Sorprende che il tema del benessere animale possa essere argomento fra quelli dibattuti per rispondere alla crisi conseguente all'emergenza da Covid-19.
Eppure scorrendo il testo del "decreto Rilancio" (lungo e complesso, lontano da quella semplificazione tante volte invocata) approvato con il "voto di fiducia" alla Camera il 7 luglio, ci si imbatte in un emendamento che parla proprio di benessere animale.

E' l'articolo 224-bis, che in estrema sintesi informa della nascita di un "Sistema di qualità nazionale per il benessere animale".
Il suo compito è quello di dettare regole superiori a quelle già esistenti in ambito europeo e nazionale, per offrire requisiti di salute e benessere per gli allevamenti sopra gli standard di legge.
Il tutto con un occhio attento anche all'ambiente.


Passi avanti nel benessere

Non c'è alcun dubbio che il benessere animale sia un tema importante, al quale dedicare grande attenzione.
Molto si è fatto per migliorare le condizioni degli animali in allevamento, durante il trasporto e anche nelle ultime fasi di vita.

Le gabbie sono state bandite per gli allevamenti dei vitelli, da tempo non esistono più in avicoltura e quando necessarie, ad esempio per le ovaiole, devono avere spazi adeguati.
Stessa cosa per i suini, dove per proteggere i suinetti neonati si limitano i movimenti delle madri, che altrimenti potrebbero schiacciarli.

Si è fatto abbastanza? No di certo, e non a caso si moltiplicano gli studi per verificare se altre condizioni di allevamento sono in grado di migliorare il benessere degli animali.
Senza cadere nel facile equivoco di una visione antropomorfa del benessere, che fa ritenere più "felice" una vacca al pascolo rispetto a una in stabulazione libera. E non sempre è così.


Cosa si è fatto

Che sia necessario continuare a studiare per migliorare le condizioni nelle quali vivono i nostri animali lo sanno gli allevatori, consapevoli che un animale allevato in condizioni ottimali, senza stress e ben accudito, è anche un animale che produce meglio.

Più benessere lo chiedono i consumatori, sempre più sensibili a questo argomento.
E infatti gli studi si moltiplicano e AgroNotizie ne è fedele testimone, avendo più volte riportato i resoconti delle ricerche in corso, come questa sulle morsicature della coda nei suini o sul benessere dei conigli e ancora e più recente sul benessere in avicoltura.
 

Un progetto da migliorare

Ma non è facile comprendere come questo argomento possa rientrare nel capitolo "rilancio", quando poi si specifica che l'adesione al sistema è volontario, che di "regole" da seguire al momento non c'è traccia e saranno definite da un organismo tecnico-scientifico (senza compensi).

Per fare tutto ciò "amministrazioni pubbliche interessate provvederanno con le risorse disponibili a legislazione vigente", in altre parole dovranno arrangiarsi.
Chi decide di aderire si assume molti impegni dai quali avrà pochi vantaggi, solo un "segno distintivo con cui identificare i prodotti conformi".

Troppo poco, troppo confuso, troppo lontano dalla realtà degli allevamenti e del mercato.
 

Gli strumenti esistenti

Energie e risorse (organizzative, se non economiche) che potrebbero essere spese per dare impulso alle tante iniziative già in atto e non dissimili da questa.

Tutte capaci, queste sì, di dare rilancio alla zootecnia.
Molte possono essere citate e solo come esempio ricordo il "Consorzio sigillo italiano", o il "Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia", nato in seno allo stesso ministero per le Politiche agricole, ma scarsamente valorizzato.

Quando il 17 luglio il Senato darà il via libera, con il voto di fiducia e dunque senza modifiche, al decreto "Rilancio" e al suo articolo 224-bis, avremo anche il "Sistema di qualità nazionale per il benessere animale".

Che rischia di restare chiuso, insieme a tanti altri, nel cassetto delle buone intenzioni.