La sfida dell’acqua non investe solo il Terzo mondo ma anche l’Europa. La carenza idrica è un fenomeno preoccupante che riguarda almeno l’11% della popolazione europea ed il 15% del territorio dell’Ue".

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in occasione della ‘XX Giornata mondiale dell'acqua’ che si celebra oggi 22 marzo, e che quest’anno è un appuntamento ancor più significativo cadendo nell’"Anno internazionale della cooperazione idrica" proclamato dall’Onu.

"Anche a seguito dei cambiamenti climatici - ha spiegato Guidi - pure le nazioni più avanzate, compresa l’Italia, dovranno investire nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche. Per l’agricoltura significa produrre di più, utilizzando meno acqua”.

Guidi ha ricordato il susseguirsi nel ultimi anni di emergenze che hanno causato gravi danni per le imprese, dalla siccità, alle alluvioni ed al dissesto idrogeologico, passando per i problemi agronomici come quelli del cuneo salino (con l'acqua salata del mare che risale in quei fiumi che sono in secca e la cui portata idrica è esigua) e la desertificazione di ampie zone del Paese.
"Tutto ciò è dovuto ai cambiamenti climatici, ma anche alla scarsa manutenzione del territorio e delle foreste nelle aree collinari e montane, ai pochi fondi disponibili per gli Enti gestori, alla pianificazione territoriale non corretta, all’ eccessiva cementificazione” ha detto Guidi.

E’ giunto il momento di investire in prevenzione - ha proseguito il presidente di Confagricoltura - Almeno il 10% della superficie italiana, cioè circa 30 mila chilometri quadrati, è esposto ad alto rischio di dissesto idrogeologico; il fatto importante è che questa percentuale è concentrata nell’89% dei Comuni, quindi il rischio è diffuso sul territorio, con particolare evidenza nelle aree urbanizzate".

Con la primavera appena iniziata e l'estate che si avvicina, Guidi ha citato il problema della siccità, che l'anno scorso ha messo in ginocchio l'agricoltura italiana.
"Un’emergenza annunciata - ha concluso Guidi -  che andrebbe superata se fossero avviati i necessari interventi: costruzione di piccoli invasi, rinnovamento dei sistemi irrigui, in particolare di quelli che portano l’acqua alle aziende agricole, tecniche di risparmio d’acqua, riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione”.