I commenti che hanno accompagnato i dati Istat sull’import-export agroalimentare italiano per i primi 6 mesi del 2007 hanno alimentato l’opinione che questo settore del made in Italy abbia avuto una battuta di arresto nella crescita delle esportazioni: lettura che non risponde alla realtà. I dati Istat affermano che il saldo commerciale corrente del settore agroalimentare ha sfiorato i -4,9 miliardi di euro. Il saldo è attribuibile per il 56% ai prodotti dell’agricoltura e della pesca e solo per il 44% ai prodotti trasformati (alimentari, bevande e tabacco). Nel primo semestre il saldo negativo dell’agroalimentare è cresciuto di 61 milioni di euro: da -4.836 mln di euro del 2006 a -4.897 del 2007. “Un risultato complessivo che – ha detto il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro - non evidenzia criticità per il settore agroalimentare. L’incremento corrisponde a un +1,2%, dato inferiore alla crescita del tasso di inflazione, e incorpora l’effetto 'finanziario' dell’incremento dei prezzi internazionali di prodotti agricoli che l’Italia deve importare (cereali, semi oleosi, latte e derivati, zucchero). La nostra esposizione è stata maggiore per i rincari di questi generi, non perché sia aumentato il volume degli acquisti all’estero”. Considerando i tassi di variazione rispetto al primo semestre 2006, emerge una performance migliore per le esportazioni rispetto alle importazioni. E’ il motivo per cui il saldo cosiddetto 'normalizzato' (il rapporto tra saldo e valore complessivo dell’import e dell’export, che quindi elimina la variabilità congiunturale di un anno sull’altro), mostra un miglioramento. Altro punto che si evidenzia nel quadro delle esportazioni del settore alimentare (+4,9% nel primo semestre del 2007) riguarda i prodotti di qualità del made in Italy. “Sono performance migliori - ha detto De Castro –. Il futuro del nostro agroalimentare si gioca con l’internazionalizzazione di imprese e prodotti”. Nei primi 5 mesi del 2007 le esportazioni dei prodotti made in Italy (pasta, vino, salumi e prosciutti, formaggi) hanno ottenuto un incremento di oltre l’8% rispetto all’anno precedente. Ottimi i dati dei formaggi duri (+13%), dei salumi (+9%) e dei vini (+16%  gli spumanti, +13% i vini rossi).