Un occhio rivolto all'anno passato per fare il punto su quanto accaduto e l'altro puntato sull'anno appena iniziato, a presagirne tendenze e prospettive. Un rituale al quale i media in edicola nei primi giorni del 2010 non si sono sottratti, a iniziare da “Italia Oggi” del 2 gennaio che in un'intervista al presidente di Unima, Aproniano Tassinari, analizza la difficile situazione dei contoterzisti. E che per il settore sia stato un anno nero è ancora “Italia Oggi” a metterlo in evidenza. In tema di meccanizzazione arriva dalle colonne de “Il Sole 24 Ore” del 3 gennaio la proposta dei trattori in multiproprietà il cui obiettivo è quello di ridurre i costi di gestione. Nello stesso giorno è ancora “Il Sole 24 Ore” che analizza i deludenti risultati che i vari settori agricoli hanno fatto registrare nel 2009, tutti con il segno negativo ad eccezione del comparto orticolo, che ha chiuso l'anno con un +24%. Anno talmente disastroso, il 2009, che solo l'Ungheria è riuscita a far peggio dell'Italia, stando ai numeri riportati da “Il Secolo XIX” del 7 gennaio.

 

Povera zootecnia

Bilancio in rosso anche per il mondo degli allevamenti che ha chiuso il 2009 con l'ennesimo rinvio nella definizione del prezzo del latte, come si può leggere sul quotidiano piacentino “Libertà” del 3 gennaio. Il 2010 inizia poi con la conferma, che arriva dalle colonne de “La Provincia” di Cremona, che non ci sarà nessun rinvio per il pagamento della sesta rata delle multe latte. Note pessimistiche si levano verso il Parmigiano Reggiano che a detta del “Giornale di Reggio” del 2 gennaio deve presto cambiare strategie se non vuole soccombere. Il 12 gennaio arriva la svolta per il prezzo del latte con l'accordo raggiunto nella notte fra allevatori e industriali, come si può leggere su “La Provincia”. Restano invece le difficoltà per gli allevatori di ovini della Sardegna, abbandonati dalle istituzioni secondo quanto si legge su “Nuova Sardegna” del 6 gennaio.

 

La riscossa

Chiuso con il segno negativo il 2009, non mancano segnali di ottimismo per il 2010. Se ne parla su “Economy” in edicola l'8 gennaio, che pubblica alcuni esempi di aziende agroalimentari italiane che puntano sulla crescita. Per “Il Sole 24 Ore” del 7 gennaio il settore agroalimentare rappresenta persino un argine contro la recessione. Quasi a sottolineare il primato del settore “food”, il quotidiano “La Stampa” del 10 gennaio ricorda che l'Italia è in netto vantaggio sulla Francia per numero di prodotti Dop. Arrivano poi aiuti per la promozione all'estero attraverso dei bonus fiscali, un'iniziativa i cui dettagli sono riportati da “Italia Oggi” dell'8 gennaio. Buone notizie anche sul fronte dell'accesso al credito, per il quale scende in campo Ismea, come si può leggere nello stesso giorno sempre su “Italia Oggi”.

 

L'altalena dei mercati

Avvenire” del 10 gennaio mette in guardia i suoi lettori dagli effetti della nuova “bolla” di speculazioni che potrebbe travolgere i principali prodotti agricoli che il mercato definisce come “commodities”. C'è anche da fare i conti con le nuove regole della Pac, definite “un minestrone” dalle colonne di “Italia Oggi” del 9 gennaio. A proposito di politica agricola è “istruttivo” l'articolo pubblicato su “Il Giornale” dell' 8 gennaio a proposito delle nuove norme che la Ue vorrebbe inserire in tema di etichettatura anti-obesità che farebbero rientrare fra gli alimenti da evitare formaggi come il Grana Padano. Non meno interessante l'articolo ospitato da “Italia Oggi” del 9 gennaio che torna sul controverso tema della concia del mais.

 

Terremoto agrumi

Gli agrumi sono stati in questi giorni i protagonisti delle cronache, prima per il crollo dei prezzi e poi per i deprecabili scontri accaduti in Calabria. E' stato il quotidiano “Sicilia” del 3 gennaio tra primi a denunciare le tensioni per la caduta del prezzo degli agrumi. Sullo stesso argomento è poi intervenuto “Italia Oggi” del 9 gennaio, mentre il succo di arancia, come si legge su “Libero” dell'8 gennaio, spuntava prezzi sempre più alti. Dalle tensioni sui mercati si arriverà poi ai tumulti e alle proteste della mano d'opera, per lo più composta da immigrati che lavorano in condizioni di grave disagio. Se ne è parlato diffusamente, come ovvio, su molti giornali. Fra i tanti ricordiamo “Avvenire” del 9 gennaio che porta l'attenzione dei lettori sui legami con la criminalità organizzata. Il giorno seguente il “Corriere della Sera” affronta l'argomento prendendo in esame la minore disponibilità di lavoro che coinvolge anche gli immigrati. Interviene poi sull'argomento il ministro dell'agricoltura, Luca Zaia, che dalle colonne del “Corriere della Serapunta il dito sulle politiche seguite in talune Regioni del Sud. Intanto resta il problema di chi potrà completare le operazioni di raccolta degli agrumi e una soluzione, secondo quanto riferisce “La stampa” dell'11 gennaio, potrà arrivare dalla mano d'opera dell'Est. Ma i problemi non finiscono qui, almeno secondo quanto sostiene “Il Foglio” in edicola il 12 gennaio. Speriamo che la previsione non si avveri.