Nel mese di luglio 2008 l'indice Ismea dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, calcolato in base 2000=100, è stato pari a 119,7, registrando una diminuzione del 6,5% rispetto a giugno. Il confronto con lo stesso mese dell'anno precedente resta invece positivo, evidenziando un aumento dell'11,4%.
Su base mensile l'Ismea rileva una riduzione dei prezzi del 10% per le coltivazioni e dello 0,8% per le produzioni zootecniche. Rispetto al luglio 2007 per entrambi i comparti si registrano invece variazioni positive del 14,5% e del 7,4%.

I cali congiunturali più significativi si riscontrano per frutta e ortaggi, i cui prezzi alla produzione hanno segnato su base mensile una riduzione rispettivamente del 22% e del 14,2%. L'andamento mensile evidenzia una flessione delle quotazioni anche per i cereali, in calo del 3,9% rispetto a giugno, e per i vini, che su base mensile hanno registrato un deprezzamento del 4,2%. In ribasso dello 0,4% i prezzi degli oli di oliva, mentre è risultato stazionario il comparto delle coltivazioni industriali.
Per i prodotti zootecnici i dati di luglio indicano variazioni mensili positive solo per latte e derivati (+0,2%) e suini (+4,5%). Sono emerse al contrario riduzioni dei prezzi alla produzione per il bestiame bovino (-2,7%), per gli avicoli (-6,1%) e per gli ovicaprini (-3,5%).

 

Confronto annuale

Riguardo al confronto annuale, gli aumenti tendenziali più marcati - in base alle rilevazioni dell'Ismea - fanno ancora riferimento al comparto delle produzioni vegetali, con i prezzi di luglio che rispetto allo stesso mese dell'anno precedente registrano variazioni positive fino al 28,9% per i cereali (un dato nettamente inferiore comunque al tendenziale di giugno vicino al +50%) e del 23% per le colture industriali.

Incrementi si rilevano anche per i vini (+10%), gli ortaggi (+6,9%) e la frutta (+5,7%), mentre segnano una contrazione del 3,1% rispetto al luglio 2007 i prezzi alla produzione degli oli di oliva, gli unici in controtendenza nel comparto delle coltivazioni.

Tra i prodotti zootecnici, l'aumento più significativo su base annua è stato rilevato a luglio per i suini (+18,2%), seguiti dai bovini (+8,9%) e dai lattiero-caseari (+7,6%). Registrano in media una flessione del 3% rispetto al luglio 2007 i prezzi alla produzione del bestiame ovicaprino, mentre si riducono del 10,7% le quotazioni degli avicoli.

 

Categoria

Indice Agosto 2008

Variazione % su 

Luglio 2008

Variazione % su 

Agosto 2007

Cereali

159,19

-7,64

0,49

Frutta fresca e secca

130,28

-0,56

1,81

Olio di oliva ed altri oli e grassi

125,37

-0,02

-3,94

Ortaggi e legumi

90,71

-17,59

-8,99

Semi sementi colture industr. e derivati

115,06

0,00

23,04

Tabacchi secchi e lavorati

229,74

0,00

77,03

Vini ed altre bevande

107,87

-0,98

8,36

Totale coltivazioni

126,23

-4,56

1,73

Latte e derivati

110,03

-0,94

3,14

Animali vivi altri

80,61

-8,90

-1,48

Bovini e bufalini

97,92

-1,95

2,44

Ovini e caprini

127,39

6,74

-2,93

Suini

117,15

10,69

24,78

Uova fresche in guscio

122,85

3,35

7,29

Volatili domestici

93,96

0,49

-11,84

Totale prodotti zootecnici

106,42

0,67

4,06

Totale agricoltura

116,23

-2,91

2,80

 

Commentando i dati, la Cia sottolinea che "l'agricoltura italiana non è la causa dei rincari dei prodotti alimentari e non favorisce, quindi, l'inflazione. I prezzi agricoli alla produzione - come evidenzia l'Ismea - in luglio sono diminuiti del 6,5 per cento rispetto al mese precedente, mentre lo stesso aumento dell'11,4 per cento registrato nei confronti dello stesso periodo del 2007 è ben inferiore agli incrementi che, in dodici mesi, si sono avuti nei vari passaggi della filiera". La confederazione evidenzia anche come "i cali congiunturali evidenziatisi sui campi (in particolare per frutta e ortaggi, rispettivamente, con un meno 22 per cento e 14,2 per cento) dovrebbero quanto meno bloccare i listini sino alle vendite al dettaglio". Anche la diminuzione del prezzo all'origine dei cereali, che l'Ismea quantifica in 3,9 per cento, non può assolutamente determinare ulteriori impennate per pane e pasta, visto che anche a livello internazionale il grano continua a registrare un costante calo. Gli aumenti che si sono avuti in questi ultimi due anni - spiega la Cia - sono determinati da altri fattori: le filiere agroalimentari troppo lunghe, la logistica infrastrutturale, i trasporti insufficienti e costosi, gli incrementi tariffari, e, non ultime, le speculazioni.

 

Sempre in tema prezzi, la Coldiretti getta uno sguardo alla borsa della spese degli italiani.  'Con l'aumento dei prezzi si registra una crescente tendenza alla ricerca di forme di acquisto alternative a basso costo come l'acquisto nelle bancarelle che si sono moltiplicate durante l'estate con mercati nelle città e nei luoghi turistici'. L'associazione sottolinea che spesso dietro le bancarelle si trovano imprenditori agricoli che consentono di risparmiare e garantirsi qualità e genuinità. Peraltro, secondo l'ultima indagine dell'Antitrust 'i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti'. Sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale sulla spesa in campagna promosso da Coldiretti e Agri 2000, - spiega inoltre la Confederazione - sette italiani su dieci nel corso dell'anno hanno fatto almeno una volta acquisti direttamente dal produttore agricolo giudicandoli in maggioranza convenienti anche se accanto alla ricerca del risparmio è stata soprattutto la qualità e la freschezza dei prodotti acquistati a spingere il trend positivo.

 

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