Nell'ultimo fine settimana hanno fatto notizia i danni provocati dal maltempo nel Nord Italia ad abitazioni e infrastrutture civili, con l'immagine di Cogne isolata a fare da apertura in molti telegiornali. In realtà le piogge persistenti stanno colpendo il Nord Italia quasi ininterrottamente dal mese di marzo e già la scorsa settimana si sono registrati danni ingenti in alcuni importanti distretti produttivi del Settentrione.
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Danni tra Lombardia, Emilia e Veneto
Il 25 giugno scorso una nota della Coldiretti già avverte: "Nelle ultime 48 ore si sono abbattuti sul Nord e sul Centro Italia 51 nubifragi, pari ai tre quarti di quelli registrati in tutta l'Unione Europea".
Affermazioni derivate da un'analisi dell'organizzazione agricola su dati European Severe Weather Database (Eswd) in occasione dell'allerta arancione per il maltempo in Emilia Romagna e gialla in altre nove regioni.
Coldiretti già il 25 giugno avverte: "Campagne allagate nel Piemonte dove nell'alessandrino si segnalano grandine su verdure in campo, vigneti e terreni inutilizzabili a causa dell'acqua e del fango che si sono accumulati, semine in ritardo e a forte rischio. Nel bresciano il maltempo ha praticamente azzerato la produzione di miele primaverile, con gli apicoltori costretti a intervenire con alimentazioni di emergenza per cercare di salvare le api".
Più in dettaglio, una nota di Coldiretti Piacenza il 26 giugno riferisce: "La situazione è fortemente problematica in tutta la provincia a causa dei continui allagamenti e delle bombe d'acqua registrati negli ultimi mesi. Il nubifragio che si è abbattuto negli ultimi giorni, con pioggia violenta e forte vento, ha provocato danni e disagi su tutto il territorio sia alle coltivazioni sia alle infrastrutture. Ieri Il volume di acqua entrato in diga a Mignano dal bacino di monte in meno di 24 ore è stato di 3,5 milioni di metri cubi, a conferma dell'intensità e dell'eccezionalità della perturbazione. Gli straripamenti registrati ieri hanno aggravato ulteriormente in particolare la situazione in pianura e nella Bassa Piacentina".
L'organizzazione agricola piacentina poi tenta una stima dei danni, registrando "perdite pesanti nei pomodori (in alcune zone non si sono ancora conclusi i trapianti) e nei cereali, dove i terreni sono così impraticabili da rendere incerta perfino la futura trebbiatura. A ciò si sommano i ritardi nelle semine del mais per troppa pioggia e le perdite sulla frutta: la stagione delle ciliegie volge al termine con una consistente parte della raccolta compromessa".
Coldiretti il 26 giugno da Roma tenta una conta dei danni alle colture su un territorio più vasto: in Emilia Romagna si trovano "coltivazioni di pomodoro distrutte, terreni talmente allagati da rendere impossibile la trebbiatura, grandinate sul grano, semine di mais bloccate, danni ai frutteti, a partire dalle ciliegie". L'organizzazione agricola sottolinea che si tratta solo di un primo bilancio, su un territorio "dove sono ancora evidenti le ferite inferte dall'alluvione di un anno fa".
Gli straripamenti dei corsi d'acqua aggravano ulteriormente la situazione nelle campagne "in particolare in pianura e nella Bassa Piacentina, oltre che nel modenese dove l'esondazione del Secchia ha allagato i frutteti e i campi di grano proprio nel pieno della mietitura causando di fatto la perdita completa della produzione. Nel forlivese, grandinate si sono abbattute sulla valle del Bidente, colpendo anche qui il grano".
Gravi i danni anche in Veneto, secondo Coldiretti "dove la tromba d'aria che ha colpito Rovigo ha danneggiato diverse strutture agricole. Le abbondanti piogge cadute sulla regione hanno costretto tantissime aziende a sospendere la trebbiatura del grano a causa del fango che ha riempito i terreni".
Stesso problema per frutteti, mais e soia, "ma anche per le orticole sia a campo aperto che sotto serra dove ci sono diversi centimetri di acqua stagnante. Un'altra conseguenza di questo maltempo sarà il posticipo, ove possibile, delle semine per il secondo raccolto".
Anbi, fiumi con numeri da record
Il settimanale report dell'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Anbi, Associazione nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, emanato il 26 giugno scorso offre uno scenario della vigilia dell'ondata di maltempo del fine settimana decisamente già saturo d'acqua. sono numeri che aiutano a capire quanto avvenuto dopo.
Intanto Anbi indica che tutti i grandi laghi del Nord sono già al colmo della capacità. Maggiore: 99,4%; Como: 78,8%; Garda: 108,6%; Iseo: 95%. I dati riferiti sulle regioni maggiormente colpite nel fine settimana sono ancora più eclatanti: in Valle d'Aosta la portata della Dora Baltea viene segnalata a 138,60 metri cubi al secondo "del 90% superiore alla media" segnala Anbi; mentre quella del torrente Lys "sale a 15,70 metri cubi al secondo". In Piemonte, il fiume Tanaro "ha più che raddoppiato la portata, raggiungendo il ragguardevole flusso di 236 metri cubi al secondo" afferma Anbi che riferisce anche come "crescono anche Stura di Demonte, Toce e Stura di Lanzo".
In Lombardia, l'eccezionale deflusso dal lago di Como fa crescere notevolmente le portate del fiume Adda, che il 26 giugno "ha toccato 535 metri cubi al secondo". Sulle montagne della regione, 1.226 milioni di metri cubi d'acqua sono ancora trattenuti nel manto nevoso, rappresentando una riserva idrica superiore alla media (quasi +147%), ma anche al massimo accumulo registrato nel "siccitoso" inverno 2023 (+53%). Il totale dell'acqua stoccata nella regione è superiore alla media di oltre il 41% (fonte: Arpa Lombardia).
In Veneto - sempre al 26 giugno - è imponente la crescita di portata nel fiume Adige: ben 158 metri cubi al secondo in una settimana, permettendogli di raggiungere 822,37 metri cubi al secondo (+150% sulla media). La portata è tripla rispetto alla media per il Brenta (mc/s 229.39), mentre il Bacchiglione addirittura quasi quadruplica il flusso in alveo (toccati 146,6 metri cubi al secondo cioè +453% sulla media); decrescono, invece, le portate di Muson dei Sassi, Livenza e Piave.
In diverse zone dell'Emilia Romagna le cumulate di pioggia nelle 24 ore precedenti il 26 giugno hanno superato i 130 millimetri con punte superiori a 150 millimetri; dalla diga di Mignano è stato necessario avviare la tracimazione controllata. In questo scenario - secondo Anbi - la portata del fiume Po è al massimo da 14 anni, toccando a Pontelagoscuro i 3.216 metri cubi al secondo, ovvero +78% sulla media.
In Liguria il 26 giugno si alzano i livelli dei fiumi levantini Entella (+44 centimetri), Vara (+65 centimetri), Magra (+55 centimetri); a Ponente resta sostanzialmente invariata l'altezza idrometrica dell'Argentina. I quattro principali invasi regionali, trattenendo 37,6 milioni di metri cubi di acqua su una capacità complessiva di 40 milioni, sono pieni al 92,3%, valore superiore a giugno 2023 quando il riempimento era del 75% (fonte: Iren).
In Toscana - sempre lo scorso 26 giugno - segnala una crescita impetuosa delle portate fluviali: l'Arno supera 111,40 metri cubi al secondo (nella settimana precedente era sotto 13 metri cubi al secondo) ed anche la Sieve cresce di quasi 10 volte in 7 giorni. Unico a rimanere sotto media è l'Ombrone nel Sud della regione.