Nell'incontro organizzato ieri dalla Sezione Centro-Ovest dell'Accademia dei Georgofili, in collaborazione con Terre dell'Etruria di Donoratico, i professori Riccardo Gucci e Roberto Polidori hanno presentato l'analisi tecnica ed economica di un caso reale di giovane oliveto intensivo situato nella Maremma toscana, al fine valutare la convenienza economico-finanziaria di tale tipo di investimento e discuterne le scelte progettuali e gestionali.

L'olivicoltura svolge funzioni multiple (produttiva, ambientale, paesaggistica, ecc.) e si contraddistingue rispetto ad altre colture perenni per la diversità delle tipologie colturali tuttora esistenti, i cui risultati economici sono profondamente diversi. In tutte le regioni olivicole italiane si possono distinguere tre principali categorie di olivicoltura: marginale, tradizionale e moderna. Tali categorie sono ampiamente rappresentate anche nella Maremma toscana, un areale che ha delle notevoli potenzialità produttive (quantità e qualità) e condizioni pedo-climatiche ed orografiche interessanti per l'olivicoltura.

Le relazioni hanno evidenziato come il recupero di redditività dell'olivicoltura passi attraverso il rinnovo degli oliveti in modo da poter aumentare la produttività e contenere i costi di produzione, dato che elementi discriminanti per la redditività sono la produttività per unità di superficie e la quantità di lavoro impiegato per la gestione dell'oliveto e, in particolare, per le due pratiche più costose (potatura e raccolta). Obiettivo principale di modelli olivicoli moderni deve essere, pertanto, la sostenibilità economica dell'impianto, ma aspetti non trascurabili riguardano il raggiungimento di elevati standard qualitativi dell'olio, la sostenibilità ambientale e l'impatto paesaggistico.