettamente francesi, mentre i giovani (soprattutto le ragazze) virano sui vini bianchi leggerei ed aromatici di contro ai più anziani (in prevalenza maschi) che tendono a prediligere banchi piuttosto strutturati ed anche invecchiati.
Le altre i variabili paiono discriminare, rispetto all’età, molto meno. La domanda, però, che ci possiamo porre è la seguente: invecchiando questa coorte di giovani tenderà a convergere verso gli stili di consumo e di gusto dei soggetti più avanti in età, oppure questa rottura più che generazionale è di natura storica?

Le ricerche sul consumo di alcol (a volte, anche se non in questo caso, trasformato irresponsabilmente dai soggetti fruitori in una vera e propria droga) sono state numerose negli ultimi anni ma questa, dedicata al vino e con un campione autoselezionato ed unico, si presenta con delle sue sicure originalità e molto utile per tutti gli operatori ed i politici studiosi del settore”.