In base a una previsione realizzata congiuntamente dall’Ismea e dalle Unioni dei produttori (Aipo, Cno, Unasco, Unapol, Unaprol) la produzione italiana di olio di oliva di pressione dovrebbe attestarsi, nella campagna 2007/08, attorno ai 5 milioni di quintali, facendo segnare rispetto alla scorsa annata una flessione del 17%. Un risultato determinato da un andamento climatico sfavorevole, soprattutto nei mesi estivi. La produzione, oltre che in calo (il secondo peggior risultato quantitativo degli ultimi 10 anni, dopo quello del 1998), è in anticipo di circa due settimane rispetto ai normali calendari. Deludono anche le prime indicazioni sulle rese in olio, pregiudicate dal clima siccitoso, mentre la qualità risulta più che soddisfacente grazie all’anticipo della raccolta e ai ridotti attacchi parassitari. Le aree più penalizzate sono state quelle del Centro Italia, dove si prevede in media una flessione produttiva del 35-40%. In calo anche le regioni del Sud, mentre al Nord, ad eccezione della Liguria, la tendenza generale è alla crescita, grazie a un andamento climatico complessivamente migliore. A livello regionale le previsioni indicano una flessione produttiva del 3% in Puglia e di quasi il 30% in Calabria, con previsioni al ribasso del 20-25% anche in Basilicata. Secondo calo consecutivo in Sicilia, dove si prevede una riduzione del 14% (-27% in Sardegna), mentre in Campania è attesa una crescita del 13%. Al Centro Italia hanno pesato i risultati di Abruzzo, Lazio e Toscana, dove si prevedono riduzioni tra il 35 e il 40%. Ancora più netto il calo produttivo nelle Marche con una perdita stimata attorno al 45%. Crescono al Nord sia il Veneto che la Lombardia, nonostante le influenze negative del caldo nella zona del Garda. La siccità ha ostacolato lo sviluppo delle drupe in Liguria, dove si prevede una contrazione della produzione di olio del 13%.