Un risultato - spiega l’Ismea - determinato quest’anno da un andamento climatico particolarmente sfavorevole, soprattutto nei mesi estivi, piuttosto che dai fenomeni di alternanza produttiva, ormai attenuati anche in Italia dalle nuove pratiche agronomiche (che hanno introdotto la potatura annuale) e dal progressivo ammodernamento degli impianti.
La produzione, oltre che in calo (il secondo peggior risultato quantitativo degli ultimi dieci anni, dopo quello del 1998), è in anticipo di circa due settimane rispetto ai normali calendari. Deludono anche le prime indicazioni sulle rese in olio, pregiudicate dal clima siccitoso che ha ostacolato la formazione della materia grassa nelle drupe, mentre la qualità risulta più che soddisfacente grazie all’anticipo della raccolta e ai ridotti attacchi parassitari.
A livello geografico le aree più penalizzate sono state quelle del Centro Italia, dove si prevede in media una flessione produttiva del 35-40% rispetto alla scorsa campagna. In calo anche le regioni del Sud, mentre al Nord, ad eccezione della Liguria, la tendenza generale è alla crescita, grazie a un andamento climatico complessivamente migliore rispetto al resto della Penisola.
A livello regionale le previsioni Ismea-Unioni indicano una flessione produttiva del 3% in Puglia e di quasi il 30% in Calabria, con previsioni al ribasso del 20-25% anche in Basilicata. Secondo calo consecutivo in Sicilia, dove si prevede una riduzione del 14% (-27% in Sardegna), mentre in Campania, dopo il pessimo raccolto del 2006, è attesa una crescita del 13%.
Al Centro Italia hanno pesato i risultati di Abruzzo, Lazio e Toscana, dove si prevedono riduzioni tra il 35 e il 40% rispetto all’anno scorso. Ancora più netto il calo produttivo nelle Marche con una perdita stimata attorno al 45%.
Crescono invece al Nord sia il Veneto che la Lombardia, nonostante le influenze negative del caldo nella zona del Garda. Al contrario la siccità ha ostacolato lo sviluppo delle drupe in Liguria, dove si prevede una contrazione della produzione di olio del 13%.
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Fonte: Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare