Fortemente orientati verso produzioni di alta qualità e fedeli ai sapori tipici della tradizione mediterranea. Questa la fotografia scattata agli operatori del
mercato agroalimentare del Centro e Sud Italia diffusa in occasione della presentazione di
Agriexpo, il nuovo appuntamento dedicato alle imprese agricole che si terrà alla Fiera di Roma dal
22 al 25 ottobre 2009, organizzato da
Ros, società partecipata da
Fiera Roma e
Senaf.
Un’affermazione che trova riscontro nei dati raccolti dallo studio dal
Centro marketing di Milano, condotto su un campione di imprenditori del comparto*, che evidenzia infatti come ben il
93% degli olivicoltori produce olio extravergine d’oliva mentre solo il
5% altri tipi di olio. E l’eccellenza è il driver che guida anche i colleghi viticoltori. In questo caso, sempre stando ai risultati dell’indagine
Agriexpo, l’89% degli intervistati coltiva uva destinata alla produzione di vini Doc, Docg o Igt e solo il 7% per prodotti sprovvisti di certificazioni di qualità. Simile posizione è detenuta anche dagli
allevatori che, con una quota che supera il 50% nel caso degli allevatori di ovini, scelgono di crescere il proprio bestiame secondo le regole della produzione biologica.
Agriexpo si rivolge dunque ad un’utenza estremamente attenta che potrà visitare per la prima volta la manifestazione ospitata nei padiglioni della Nuova Fiera di Roma dal 22 al 25 ottobre 2009.
Tornando ai dati della ricerca, la filiera agroalimentare del territorio è formata in larga parte da realtà imprenditoriali che hanno scelto come indirizzo produttivo principale quello cerealicolo (24%) seguite a pari merito dalle aziende che si dedicano alla zootecnica e alla viticoltura (23%), e dagli olivicoltori (16%).
Ed è proprio per offrire una panoramica completa e un approfondimento utile a tutti gli imprenditori del comparto agroalimentare che
Agriexpo è stata strutturata dagli organizzatori in cinque saloni tematici dedicati -
“Preparazione e coltivazione del campo”;
“Raccolta dei prodotti” (macchine per la raccolta);
“Lavorazione dei prodotti” (impianti oleari, enologici, alimentari, lattiero caseari);
“Energia dai sottoprodotti” (impianti e attrezzature per la produzione di energia);
“Confezionamento dei prodotti” (packaging, imbottigliamento);
“Logistica e distribuzione” - completati da numerosi focus come quello dedicato all’ortofrutta, al florivivaismo, alla quarta gamma, al vino, all’olio, al latte, alle energie rinnovabili, alla selvicoltura, alla tutela del territorio, ai marchi di qualità e alle attività multifunzionali.
Per quanto riguarda la composizione “
per dimensione”, secondo l’indagine
Agriexpo, il
settore agroalimentare del Centro e Sud Italia è formato da aziende che per il 24% si sviluppano in spazi superiori a 100 ettari e per il 18% in una misura compresa tra gli 11 e i 20 ettari. Il 15% del campione guida infine realtà che si sviluppano su superfici aziendali comprese tra i 51 e i 100 ettari.
Interessante inoltre constatare come le aziende agroalimentari siano disposte ad integrare attività multifunzionali parallelamente a quelle agricole: ben il 29% degli intervistati dichiara di strutturarsi in agriturismi, il 7% di capitalizzare la propria “expertise” rendendosi disponibile alla collaborazione per la realizzazione di attività didattiche e il 6% dichiara invece di produrre reddito grazie all’implementazione di attività ricreative.
Altro aspetto estremamente importante per definire le dinamiche che caratterizzano un mercato come l’agroalimentare è quello dedicato alla fase trasformativa. Un processo, questo, strettamente connesso alle caratteristiche dimensionali delle aziende e che investe quella che oggi si impone come la principale sfida per gli operatori del settore: trasformare aziende di piccole e medie dimensioni in realtà imprenditoriali strutturate che permettano al “coltivatore moderno” di aumentare la redditività dell’impresa attraverso il miglioramento dell’efficienza produttiva, l’industrializzazione del processo e quindi la risoluzione dei problemi dei rapporti di filiera.
Dalla scenario presentato oggi emerge chiaramente come siano le aziende che producono vino (33%), olio (32%) e latte (11%) quelle che, numericamente, riescono più spesso a trasformare direttamente all’interno della propria struttura il prodotto per portalo sul mercato finale. Inoltre, per quanto riguarda specificamente il settore dell’olio, il 78% delle aziende distribuisce il proprio raccolto senza ricorrere alla mediazione di un terzo attore che crei contatto con l’utente finale, il 10% si confronta con cooperative e consorzi, il 5% contratta direttamente con la grande distribuzione mentre il 4% ha come interlocutore principale l’industria. E’ di particolare importanza però rilevare come ben il 50% delle aziende dichiari di utilizzare i propri prodotti finiti per l’autoconsumo.
Non si può parlare di comparto agroalimentare, infine, prescindendo da un altro importantissimo aspetto, quello rappresentato dal comparto meccanico necessario a supportare le diverse fasi produttive. Il trattore è il mezzo agricolo più presente nel parco macchine delle imprese agricole del Centro Sud Italia (93%). Seguono le macchine per la raccolta (26%), i carri miscelatori (14%) e i mietitrebbia (13%). L’età media dei trattori e dei carri miscelatori è di otto anni, di sette anni quella relativa alle macchine per la raccolta. Risultano molto più longevi i mietitrebbia a cui corrisponde un’età media di sedici anni.
Concludendo, secondo l’indagine condotta dal Centro Marketing di Milano per
Agriexpo si aprono importanti opportunità di business per i produttori del settore agricolo meccanico dovute alla necessità, dettata dal 30% degli intervistati, della sostituzione del proprio parco macchine nel corso del biennio 2009-2010.
*L’indagine è stata condotta su un campione di 398 imprese del comparto agroalimentare del Centro e Sud Italia.