La lieve ripresa degli ordini e l’alleggerimento delle scorte di magazzino migliorano il sentiment dell’industria alimentare italiana nel secondo trimestre 2011. 

Lo rileva l’Ismea sulla base della consueta indagine sul clima di fiducia condotta trimestralmente su un panel di 1.300 operatori del settore.

Un lieve miglioramento, spiega l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, confermato da un valore dell’indice di 3,3 (il campo di variazione è compreso tra -100 e +100), un punto in più rispetto al trimestre precedente e tre  punti sopra il livello raggiunto nello stesso periodo  del 2010.

Gli indici settoriali sulla confidence evidenziano una congiuntura più favorevole (indice positivo e variazione congiunturale positiva) per l’industria delle carni bianche, delle conserve ortofrutticole, delle acque naturali e delle bevande analcoliche, nonché per l’industria del riso. 

Al contrario, il trimestre ha evidenziato qualche difficoltà (valore dell’indice di fiducia negativo e variazione congiunturale negativa) per il comparto dell’olio d’oliva e per le industrie dolciarie, del pane e dei prodotti da forno.

Peggiora la fiducia presso gli industriali della pasta, dei gelati, degli elaborati a base di carne, del vino, dell’industria mangimistica e di quella lattiero-casearia. Va tuttavia evidenziato che nonostante il peggioramento su base trimestrale gli indici di questi settori si sono mantenuti su valori positivi.

A livello territoriale sono le macro ripartizioni del Nord-Est e del Centro Italia a registrare un migliore andamento della fiducia, più freddi invece i giudizi nel Nord-Ovest e nelle regioni del Mezzogiorno.

In generale, stando ai pareri espressi dagli intervistati, la produzione, nel terzo trimestre 2011, dovrebbe mantenere un andamento positivo, se non altro nella percezione prevalente, seppure più attenuato, nella crescita, rispetto ai precedenti tre mesi, anche di riflesso alle incertezze legate allo scenario economico complessivo.

L’Ismea, in questa sessione di indagine, ha anche scandagliato la situazione economico-finanziaria delle imprese, da cui emerge, nel dato aggregato, un miglioramento della redditività del settore, ma un contestuale peggioramento della solidità patrimoniale, della liquidità e dell’efficienza, con quest’ultimo indicatore fortemente deteriorato dall’aumento dei costi di produzione.