I prezzi dell'olio extravergine di oliva campagna 2024-2025 si annunciano in calo. Finita una fase espansiva per il prodotto nazionale legata al consumo delle giacenze dell'olio vecchio, l'arrivo sul mercato delle informazioni sull'ingente prevista produzione spagnola, in aumento del 51% rispetto alla passata campagna, si osserva un brusco calo dei valori dell'Evo d'importazione comunitario sulla piazza di Milano.

 

Questa situazione potrebbe condizionare negativamente il prezzo del prodotto nazionale, che invece - come noto - è atteso alla peggior produzione quantitativa di sempre con appena 224mila tonnellate, il 32% in meno dello scorso anno. E anche i prezzi dell'olio Evo all'origine sondati da Ismea sembrano rispettare lo stesso percorso, con il ritorno a valori prossimi a quelli della scorsa estate.

 

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Borsa Merci Bari, olio nuovo ai prezzi del vecchio

Alla Borsa Merci di Bari ieri, 5 novembre 2024, l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4% titolata in acido oleico è stato fissato a 9,00 euro al chilogrammo sui minimi ed a 9,30 sui massimi, in calo di 0,30 euro al chilo sui minimi e di 0,20 euro sui massimi sulla seduta del 29 ottobre, quando invece con rialzi di pari importi - e dopo un lungo periodo di stabilità - si era portato su una forchetta di 9,30-9,50 euro al chilogrammo per la prima quotazione dell'olio Evo di nuova produzione. Dopo questo andamento oscillante, i valori dell'Evo tornano sugli ultimi rilevati da AgroNotizie® il 27 agosto 2024, ovvero quelli che avevano chiuso la fase ribassista apertasi il 30 luglio 2024 e terminata il 6 agosto scorso.

 

In sostanza, l'olio Evo di alta qualità sulla piazza di Bari si mantiene ora su valori inferiori di 0,70-0,60 euro al chilo rispetto a quelli del penultimo rialzo, ben 0,70 euro in più, avvenuto il 9 gennaio 2024, che aveva portato i prezzi sulla forchetta 9,70-9,90 euro al chilogrammo.

 

Sempre il 5 novembre 2024 la Commissione Olio ha quotato l'extravergine biologico a 9,50 euro al chilogrammo sui minimi e 9,80 euro sui massimi (prezzo medio 9,65 euro al chilogrammo), stabile sulla precedente seduta del 29 ottobre scorso, quando invece - con la quotazione dell'olio novello - si era verificato un rialzo medio di 0,05 euro al chilo rispetto al precedente prezzo unico di 9,60 fissato il 22 ottobre 2024.

 

In questo caso il rialzo medio di 0,05 euro dell'olio Evo bio è tale anche sull'ultimo valore rilevato da AgroNotizie®  il 27 agosto 2024, pari a 9,60 euro al chilogrammo, quando aveva perso 0,20 euro sulla quotazione dell'11 giugno 2024.

In sintesi, l'Evo biologico sulla piazza di Bari, che fino al 14 maggio scorso quotava 10,20 euro al chilogrammo, ha perso da allora 0,55 euro al chilo, mentre dal 9 gennaio 2024, data del rialzo che lo aveva portato a 10,50 euro al chilogrammo, ora perde 0,85 euro al chilo.


Gli oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia il 5 novembre 2024 sono fissati entrambi al prezzo unico di 9,50 euro al chilogrammo, stabili sulla precedente seduta del 29 ottobre 2024, quando è entrata in quotazione la nuova produzione, rimasta peraltro invariata sulla vecchia, quotata il 22 ottobre 2024. E nulla cambia rispetto all'ultima quotazione di questi oli di alta qualità rilevata da AgroNotizie® il 27 agosto 2024, quando pure erano stati fissati entrambi al prezzo unico di 9,50 euro al chilogrammo, stabili sulla precedente seduta del 6 agosto scorso, ma in calo di 0,20 centesimi sulla rilevazione di AgroNotizie®, effettuata nella seduta dell'11 giugno scorso, con gli oli a marchi Ue attestati entrambi a 9,70 euro al chilogrammo. Questa ultima perdita si era verificata nella seduta del 30 luglio 2024.

 

Borsa Merci Milano, Evo italiano torna ai valori di fine agosto

Alla Borsa Merci di Milano ieri, 5 novembre 2024, l'olio extravergine italiano è stato fissato a 8,90 euro al chilogrammo sui minimi ed a 9,15 euro sui massimi, in ribasso di 0,20 euro sulla precedente seduta del 29 ottobre scorso, quando invece era risultato stabile sulla ancor precedente seduta del 22 ottobre 2024. Il prodotto nazionale di qualità era tornato a salire fino a 9,10-9,40 euro al chilo tra il 3 settembre e l'8 di ottobre scorsi, per poi ripiegare gradualmente fino alle quotazioni di ieri di 8,90-9,15. Tali valori sono identici agli ultimi rilevati da AgroNotizie® il 27 agosto 2024, cosa che certifica la fine di una breve fase rialzista.

 

Alla Borsa Merci di Milano il 5 novembre 2024 quotato anche l'olio extravergine di importazione comunitario che raggiunge prezzi da 7,15 euro a chilogrammo sui minimi e 7,85 euro sui massimi, in calo di 0,30 euro al chilo sulla precedente seduta del 29 ottobre 2024, quando aveva perso 0,20 euro sui minimi e 0,25 sui massimi sulla ancor precedente seduta del 22 ottobre 2024. In questo caso i prezzi dell'olio Evo d'importazione comunitario registrati ieri a Milano sono scesi al di sotto delle quotazioni del 27 agosto scorso - pari a 7,55-8,35 euro al chilogrammo - di ben 0,45 euro al chilo.

 

Nel complesso, in Italia i prezzi all'ingrosso in borsa merci sembrano assistere alla fine di una fase rialzista, iniziata a settembre scorso, ma restano gravati dall'ipoteca rappresentata dai ben più bassi valori raggiunti dall'olio Evo d'importazione, che vengono frenati dagli aumenti produttivi previsti in Spagna e nel resto del bacino del Mediterraneo.


Prezzi all'origine in altalena a fine ottobre

I prezzi all'origine nell'ultima settimana rilevata per l'olio extravergine di oliva - secondo una stima di Ismea - sono diminuiti dell'1,4% sulla settimana precedente, portandosi ad un prezzo medio nazionale di 9,21 euro al chilogrammo nella quinta settimana di ottobre, dopo che il prezzo nella quarta del mese scorso aveva toccato ben 9,34 euro al chilogrammo, ottenendo un rialzo sulla terza di ben 0,17 sui 9,17 euro della seconda settimana di ottobre. Una fiammata insomma esauritasi presto, subito dopo l'entrata in quotazione dell'olio nuovo.

 

Da notare comunque che il prezzo medio dell'olio Evo all'origine si tiene al di sopra dell'ultima rilevazione di AgroNotizie®, relativa alla prima settimana di agosto e pari a 9,16 euro al chilogrammo.

 

Come si evince dal grafico sottostante, il prezzo medio nazionale dell'olio Evo con il mese di ottobre è comunque entrato in una fase più dinamica, dopo la stasi dei mesi di agosto e settembre che lo aveva visto comunque languire tra 9,11 e 9,13 euro al chilogrammo. E il prezzo medio dell'olio Evo è comunque maggiore del 10,0% rispetto ad un anno fa, quando era in crescita per le prime avvisaglie di un raccolto molto basso in tutto il bacino del Mediterraneo.

 

Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla quinta settimana di ottobre 2024Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla quinta settimana di ottobre 2024
(Fonte: Ismea)

 

Ismea non ha ancora completato l'inserimento dei dati per i prezzi per piazza della quinta settimana di ottobre e si fa pertanto riferimento in seguito ad alcuni prezzi per piazza rilevati nella quarta di ottobre, che a livello nazionale registrano un prezzo medio di 9,34 euro al chilogrammo, con variazioni positive rispetto ai prezzi registrati nella di luglio.


In un quadro complessivo improntato a lievi rialzi o addirittura a stabilità, si fanno notare le piazze di Chieti e Pescara, che dopo aver stazionato intorno agli 11 euro al chilo di prezzo medio da gennaio a ottobre, nella quarta settimana di questo mese passano a ben 13 euro al chilo, mettendo a segno un incremento di ben 2 euro al chilogrammo (+18,2%). Il tutto mentre una piazza di ben più ampio mercato, come quella di Bari, resta inchiodata a 9,15 euro al chilo per tutto il mese di ottobre.

 

Aumenti non marginali invece si registrano sulle alcune piazze siciliane, della Calabria e soprattutto sul Gargano ed in Salento. Occorrerà successivamente capire, sulla scorta dei dati Ismea, come questa fiammata è poi rientrata con la caduta del prezzo medio nazionale della quinta settimana di ottobre.

 

Italia, la siccità condiziona la produzione 2024

La siccità e il caldo record nelle principali regioni produttrici come la Puglia e la Sicilia fanno crollare la produzione nazionale di olio d'oliva. Secondo le stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol e presentate il 27 settembre a Ortigia, nell'ambito di uno degli eventi collaterali del G7 Agricoltura, si prevede un quantitativo di circa 224mila tonnellate, il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna.

 

Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero retrocedere l'Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori.

 

A pesare sulla campagna sarà soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l'allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest'anno, con le piante andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia.


Al crollo della produzione al Sud si contrappone l'aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario. Buone notizie arrivano anche sul fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all'impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all'Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp).

 

Giacenze in Italia di Evo al 30 settembre 2024: -30,6%

In Italia le giacenze di Evo a fine settembre 2024 si portano a 73.070 tonnellate, diminuendo sul dato di fine luglio, ultimo rilevato da AgroNotizie®, di 35.918 tonnellate (-32,95%), ma - secondo Frantoio Italia, report numero 9/2024 - il dato di settembre 2024 è inferiore del -30,6% rispetto a quello di settembre 2023, pari a 105.291 tonnellate: in un anno in pratica scompaiono ben 32.221 tonnellate di prodotto Evo in giacenza, una diminuzione legata ora alla fine del prodotto di campagna 2023-2024 e all'ingresso ancora marginale dell'olio novello nei magazzini, dato che a fine settembre sono ben pochi i frantoi che hanno iniziato i lavori di frangitura delle drupe, peraltro solo nelle aree della penisola più meridionali e al contempo più prossime al mare.

 

L'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di settembre 2024 è pari a 40.213 tonnellate, in aumento del 4% sulle 38.681 tonnellate del 30 settembre 2024. Ma Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo sono da segnalare i dati della quantità di prodotto di origine europea ed extraeuropea che, confrontati con i valori al 30 settembre 2023, risultano inferiori del 47,1% e del 74,8%, rispettivamente". Questo perché il crollo della produzione spagnola e del resto del bacino del Mediterraneo aveva fatto crollare anche le importazioni, spingendo il mercato a razionalizzare le scorte, spingendo così al rialzo i prezzi, che ancora oggi si mantengono elevati, nonostante l'annunciata ripresa produttiva di tutti i Paesi del mediterraneo.

 

Spagna, previsioni ufficiali prudenti: +51%

Dalla Spagna giungono novità improntate alla prudenza sulla campagna olivicolo olearia appena iniziata il 1° settembre 2024: archiviata dal Governo di Madrid una 2023-2024 da 853mila tonnellate di olio da pressione, che aveva fatto segnare comunque un progresso sulla campagna 2022-2023, nella quale si erano prodotte appena 664mila tonnellate, ora la stima ufficiale del Ministero dell'Agricoltura della Corona di Spagna è attestata a 1.289.882 tonnellate, al di sotto di tutte le stime ottimistiche circolate durante l'estate, si era parlato di 1,4 e 1,7 milioni di tonnellate di olio da pressione. Ove tale prudente previsione dovesse trovare conferma, si tratterebbe comunque di una ripresa produttiva pari a 436.882 tonnellate sulla trascorsa campagna 2023-2024 (+51,2%).

 

Il dato climatico relativo a questa previsione - orientata alla ripresa produttiva - è rappresentato dagli eventi atmosferici che tra aprile e maggio 2024 hanno portato molta acqua sulle principali aree coltivate ad oliveto della penisola iberica.

 

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